Che fine ha fatto l’idea progettuale di rimettere sù la tratta ferroviaria a scartamento ridotto Castelvetrano-Agrigento? L’ultima volta che se ne è parlato era il 2021 quando un comitato – col sostegno di politici del Trapanese e dell’Agrigentino – propose l’idea che è rimasta, però, nel dimenticatoio, almeno fino a questo momento. Oggi quell’idea è stata superata dal progetto della superstrada Castelvetrano-Gela, costo tra 700 mila e 1 miliardo di euro. A rinfrescare la memoria sulla proposta di rimettere in attività la tratta ferroviaria Castelvetrano-Agrigento ci ha pensato “Amodo”, l’alleanza per la mobilità dolce nel dossier “Futuro sospeso 2024”. Questo tratto ferroviario è stato escluso, infatti, tra le 26 linee turistiche italiane il cui elenco è contenuto nel decreto interministeriale in attuazione della legge 128/2017, divenuto operativo a luglio 2022. Non è bastata la collaborazione per promuovere la riapertura ad uso turistico di questa ferrovia. E – come cita “Amodo” – non è bastata la visita, a marzo 2022, dell’assessore regionale Marco Falcone che comunicò al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, il proprio interesse come Governo regionale.
Il tratto ferroviario Castelvetrano-Agrigento è lungo 89 chilometri: venne chiusa tra il 1977 ed il 1986 a causa del tracciato molto tortuoso e dei lunghissimi tempi di percorrenza. La parte più prossima ad Agrigento e fino a Porto Empedocle (10 km), dove era presente il binario a scartamento normale, venne riaperta al traffico turistico nel 2001, in considerazione della vicinanza alla Valle dei Templi. Il progetto di riattivazione prevederebbe 25 km di gallerie oltre a 5 in viadotto, questo è previsto nel progetto di massima per riattivarla. «Proposito certamente lodevole – spiega nel dossier “Amodo” – in considerazione dell’importanza dei centri toccati, tra cui Menfi, Sciacca e Ribera, ma decisamente ambizioso in ragione degli ingenti costi finanziari richiesti». Ma si punta sulla superstrada, alla luce anche dei passi avanti fatti dall’Anas.