Tragedia sfiorata domenica, intorno alle 23,30, in via IV Novembre, nel cuore della città, in pieno centro abitato, dove dei grossi conci si sono staccati dal cornicione di un immobile fatiscente colpendo, dopo un volo di 12 metri, un’auto in sosta, una Toledo, della quale è stato sfondato il parabrezza.
E’ stata una fortuna che l’episodio si sia verificato di notte e che sulla vettura in quel momento non si trovasse nessuno. La strada, infatti, ogni giorno è molto trafficata sia da veicoli sia da pedoni. Sul posto, scattato l’allarme, sono arrivati i vigili del fuoco, che nell’accertare che i conci erano venuti giù a causa di infiltrazioni di acqua piovana e che un’altra decina di essi erano a rischio crollo per poterne effettuare la rimozione hanno fatto intervenire dal Comando provinciale colleghi con l’autoscala.
L’intervento, volto a mettere in sicurezza l’immobile nel quale non risiede più nessuno da anni, si è protratto sino alle 3 e durante le operazioni la strada è stata interdetta al transito. Sul posto oltre ai vigili del fuoco sono arrivati dipendenti dell’Ufficio tecnico comunale e i carabinieri.
Non è la prima volta che si verificano crolli in città da strutture fatiscenti e numerose sono anche le ordinanze del sindaco con le quali si intima ai proprietari di metterle in sicurezza. Nel centro storico vi sono palazzi storici oggi sono ridotti a ruderi, tra cui, in via XXIV Maggio, Palazzo Signorelli, di proprietà privata e che era un esempio di stile Liberty.
Margherita Leggio
per La Sicilia
Scrivevo nel 2011 riguardo l’incendio di palazzo Signorelli…
“Poco dopo che un condomino ha chiamato i vigili del fuoco, dato che parte della cornice dell’ultimo piano del palazzo in cui (da poco) vivo con la mia ragazza presentava delle crepe “che davano pensiero”, il Comune sotto Pasqua ci ha INTIMATO tramite l’ufficio tecnico con una DIFFIDA pervenuta per raccomandata di provvedere ENTRO DIECI GIORNI alla messa in sicurezza della cornice OBBLIGANDOCI al vincolo del “pubblico decoro” (ovvero oltre all’opportuno ritocco questo doveva essere fatto anche esteticamente bene)- e credo anche meritandoci un trafiletto sul GdS (come se fosse chissà quale atroce catapecchia). Nei termini della diffida ed a fronte di 15000€ complessivi e passa il lavoro è stato portato a termine e nel rispetto degli obblighi definiti nella diffida. Ed ora mi sento dire che NON SI PUO’ FARE NULLA PERCHE’ SONO PROPRIETA’ DI PRIVATI??? Adesso cortesemente per il SEMPLICE RISPETTO di chi come ha fatto il necessario per assolvere i propri obblighi verso la legge (essendo stato DIFFIDATO DAL COMUNE, lo stesso comune che per anni davanti a TESORI LASCIATI CROLLARE alza gli occhi al cielo) vorrei sapere:
1) Chi sono i proprietari e perché non vengono come me ed altri OBBLIGATI ai necessari interventi per la messa in sicurezza, il recupero o -purtroppo- la demolizione degli edifici?
2) Chi ha pagato allora, essendo di proprietà privata gli stabili, per mettere quei pilastri in tufo (che in alcune zone insistono sul marciapiede e sulla carreggiata -senza contare la famosa “gru” di via Bonsignore)?
3) Dato che come specificato nella diffida che mi è stata consegnata, il comune può autonomamente avviare i lavori se il proprietario non da segni di volerlo fare, addossando poi allo stesso i costi a fine lavori, come mai questo non è stato fatto verso i proprietari degli immobili in questione?
Non da censore ma da cittadino desidererei delle risposte dato che questa mi sembra una palese violazione di un semplicissimo principio, quello dell’eguaglianza davanti alle leggi.
O forse i proprietari, che ne so, saranno sconosciuti agli scriventi ma noti ai controllanti?”
https://www.castelvetranoselinunte.it/in-fiamme-il-palazzo-signorelli-a-castelvetrano/10524/#ixzz2pmkQDJCW
Leggo ora di questo ennesimo crollo, e continuo a chiedermi il principio adottato dall’ufficio tecnico riguardo la materia.
Via Savonarola, edificio di tre piani totalmente abbandonato: niente demolizione, si dà facoltà al proprietario di ZIFFIARE I balconi (pericolanti come è più del resto della struttura). Da quello che ho capito più c’è pericolo, più I lavori risulterebbero onerosi, meno c’è il rischio di dover effettivamente eseguirli I lavori.
Sul giornale di Sicilia leggo dell’impossibilità di restaurare a causa dei costi. ‘nchia a me nuddu mi ha chiesto se il costo dei lavori lo potevo sostenere. Bha… dovrebbe chiamarsi “Ufficio Tecnico Discrezionale ad attività alternata”.
questo è un paese vecchio..pieno di vecchi..palazzi vecchi..mentalità vecchia..e un vecchio prima o poi muore!!!
E’ vero che i nostri centri storici sono abbastanza vecchi, pertanto io credo che bisogna puntare sul recupero dei vecchi immobili. Mentre i nostri territori si ampliano a dismisura con nuovi insediamenti, che non corrispondo ad un’aumento delle popolazioni residenti. Basterebbe mettere un freno a nuove concessioni edilizie.