I dati parlano chiaro: l’uso di droga è in aumento e, soprattutto, l’età media degli assuntori si è abbassata. Questo significa che sempre più adolescenti e ragazzi fanno uso di stupefacenti, anche sintetici. Le parole del prefetto di Trapani Daniela Lupo non lasciano spazio a dubbi. Il mercato della droga significa criminalità, mafia. Su questo tema la questura di Trapani ha organizzato un incontro, stamattina, all’Istituto tecnico commerciale “G.B. Ferrigno” di Castelvetrano (diretto da Maria Luisa Simanella), affidando il dialogo coi ragazzi (presenti tutte le classi quinte e una quarta) a tre relatori, Fernando Asaro, procuratore capo a Marsala, Antonio Pignataro, dirigente generale di pubblica sicurezza e Tania Fontanella della comunità “Incontro”. «Oggi in procura contiamo 180 procedimenti penali l’anno per reati di droga – ha detto Asaro – e Castelvetrano non è fuori questo tipo di reati. Però qui ci sono tanti esempi positivi che dovreste prendere come punto di riferimento – ha ribadito Asaro ai ragazzi – pensate al Commissariato e alla caserma della Guardia di Finanza nati su un terreno confiscato alla mafia oppure guardate il murale di Giuseppe Di Matteo sull’ex plesso “Ruggero Settimo” per pensare alla storia di quel piccolo ucciso solo perché era figlio di un collaboratore di giustizia».

Quale è il nesso tra droga e libertà? «La droga distrugge la vostra vita – ha esordito Pignataro parlando ai ragazzi – distrugge le famiglie e fa perdere la propria libertà». Il dato significativo è quello che ogni giorno muore un ragazzo per droga: Pignataro elenca casi, cita la sua esperienza di poliziotto, di aver visto genitori distrutti avendo figli drogati, cerca di far capire ai ragazzi che è una via da non percorrere, «non vi fate ingannare» dice. Pignataro mostra sullo schermo il risultato di una risonanza magnetica fatta a un ragazzo che assume droga: «vedete, i danni rimangono a vita».

Il questore di Trapani Giuseppe Felice Peritore ha illustrato i dati delle operazioni di contrasto alla droga: «Per il traffico della cocaina c’è un legame fra la provincia di Trapani e Reggio Calabria, passando da Palermo. E le risultanze investigative ne hanno dato conferma». Con la droga non si scherza. E le parole di Orazio sono come pietre: «La droga non è un gioco, con essa si muore – ha detto questo giovane che è uscito dal tunnel da un anno grazie alla comunità “Incontro” – prima di annienta, poi ti azzera e ancora ti fa sentire uno scartato. Non ci sono droghe leggere e droghe pesanti. C’è la droga». Insieme a Orazio che è riuscito a vincere la battaglia con la droga, ha parlato ai giovani Antonino: «Io ho iniziato direttamente con la cocaina e ho vissuto la morte tre volte. A causa della droga ho perso la casa, la compagna, gli amici…». Dino, 43 anni, è papà di una bimba di 5 anni: «nel mio cammino a braccetto con la droga avevo perso anche lei – ha detto emozionato – oggi la mia bimba mi chiama papi e io sono ritornato a essere felice».

Ad accompagnarli c’è Tania Fontanella, capo equipe della comunità. È lei che distribuisce agli studenti le sacche-gadgets della comunità: dentro ci sono i deplians che raccontano i percorsi di rinascita della comunità, i contatti. Perché dalla droga non si esce mai da soli. E chiedere aiuto è il primo atto di coraggio che vale per riappropriarsi della propria vita.

Le testimonianze di Orazio, Antonino e Dino.

Tania Fontanella della comunità “Incontro”.

Il procuratore di Marsala Fernando Asaro, il prefetto Daniela Lupo, il questore Giuseppe Felice Peritore e Antonio Pignataro.

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