Cappottini e felpe di pail per resistere al freddo durante le ore di lezioni a scuola. L’arrivo delle basse temperature ha nuovamente risollevato il problema della mancata accensione dei riscaldamenti nelle scuole dell’obbligo a Castelvetrano. Era già successo qualche anno addietro ed è successo anche questo gennaio dove le soleggiate giornate hanno dato spazio alle fredde temperature. E così al plesso “Nino Atria”, ad esempio, i genitori da giorni protestano perché i bambini sono al freddo. Le due classi che ospitano la Scuola dell’infanzia sono fornite di due pompe di calore donate lo scorso anno da un’imprenditrice locale mentre le altre sette classi della Primaria sono al freddo. L’immobile è datato, è stata fatta poca manutenzione e gli impianti sono obsoleti. Ma l’ulteriore criticità è dettata dal contatore dell’energia elettrica: per reggere il carico di nuove pompe di calore o di stufette elettriche deve essere potenziato e a pensarci deve essere il Comune.
Tutto, dunque, pesa sul Comune che fa i conti con pochi spiccioli. Del resto che l’ente locale deve occuparsi degli immobili e dei servizi per le scuole dell’obbligo lo dice pure la legge (è la n.23 dell’11 gennaio 1996). Ma in questi anni ha fatto fatica. E ne è nata una corrispondenza serrata tra dirigenti scolastici e sindaco, al punto tale che ora il primo cittadino Enzo Alfano ha chiesto alle dirigenti scolastiche una relazione dettagliata sul perché non si accendono gli impianti di riscaldamento.
Il nocciolo del problema sta nei trasferimenti di fondi dal Comune alle scuole che sono costrette ad anticipare le somme per pagare il metano. Il Comune, lo scorso anno, ha rimborsato alcune somme ma non tutte. La dirigente scolastica dell’Istituto “Capuana-Pardo” Vania Stallone è stata costretta a disdire il contratto per la fornitura di metano. Il Comune aveva assicurato la voltura delle forniture che risultano intestate agli istituti, ma ad oggi non è avvenuta. La Stallone si ritrova pure due caldaie spente da anni perché guaste. Chi dovrebbe ripararle? Sempre secondo la legge il Comune.
Storia diversa all’Istituto “Radice-Pappalardo” dove la dirigente Maria Rosa Barone ha acceso la caldaia del plesso “Giovanni Verga”, perché dal Comune ha ricevuto impegno di ricevere alcune somme per il 2022. Per gli altri plessi ci sono le stufe elettriche e la bolletta è intestata al Comune.
Alcuni genitori di bambini che frequentano il plesso “Nino Atria”, intanto, continuano a protestare. Alcuni di loro si sono mostrati disponibili anche a comprare e montare gratuitamente le pompe di calore per far riscaldare le stanze dove studiano i propri figli. Ma se il Comune non potenzierà i contatori, accenderle sarà molto difficile.
AUTORE. Max Firreri