porto-selinunte.jpgIl 12 febbraio scorso, il Giornale di Sicilia scrive di un ricorso del comune di Castelvetrano in seguito al blocco dei finanziamenti anche per le opere da realizzare a Selinunte. Erano state infatti bocciate le richieste di sovvenzioni di 2 milioni e 700mila euro per fare due strade di fruizione turistica. Le opere erano ritenute dal Comune “strategiche per il futuro economico della frazione”. La Regione Sicilia però non deve averle ritenute poi così strategiche e le ha respinte.

Il successivo 19 febbraio a pag. 24, il Giornale di Sicilia titola: ”Castelvetrano, a Marinella il porto turistico è un sogno”. I lettori denunciano. Da trent’anni si parla di realizzare una struttura capace di ospitare imbarcazioni. Il Comune: “Allo studio un progetto”. –

L’articolo riporta il sogno di un lettore: “Ho sempre sognato un porto turistico a Marinella di Selinunte, ma probabilmente sono solo un povero illuso”. Chi è? Mistero. Vuole rimanere anonimo.
È la prima volta che ci si vergogna dei propri sogni fino a questo punto, altro che “I have a dream” (Io ho un sogno) di Martin Luther King!
O forse non è vergogna, è paura. Ma paura di cosa? Per aver detto che si pensa a Selinunte solo per fini elettorali? Questo lo hanno detto pure le pietre e non è mai morto nessuno. Mistero.

Sul finire dell’articolo si legge che “il Comune fa sapere che stanno studiando un Project financing per un investimento di 11 milioni di euro e pare che un grosso gruppo sia interessato anche se il progetto è tutto da fare”.
Ma come fanno a sapere che tutto costerà 11 milioni di euro, se il progetto è tutto ancora da fare?
E qual è il grosso gruppo? Mistero.
Nessun accenno inoltre a fondi europei. Come mai?
La chiave di lettura sta tutta in quelle due paroline inglesi “Project financing”, presenti a fine articolo.

Il Project financing è la realizzazione di opere pubbliche, senza oneri finanziari per la pubblica amministrazione. Si tratta di uno strumento di contrasto alla scarsità di fondi pubblici.
In pratica (o in teoria?) il finanziatore dell’opera può essere un privato che viene ripagato dal flusso di cassa che produce l’opera stessa.
Va da se che l’opera deve essere finanziabile, ovvero deve avere questi flussi di cassa sufficienti a coprire i costi, remunerare i finanziatori e produrre anche buoni margini di profitto. Insomma, come dicono gli economisti fighi, deve essere self-liquidating.

Il punto è proprio questo. Il porto turistico di Selinunte è finanziabile o no?

La legislazione divide le opere pubbliche in calde e fredde.
Le opere fredde hanno un livello talmente basso di tariffe da non generare flussi di cassa in grado di consentire il rimborso dei fondi impiegati, nelle opere calde invece è possibile applicare un prezzo del servizio in grado di coprire le spese e produrre utili, come nel caso di autostrade, oleodotti ecc.
E allora, il porto turistico di Selinunte è un’opera calda o fredda?

Forse alla Provincia Regionale non deve essere sembrata tanto calda, infatti l’ha esclusa dal piano triennale delle opere pubbliche, con grande rammarico del sindaco che dichiara al Giornale di Sicilia di oggi 22 febbraio “La provincia dimentica questa zona”.
Certo, il fantomatico gruppo già interessato alla realizzazione deve averne di fantasia per investire così i suoi soldi. Quanto farà pagare per la sosta delle barche dirette a Mazara o Marsala? E soprattutto, quante barche dovranno sostarvi per recuperare 11 milioni di euro e guadagnarne almeno altrettanti? Mistero.
Dimenticavo l’elevatore giallo e blu, nuova bandiera del porto da più di un anno. Non ha mai sollevato nemmeno una matita. Mistero.

Per finire, dal giornale di oggi (22 febbraio) saltano subito all’occhio le parole del sindaco: “I cittadini forse vengono considerati solo come riserva elettorale da chi amministra la provincia”. Architetture del caso, somigliano molto alle parole dell’anonimo sognatore del 19 febbraio: “Da circa un trentennio si parla di porto turistico a Marinella, ma solo per fini elettorali”. Il mistero s’infittisce.

Egidio Morici
www.500firme.it

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