Da domani e per quattro giorni la sanità privata si ferma. Dai laboratori di analisi ai centri di riabilitazione la protesta abbraccia tutte le branche della sanità colpite dal taglio di budget ed extra budget da parte dell’Assessorato regionale alla salute. Scelte fatte oggi per ieri, perché le decisioni prese riguardano gli anni appena trascorsi durante i quali le prestazioni sono state erogate ma che compromettono anche l’anno in corso e quelli a seguire, con i budget ridotti almeno del 15%. Cioè le aziende private hanno già inserito in bilancio i costi ma rischiano che la Regione non gliele rimborserà. Una situazione che fa rischiare il collasso del sistema e, a sua volta, avrà le sue conseguenze sia sul piano occupazionale che di garanzia dei servizi per gli utenti.

Nel caso dei laboratori di analisi sono 1800 le strutture coinvolte, mentre il colpo è accusato anche dai centri di riabilitazione che garantiscono prestazioni in convenzione con la sanità pubblica. Sul nostro territorio il “Vanico” di Castelvetrano, una delle strutture più importanti in Sicilia, ha già provveduto ad avviare i licenziamenti collettivi per 7 operatori: «E non solo – chiarisce Valentina Li Causi, titolare di più centri sanitari – in ambulatorio entrano già 100 persone in meno al giorno che, se vogliono continuare il percorso di riabilitazione, dovranno pagarlo. Lottiamo per offrire servizi sanitari all’avanguardia e improntati sullo spirito di vera assistenza al paziente disabile e con problematiche invalidanti per l’impatto sulla qualità di vita, ci aspettiamo risposte rapide». Il rischio è quello che i cittadini non potranno più accedere alle cure delle strutture private convenzionate che, secondo le statistiche fornite dai sindacati di categoria, servono quasi il 90% del fabbisogno.

Sul fronte dei laboratori di analisi i titolari sono sul piede di guerra. «L’assessore regionale ha dimenticato che c’è stato il conflitto in Ucraina e le materie prima hanno avuto un rincaro di quasi il 30% – spiega Gabriele Salvo, titolare di sette laboratori in provincia di Trapani dove sono impiegati 25 dipendenti – per il 2023 ci saremmo aspettati una programmazione sanitaria e, invece, dall’incontro col nuovo assessore abbiamo capito che non si vuole parlare di regole nuove». Le tariffe alle quali si fa riferimento nei rimborsi della Regione risalgono al 1996, ma i costi per i laboratori sono, nel frattempo, aumentati. «Bisogna calibrare i budget in base alle esigenze della popolazione – chiarisce ancora Salvo – sennò l’assessore abbiamo il coraggio di rivolgersi ai siciliani e di dire che con quello che viene dato ai laboratori privati si potranno garantire solo alcune prestazioni, le altre gli utenti dovranno pagarle».

Intanto venerdì mattina è organizzata una protesta sotto il palazzo dell’Assessorato regionale alla salute a Palermo. Si ritroveranno proprietari di strutture private convenzionate, dipendenti e sindacalisti, che chiederanno di incontrare l’assessore Giovanna Volo.

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