A pochi giorni dall’avvio dell’anno scolastico sulla questione degli insegnanti di sostegno per gli alunni diversamente abili si è aperta una discussione che ha portato la Uil scuola a intervenire. Il nocciolo del problema riguarda le procedure di assegnazione di posti assegnati in deroga dall’USR Sicilia e che coprono l’effettivo fabbisogno di posti di sostegno per le scuole della provincia. L’assegnazione del 1° agosto da parte dell’USR Sicilia (che quest’anno ha avocato a sé la gestione degli organici) non ha soddisfatto le necessità del territorio lasciando le scuole sprovviste di insegnanti di sostegno. Infatti la prima assegnazione dell’Ufficio regionale, ad esempio, non ha assegnato nessun insegnante di sostegno a Salemi, mentre a Partanna, rispetto ai 15 posti dello scorso anno, quest’anno sono stati assegnati soltanto 2 posti. Ma anche in altri paesi del Belìce la situazione è uguale. Numeri che non sono passati inosservati, frutto, forse, di qualche errore. Alla luce di questo l’Ufficio regionale, il 22 agosto scorso, ha comunicato un ulteriore contingente di 100 posti da assegnare in provincia. La Uil Scuola, però, ha contestato la procedura adottata dall’Ufficio provinciale scolastico, sollevando anche la questione della «continuità didattica degli alunni disabili». La stessa che ha contestato l’associazione “Alba” con una lettera inviata agli Uffici scolastici regionale e provinciale.
«Ho anche valutato l’intervento dei sindacati a soli 6 giorni dall’inizio dell’anno scolastico che evidentemente risulta tardivo – spiega Antonella Vaccara, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale – condivido, anche con gli stessi sindacati, la constatazione delle evidenti criticità che la revoca delle competenze dell’Ufficio d’Ambito ha determinato. È evidente come il mio Ufficio si sia prodigato per consentire l’avvio dell’imminente anno scolastico nonostante le criticità garantendo tutte le operazioni necessarie ad assicurare l’assegnazione dei docenti. Sottolineo come quest’anno l’Ufficio di Ambito ha consentito a circa 350 docenti in servizio fuori regione di rientrare in provincia e riavvicinarsi alle proprie famiglie».
AUTORE. Redazione