Un’isola etichettata troppe volte come mafiosa, un posto in cui vivere da cittadino libero non è mai stato facile, una terra troppe volte sventrata dalla dura realtà mafiosa che l’ha sempre contraddistinta è stata raccontato nel capolavoro del palermitano Pif, rivelazione del cinema italiano.
Pierfrancesco Diliberto, palermitano Doc ha voluto raccontare nel suo film “La mafia uccide solo d’estate” il dramma di una società che negli anni ha cercato di cambiare, un dramma visto con gli occhi di un bambino siciliano che cresce in un contesto in cui il cambiamento è stato radicale così come il concetto di mafioso che ben si legava all’epoca con il nostro paese con un filo quasi indissolubile… ma qualcosa stava cambiando.
L’intervista a Castelvetrano
Ospite al Cinema Marconi di Castelvetrano, grazie all’impegno della famiglia Vaccarino, sabato 4 aprile Pif è intervenuto presentando il suo film e intervenendo, per tutto il pomeriggio, con tutti gli spettatori. Sia durante il dibattito in sala che nell’intervista che ci ha gentilmente concesso, Pif ha voluto sottolineare un concetto chiave del tuo film: “La mafia è molto competente… riconosce infatti i talenti e li uccide”
Il paragone con “La vita è bella”
Uno degli spettatore, in un intervento, ha paragonato il suo film a “La vita è bella” di Benigni, proprio a voler sottolineare la grande delicatezza dimostrata nel raccontare una terribile storia. Lo abbiamo intervistato e la sua disponibilità è stata assolutamente sensazionale regalandoci tutto il suo tempo in un pomeriggio di dibattito, nonostante gli innumerevoli progetti ed impegni che lo vedono coinvolto. Più agguerrito che mai, torna su MTV a partire dal 15 aprile con le nuove puntate della sesta stagione de Il Testimone, sicuramente uno dei suoi programmi più celebri.
Non rimane che augurarci per il piccolo Salvatore, che vedrete nell’intervista, di poter leggere nei libri di storia la parola mafia ricordando questa piaga solo per potere raccontare che attraverso la forza e il coraggio il male avrà fine.
AUTORE. Patrizia Vivona
PIF racconta la sua e la mia palermo: la mia memoria e la sua memoria è quella di tanti ragazzi nati negli anni ’70 e che hanno vissuto una giovinezza spensierata in mezzo ai morti… sembra un paradosso ma non è così. Ognuno di noi palermitani ha vissuto così la Palermo mafiosa: due episodi ricordo in particolare: era un febbraio del periodo del ginnasio liceale, e dietro al liceo meli dove andavo, prima di entrare, sparatoria alle spalle del liceo. andiamo lì e in mezzo alla confusione troviamo coi miei compagni sparato a morte l’allora presidente del palermo calcio (Natta mi pare si chiamasse)… ed ancora mi ricordo di quando un’auto scorta, correndo all’impazzata per paura di attentati, di fronte al mio liceo sbandò infilando la pensillina dove coi compagni si aspetta l’autobus per andare a casa: perdemmo due compagni… e ancora mi ricordo di essere passato dalle gallerie della a29 per andare a trovare la fidanzata il 23/05/92 trenta minuti prima del “botto” che uccise falcone e la scorta… se torno indietro con il pensiero capisco che con leggerezza ho vissuto anni terribili per la mia città e per la sicilia. Però penso anche al riscatto degli anni successivi.
Il Cinemarconi è stato in questi anni punto di riferimento della Valle del Belice, luogo di aggregazione soprattutto per i giovani. Complimenti alla famiglia Vaccarino per aver dato la possibilità in questi anni di usufruire di una sala cinematografica ben curata “nonostante la crisi del settore”. Ritengo doveroso ringraziare per la grande attenzione posta dalla gestione, in perfetta sinergia con l’autorità comunale, sensibile e attenta nel rendere disponibile la sala non solo come luogo di svago, ma anche e soprattutto come luogo di confronto per consolidare la cultura della legalità, della solidarietà contro ogni tipo di malaffare. La proiezione del film “La mafia uccide solo d’estate” è stata l’ulteriore dimostrazione. GRAZIE