Conosciamo meglio le Metope di Selinunte: Quella raffigurata di seguito faceva parte del fregio che decorava il lato est della cella del tempio dorico dedicato a Hera, a Selinunte.
E’ stata scolpita, come le altre metope del fregio, tra il 460 e 450 a.C. e come le altre metope del tempio di Hera è una straordinaria testimonianza di quello stile dell’arte greca che viene chiamato stile severo. Rappresenta il mito di Atteone cioè del cacciatore che, per intervento di Artemide, la dea cacciatrice, fu sbranato dai cani da caccia che lui stesso aveva allevato.
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Nella metopa Artemide, che impugnava l’arco da caccia, originariamente in bronzo e non più conservato, è a sinistra, avvolta in una calma olimpica, mentre a destra Atteone, ricoperto dalla pelle di cervo, si dibatte cercando di difendersi dai suoi cani cirnechi.
Ma perché Atteone fu sbranato dai suoi cani?
Secondo alcuni racconti Atteone merita la morte perché aveva osato volere in moglie Semele, amata da Zeus. Per questo Zeus lo fa uccidere dalla figlia Artemide.
In un’altra versione del mito Artemide lo fa morire perché Atteone, addestrato alla caccia dal saggio centauro Chirone, aveva osato vantarsi di essere un cacciatore più bravo di lei. Oppure ancora Atteone avrebbe osato guardare Artemide, la vergine cacciatrice, mentre si bagnava e la dea spruzzandogli dell’acqua in faccia lo avrebbe trasformato in cervo.
Comunque Atteone divenne cervo, un animale che i Greci consideravano pieno di vizi, meschino, pavido, spinto dalla paura alla malvagità e lussurioso, e venne sbranato. Non è facile oggi capire perché i Selinuntini abbiano deciso di rappresentare il mito nel fregio del tempio di Hera, forse perché il suo destino fosse di esempio a tutti.
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Informazioni tratte dalla pagina del Museo Archeologico “Antonino Salinas” di Palermo con sede in quella che un tempo fu la Casa conventuale dei Padri della Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri detta dell’Olivella, eretta a partire dal 1598 su progetto di Antonio Muttone insieme alla vicina chiesa di S. Ignazio martire. Tra i capolavori che è possibile visitare presso il Museo “Salinas”
anche il complesso delle metope scolpite di Selinunte, ritrovate in frammenti nel 1823 dai due architetti inglesi William Harris e Samuel Angell.
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Articolo pubblicato il 26 dicembre 2019
AUTORE. Flavio Leone
Perchè non funzionava il servizio di accalappiacani, infatti ancora oggi se vai nella zona dei Templi corri lo stesso rischio.
Vito P.
Vedendo la bellezza di questa metope è possibile capire quale interesse di visitatori a Selinunte ( e quali numeri di turisti) farebbe nascere il ritorno delle metope nella loro casa di origine.
Mi rendo conto che il trasferimento delle opere dal Museo regionale incontra difficoltà, però l’amministrazione comunale avrebbe obbligo, nell’interesse della nostra Città, di mettere in campo una forte rivendicazione con la Giunta Regionale.
VP, bellissima la battuta! Grazie per la risata. Anche se purtroppo non è solo una battuta, ma una triste realtà. Infatti, l’ultima passeggiata non estiva in quel tratto di spiaggia mi ero munito di un robusto bastone, sul serio. Anche se non credo quei cani attacchino un adulto che non mostri paura e anzi gli si scaglia contro gridando e agitandosi, sono per fortuna scappati i cani, non io.
Credo fermamente, le metope o opere d’arte in generale, meglio lasciarle in siti dove le competenze in materia di custodia e altro, siano ai più alti livelli possibili. A Castelvetrano non lo sono.
Le Metope debbono tornare a “casa loro” ! Perchè questa testata non lancia una campagna popolare dei cittadini di Castelvetrano con la quale sollecitare la Regione e Sgarbi alla restituzione delle Metope?
Sarebbe una iniziativa di grande interesse per la nostra comunità !
franKo: neanch’io lo credevo. Che un cane potesse assalire un uomo adulto che non mostri paura. E lo credono pure tutti gli animalisti. Ma non è così. Anche se è quello che accade di solito con un solo esemplare, non succede con un branco. E nemmeno con un singolo esemplare appartenente a razze particolari. Quali sono le razze particolari? Facile. quelle che per gli animalisti non esistono. Comunque, è da sottolineare che anche ai tempi di Selinunte antica il cirneco, altrimenti detto canis etneus, l’unico autoctono siciliano, fosse già adottato dagli umani dell’epoca.
Comunque qualunque sia la versione corretta, una cosa è certa. Atteone fu sbranato dai suoi cani ingannati da Artemide che li ha resi furiosi buttandogli addosso una pelle di cervo, o perché lo ha trasformato in cervo. I cani non riconoscendo il loro padrone l’hanno sbranato, ma dopo si son messi alla sua disperata ricerca e non trovandolo riempirono la foresta di dolorosi lamenti. Quindi spiegatemi se la vera BESTIA è stata la persona umana (rappresentata da Artemide)o i cani incoscienti di quello che hanno fatto perché istigati. Quindi smettetela di tirare sempre in ballo gli animalisti.
Caro V.Passalacqua vai a cercare l’ordinanza comunale n. 57 del 7 agosto 2018 e leggerai: 380260004019160 meticcio, femmina, taglia media, pelo corto, colore fulvo chiaro, da REIMMETTERE ALL’INTERNO DEL PARCO ARCHEOLOGICO. Quindi, a parte la battuta, se qualcuno ha qualcosa da dire se la prenda con i soggetti responsabili di queste decisioni.