Sono le 5.30 del mattino e la sveglia di Nicola Santoro suona: le api, proprio come le persone, patiscono il caldo, si innervosiscono e non vogliono essere disturbate. Per questo motivo, ogni mattina Nicola deve recarsi dalle sue api nelle ore più fresche delle giornate, per controllarle, accudirle e, soprattutto, sincerarsi del loro stato di salute.

«Il lavoro dell’apicoltore è cambiato tanto negli ultimi periodi – spiega Santoro – se prima ai vecchi apicoltori bastava posizionare le arnie nelle campagne e andarle a controllare quelle 3-4 volte l’anno, adesso, a causa dei cambiamenti climatici e dell’uso di prodotti chimici nell’agricoltura, le api si ammalano sempre più di parassiti o malattie». Il mestiere allora si fa più impegnativo, dispendioso, attento, e solo chi è davvero appassionato riesce a condurlo nel migliore dei modi.

Ed è proprio la passione quella che non manca a Nicola: «Da sempre sono stato innamorato della natura in generale, degli animali, delle cose genuine – racconta a CastelvetranoSelinunte.it – poi un giorno, quasi per caso, scopro tramite un conoscente il mondo delle api e da allora, con la volontà di mia moglie che ne ha sposato il progetto, ho deciso di intraprendere questa attività ed è nata così la “Azienda agricola Ventimiglia”».

Il lavoro di apicoltore, infatti, richiede impegno durante tutto l’arco dell’anno. «Da metà aprile ai primi di luglio, avviene la raccolta del miele che durante i mesi le api hanno prodotto – spiega Nicola – ma non c’è solo questo: bisogna sistemare i telai, ripristinare le arnie, cambiare la regina se questa è anziana e fare attenzione che le api non sciamino».

L’apicoltura che ha scelto Nicola, inoltre, è di tipo “nomade”, ciò significa che bisogna spostare continuamente le api nei campi in fiore a seconda della stagione. «Essendo le api l’elemento essenziale dell’impollinazione naturale, spesso sono gli stessi agricoltori che mi chiedono di portare le arnie nei loro terreni per ottenere più quantità di frutti, ma soprattutto più qualità degli stessi», racconta.

Tante poi le complicanze del mestiere: a partire dagli incendi che, soprattutto nei mesi estivi, compromettono gli alveari poiché eliminando la macchia mediterranea, azzerano la produzione del miele. Poi ancora i parassiti che decimano le famiglie di api e il costante restringimento delle aree boschive. «La mia scelta, sin dall’inizio, è stata quella di fare un tipo di allevamento biologico e non intensivo – spiega Nicola Santoro – e questo comporta sforzi considerevoli, ma anche grandi soddisfazioni come l’aver raggiunto il primo posto al riconoscimento internazionale “Biolmiel” del 2013 e poi due medaglie d’argento nel 2014».

Tra le maggiori specialità di miele che l’azienda familiare di Nicola produce c’è il miele di Agrumi, il Millefiori, il miele di Sulla, quello di Eucalipto, di Timo, la Melata, ma anche prodotti quali la Pappa Reale, i Propoli e il Polline. Infine, essendo il miele ricco di zuccheri che impediscono la proliferazione di batteri, la conservazione avviene senza nessun tipo di aggiunta o trattamento termico in totale rispetto della natura e delle antiche tradizioni del mestiere.

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