Festa dalla Madonna sì ma senza sagra delle sarde. Il borgo di Marinella di Selinunte quest’anno non si animerà con la tradizione sagra che, da decenni, lega il tipico pesce azzurro alla borgata e alla festa del Sacro Cuore di Maria. Come tradizione la sagra solitamente si svolgeva il venerdì prima della domenica in cui usciva in processione la Madonna e negli anni l’organizzazione è stata sempre opera dei marinai selinuntini. Dal recuperare il pescato all’allestimento dei punti ristoro, al punto fuoco dove le sarde si arrostivano ‘ncannate. La tradizione non si è mai interrotta nei decenni, se non per il solo periodo del Coronavirus. Quest’anno, invece, è saltato tutto perché l’unica sardara (Franca) di Selinunte è affondata il 24 luglio scorso nei pressi di capo San Marco. Il suo capitano Nicolò Orlando, insieme a Salvatore Sferlazza, era andato a fare nafta al porto di Sciacca e, nel viaggio di ritorno, carico anche di alcuni bidoni pieni, complice il mare mosso, si è visto affondare la sua barca mentre lui e Sferlazza si sono messi in salvo. Così il borgo di Selinunte è rimasto orfano di pescatori di sarde. «Sarebbe stata una presa in giro organizzare la sagra andando a comprare le sarde a Sciacca – ammette Margherita Barraco del Comitato Sacro Cuore di Maria e legale di Orlando – la tradizione vuole che la sagra di Selinunte venga fatta con le sarde pescate dai selinuntini e, siccome, Orlando era l’ultimo rimasto che andava a sarde, non è stato possibile organizzare nulla».

Di parere contrario è il pescatore Giacomo Russo: «La pesca delle sarde col cianciolo da parte delle barche di Sciacca avviene nelle stesse acque dove pescava la nostra unica sardara – spiega – quindi la sagra si sarebbe potuta fare acquistando il pesce azzurro a Sciacca. Naturalmente siamo vicini al capitano Nicolò Orlando per quanto gli è successo».

Nicolò, detto il capitano, è una figura storica tra i pescatori di Selinunte, come lo fu il padre. E solo lui, tra gli scarioti, era rimasto a pescare le sarde prima col cianciolo e poi con la tratta. L’affondamento dell’ultima sardara ha fatto calare il sipario su un pezzo di storia di Selinunte. E quest’anno la festa della Madonna è rimasta orfana un po’ anche lei: niente sagra della sarda nel week-end del Sacro Cuore di Maria.

Rimane aperta la grande questione irrisolta dei lavori di bonifica del porto e dell’impianto di carburante chiuso da anni e con una vertenza aperta tra Regione e gestore. Se i pescatori di Selinunte sono costretti ad andare al porto di Sciacca è perché non possono fare rifornimento in loco a prezzo calmierato. E chissà se la Madonna del Sacro Cuore di Maria, tra applausi e devozione, potrà fare qualche miracolo…chissà!

Nicolò Orlando e la sardara “Franca”.

 

AUTORE.