Un abbraccio che vale una riconoscenza per la vita. È quello che Vito Maltese, 16 anni, di Petrosino, si è scambiato col medico castelvetranese Alessandro Adorno, dopo un anno e mezzo dall’intervento chirurgico che ha salvato la vita al giovane marsalese. La sua storia l’abbiamo raccontata qui: l’arrivo del giovane in ospedale a Marsala, gli esami di sangue, il risultato e il trasferimento d’urgenza presso Villa Sofia a Palermo. Qui gli riscontrano un ascesso cerebrale determinato da una sinusite malcurata. Il neurochirurgo Adorno e la collega Cristina Lombardo operano il giovane e lo salvano. Per riconoscenza, quando poi Vito Maltese è tornato a casa, s’è fatto tatuare il nome e cognome del neurochirurgo castelvetranese sul braccio.

Qualche giorno addietro il giovane ha fatto il suo primo controllo dopo poco più di un anno dall’intervento. «È stata un’emozione indescrivibile – racconta Vito Maltese – col dottore Adorno ci siamo abbracciati e, insieme, abbiamo visto i risultati della risonanza magnetica: nessuno strascico di quello che ho avuto». Per questo giovane e tutta la sua famiglia il medico Adorno è riconosciuto come «salvatore», seppur il neurochirurgo ha sempre detto di «avere fatto solo il suo dovere di medico». «Ma la nostra riconoscenza non sarà mai abbastanza per quello che ha fatto – racconta la mamma del giovane, Adriana Bello – e quest’incontro a Palermo è stato davvero emozionante, indimenticabile…».

Il medico castelvetranese Alessandro Adorno e il giovane Vito Maltese.

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