Sino a venerdì, presso Villa Giadel di Menfi, si svolgerà la 43a edizione dell’Handicamp del Rotary club Castelvetrano Valle del Belìce. Il nome di questa iniziativa è legato ai diversamente abili che vivono un’esperienza di inclusione e solidarietà. Una come tante, si potrebbe dire. Ma l’Handicamp del Rotary di Castelvetrano ha una sua unicità a livello siciliano. E per scoprirlo bisogna affondare i ricordi alle origini di questa idea che divenne realtà negli anni ’80 a Torretta Granitola. Sì, Torretta, perché è lì che è nato l’Handicamp: «Il promotore fu il medico Ferruccio Vignola – racconta Giuseppe Pantaleo, oggi avvocato e in quelli anni componente dell’Interact – sollecitato dal Governatore dell’epoca Vincenzo Reale che aveva un figlio diversamente abile. Reale lanciò la sfida a Vignola e lui la raccolse mettendo in campo le energie di Rotary e Interact». Furono gli anni in cui si registrò un entusiasmo dilagante, nell’allestimento del campo alle sue prime edizioni e in quelle giornate (comprese le notti) vissute a contatto con i diversamente abili. Poi è stato un susseguirsi di successi, anno dopo anno. «Un faro di speranza e solidarietà per i dodici ragazzi che sono ospiti quest’anno», dice l’attuale presidente del Rotary Marco Campagna.

Oggi come allora l’Handicamp è un’occasione di crescita, socializzazione e inclusione per i ragazzi che vi partecipano. «Ricordo che riuscimmo a portare al campo anche diversamente abili che da casa non erano mai usciti», dice Giuseppe Pantaleo. Erano altri tempi, con una consapevolezza diversa dall’avere a casa un ragazzo portatore di handicap. «Il nostro campo è un simbolo di ciò che il Rotary rappresenta: un impegno concreto per il benessere della comunità e per l’inclusione delle persone più fragili», dice Marco Campagna, attuale presidente del Rotary club di Castelvetrano. Quello che i volontari Interact e Rotary ricevono dai diversamente abili è più di quello che danno: «Lavorare con questi ragazzi è un’esperienza che arricchisce tutti noi. Ogni anno cerchiamo di creare un ambiente accogliente e stimolante, dove ogni partecipante possa sentirsi valorizzato e supportato», spiega Chiara Cirrincione. Dall’Handicamp a casa, volontari e diversamente abili, porteranno qualcosa che è più del ricordo. Il valore dello stare insieme e della solidarietà.

AUTORE.