Visita ispettiva nelle carceri della provincia, sabato, da parte di una delegazione Radicale guidata dall’onorevole Rita Bernardini e composta da Gianmarco Ciccarelli e Donatella Corleo, per la consueta verifica dello stato di detenzione e delle condizioni lavorative dell’intera popolazione penitenziaria, alla luce dell’emergenza sollevata nell’ambito della battaglia portata avanti dai “seguaci” di Marco Pannella.
La visita al carcere di Castelvetrano è durata 5 ore.
I detenuti presenti sono 97 (di cui 66 in regime di media sicurezza e 31 in sezione protetta) ma la capienza regolamentare è di 38. Ospita 22 tossicodipendenti e 19 stranieri e l’alfabetizzazione concessa è solo quella elementare.
Le celle, di 8 metri quadrati, sono pensate per ospitare un detenuto, ma all’interno ve ne sono sempre 2 o 3. Gli agenti di polizia penitenziaria sono 67, ma in servizio di effettivi ce ne sono 55. Ci sono solo docce esterne alle celle e le porte permettono una circolazione ridotta di aria. Il problema maggiore riguarda la carenza di mezzi in forza al personale ma si registrano anche problemi di vestiario e divise, non rinnovati da anni.
Con i miei colleghi – ha detto Rita Bernardini – abbiamo visitato tutte le carceri della Sicilia. Ci mancavano Sciacca, Castelvetrano e Marsala. Per concludere e torneremo al Pagliarelli, a Palermo, dove siamo stati nel 2008. Il problema che denunciamo riguarda tutte le carceri italiane, luoghi di illegalità sia per i detenuti che per il personale che ci lavora: direttore, educatori e agenti, perché a monte non ci sono le leggi affinché venga rispettata la Costituzione e i contratti di chi vi lavora non sono a norma. Il nostro ordinamento penitenziario stabilisce norme che non vengono rispettate in nessuna parte d’Italia, per questo le carceri sono l’ultimo anello di una giustizia che non funziona, con 5 milioni di procedimenti penali pendenti e altrettanti civili.
L’Italia è condannata da 30 anni in sede europea per la durata irragionevole dei processi e il comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha chiesto al Governo di fare una calendarizzazione dei provvedimenti che intende prendere sia per questo aspetto che per i trattamenti disumani all’interno delle carceri.
I Radicali propongono l’amnistia e l’indulto per “liberare” la giustizia, per una riforma strutturale che passi, tra le altre, dalla legge Fini-Giovanardi sulle droghe e quella Bossi-Fini sugli immigrati. La delegazione si è poi spostata al carcere di Marsala dove si è trattenuta per due ore e mezza.
fonte. LASICILIA
AUTORE. LASICILIA
Amnistia e indulto… Semmai dovremmo metterne altri dentro.
se i politici applicassero lo stesso criterio di visite,visto che siamo sempre in territorio italiano e per costituzione ogni parlamentare rappresenta tutto il territorio italiano, a certi quartieri come belvedere,mi farebbero un piacere…visto che roma ha applicato il contratto di quartiere alla nostra zona,forse ne dovrebbe conoscere la realtà ,peccato che non abbiano portato o guardato le foto…i nostri amministratori.
Altro che indulto, dovrebbero costruire altri carceri..
mi riferisco a luca e a francesco..purtoppo dentro i carceri ci sono esseri umani e tanti di loro innocenti..ma a prescindere cio’ se meritano il carcere devono essere trattati da essere umani e non da animali..l’indulto serve per svuotare i carceri e dare la possibilita’ a chi deve scontare delle pene di non vivere in mezzo a scarafaggi e topi o dormire sul water perche’ celle che dovrebbero ospitare un massimo di 3 persone ne ospitano 7 o 8 e in maniera vergognosa.potrebbero i signori che ci governano adottare l’indulto e se fosse necessario inserire chi viene scarcerato in lavori socialmente utili ..comunque e’ facile parlare quando non si vive dentro questi ambienti
rispondo a rosy, appunto dicevo di costruire nuovi carceri, per dare più posti ai detenuti e vivere meglio, l’indulto e sbagliato, se devono stare 5/6 anni perchè ridurre la pena.. allora dove è la giustizia..
COME RACCOLGONO PERE E FRUTTA IN EMILIA,POSSONO RACCOGLIERE I BIDONI TOSSICI DEL QUARTIERE DOVE ABITO IO…
depenalizzare l’uso di cannabis e fare uscire dal carcere chi è stato beccato a farsi una canna o chi in tasca con 3 grammi viene paragonato ad uno spacciatore internazionale di cocaina. Prevedere l’utilizzo del braccialetto elettronico per reati minori. Potenziare i lavori socialmente utili. I mezzi ci sono ed è statisticamente dimostrato che il carcere è una scuola di criminalità, meno ci va la gente e meglio è.
signori guardate che le persone che stanno in carcere non sono dei stinco di santi, cerchiamo di essere noi italiani piu’ seri e meno schizzofrenci, prima ci lamentiamo della scarsa sicurezza e della mancanza della certezza della pena salvo poi dipingere i detenuti come delle vittime, smettiamo un attimino. gli americani, popolo molto piu’ serio del nostro chiama le carceri “penitenziari” che rende bene lo scopo per cui sono stati concepiti, e non, come in italia, con l’insignificante “casa circondariale”. l’indulto cari radicali per quella gente e’ come una resa dello stato, pensano “loro” (i delinquenti in carcere) non hanno gli spazi e ci scarcerano, e se la ridono, non la vedono come una indulgenza ma come una resa, non va proprio bene