L’ultimo testo che volle musicato da Vito Signorello si chiama “Concerto d’autunno a Selinunte” e soltanto in pochi lo hanno potuto ascoltare. Si dilettava così Ignazio Butera, scriveva, scriveva, nonostante la malattia avanzata e gli sottraeva le forze giorno dopo giorno. Protagonista dell’ambiente culturale di Castelvetrano per decenni, Butera è scomparso all’età di 79 anni; i funerali saranno celebrati oggi (sabato 21 settembre), ore 15,30 nella chiesa del Convento dei Cappuccini a Castelvetrano. Amico personale di Ferruccio Centonze, Butera ha dedicato la sua vita all’impegno civile, con la militanza attiva nel Partito comunista e poi con la scrittura, la sua grande passione. «Una persona semplice, buona e disponibile», lo ricorda Vito Signorello. L’ultima telefonata tra i due qualche settimana addietro. «Da quasi 5 anni collaboravamo artisticamente – dice Signorello – lui scriveva i testi e io li musicavo. Tra le composizioni c’è anche “La sarduzza di Selinunte”, un testo che Ignazio volle dedicare alle sarde della borgata».

Butera è stato un vero intellettuale militante. E lo ricorda bene Giacomo Bonagiuso, regista, espressione di un’altra generazione: «Ignazio Butera, come Gianni Diecidue, Ferruccio Centonze, Nicola Di Maio hanno raccontato una Castelvetrano che non c’è più – dice Bonagiuso – una Castelvetrano di maestri veri, non solo nel campo della poesia o della letteratura, ma nell’abito della inclusione dei giovani da parte dei più vecchi». Bonagiuso di Butera ricorda anche l’accoglienza inter-generazionale: «Ignazio, così come gli altri, accoglieva i giovani promettenti non ergendo un muro di distanza, ma anzi collegando le persone e le generazioni alla luce dei valori universali della poesia, del teatro. Oggi tutti siamo più poveri».

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