21 giugno 2017 – Il momento della fondazione di Selinunte è stato scoperto dagli archeologi della New York University che è tornata a scavare nella zona dell’Acropoli, in particolare, nell’area del “Tempio R” tra i più antichi fin qui scavati in Sicilia.
Venti studiosi fra archeologici, architetti e restauratori, sotto la direzione di Clemente Marconi, professore romano “emigrato” a New York, hanno portato alla luce le origini della città greca e originalissimi reperti. L’ultimo importantissimo ritrovamento è stato quello dell’altra metà di un vaso che, probabilmente, conteneva vino o olio e veniva utilizzato per i riti dedicati a Demetra. Emerso anche un frammento d’avambraccio di marmo di Paros, lo stesso materiale col quale è stato costruito il giovinetto di Mozia. Nell’equipe di scavo della New York University due archeologhe castelvetranesi: Linda Adorno e Debora Messina; un archeologo di Partanna: Filippo Pisciotta ed uno di Palermo: Roberto Miccichè.
Articolo pubblicato in data 21 giugno 2017
AUTORE. Flavio Leone
Ma a che pro tutto questo se non è fruibile?
Sono stati spesi milioni di euro (circa 11) per l’ingresso lato Triscina per lavorare (male) 2 mesi e poi è stato tutto chiuso e abbandonato…
Il parco stesso è quasi in abbandono.
Anche Segesta, che è una cosa minima rispetto a Selinunte, ha più visitatori…
Provocatoriamente proporrei di abbattere tutto e costruire tante villette vista mare… almeno quelle sarebbero ben utilizzate
Visto che le “dune” non hanno portato l’incasso” previsto… via! Buttarle al mare! Per il turismo occorre un lavoro sinergico competente e deciso, per spezzare una volta per tutte la gestione che impedisce di crescere.