Il presidente della cooperativa “Marinella pesca” Carlo Barraco di una cosa è sicuro: «La tradizione della pesca di sarde a Marinella di Selinunte non morirà». E lo dice convinto dopo le polemiche (sui social) nate alla notizia anticipata da CastelvetranoSelinunte.it che la sagra delle sarde nella borgata era saltata. Si sarebbe dovuta fare venerdì scorso, ossia nel week-end dei festeggiamenti per il Sacro Cuore di Maria ma siccome l’unica “sardara” (Franca) è affondata a luglio scorso a capo San Marco, trovare le sarde a Selinunte è diventato impossibile. Così la sagra è stata cancellata e Margherita Barraco (parente di Carlo) componente del Comitato Sacro Cuore di Maria ha detto: «Comprare le sarde a Sciacca per la sagra da fare a Selinunte significa prendere in giro le persone». Apriti cielo e giù coi commenti anche di alcuni pescatori che con la Barraco non sono in buoni rapporti. Come Giacomo Russo che ha ribadito: «La pesca delle sarde col cianciolo da parte delle barche di Sciacca avviene nelle stesse acque dove pescava la nostra unica sardara – spiega – quindi la sagra si sarebbe potuta fare acquistando il pesce azzurro a Sciacca».

I commenti sui social e l’amarezza e la rabbia di molti castelvetranesi hanno, evidentemente, sollecitato la reazione dei pescatori e così la sagra è stata annunciata per sabato 31 agosto. Da dove arriveranno le sarde da arrostire al momento non si sa. Il presidente della cooperativa spiega che fra i 30 soci ci sono 18 barche, «di cui il 60% sono autorizzate anche per la pesca delle sarde con la tratta». Ma, al momento, nessuno pratica questa pesca, «ora che non c’è più la “sardara” che pescava col cianciolo, forse qualche barca andrà a tratta», dice Barraco che rivendica la titolarità della sagra: «è stata sempre organizzata dalla cooperativa».

Il filo della tradizione che lega la sarda ai pescatori di Selinunte, però, non sembra così integro come qualcuno vorrebbe: «Un anno le sarde per la sagra li abbiamo fatte arrivare anche dalla Puglia – ammette Barraco – e poi il mare dove pescano i selinuntini è lo stesso dove vanno i pescatori di Sciacca». Come dire il mare o le sarde non sono dei selinuntini ma di tutti.

Intanto la condotta Slow Food di Castelvetrano ha già celebrato la sarda con una cena presso il ristorante “Athena” proposto come locale “Amici del socio Slow Food”. Il menù è stato presentato da Angelo, terza generazione dei Casamento, che ha illustrato le diverse pietanze, soffermandosi sulla particolare tecnica di preparazione e cottura degli spiedini di sarde. Parte del ricavato (1 euro a commensale) è stato destinato a Slow Food Sicilia a sostegno del progetto “Grani Antichi di Sicilia”.

Carlo Barraco, presidente della cooperativa “Marinella pesca”.

La cena Slow Food a base di sarde presso il ristorante “Athena”.

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