La protesta dei pastori, dopo la Sardegna, si è fatta sentire anche in Sicilia. Stamattina sulla strada a scorrimento veloce Palermo-Sciacca, all’altezza dello svincolo di Poggioreale, si sono dati appuntamento i produttori di latte delle province di Trapani, Palermo e Agrigento. Al momento di protesta ha partecipato anche un gruppo di allevatori di Castelvetrano, anche loro al collasso per un comparto poco redditizio. I pastori hanno dichiarato che la lavorazione del prodotto ha un costo di 52 centesimi al litro e venderlo a poco meno di 65 centesimi non ripaga fatiche e costi.

Ogni giorno i pastori debbono fare i conti coi prodotti che entrano in Italia dall’Unione Europea a un prezzo più basso e gli allevatori siciliani (così come quelli sardi) non riescono a tenere testa alla concorrenza. «Quella di stamattina è stata una protesta legittima e pacifica – ha detto il sindaco di Poggioreale Girolamo Cangelosi – siamo vicini alle famiglie di allevatori e pastori che devono pur avere un utile dignitoso per le proprie famiglie». Gli allevatori, in segno di protesta, hanno riversato i bidoni di latte su un terreno proprio vicino lo svincolo stradale.

Il patrimonio ovino da latte regionale rappresenta il 10% circa di quello nazionale e la Sicilia è la seconda regione, dopo la Sardegna per numero di capi con 902 mila ovini e 131 mila caprini. Il reddito principale negli allevamenti ovini italiani proviene dal latte (72%), seguito dalle vendite di agnelli da latte o agnelli leggeri (21%) e dai sussidi (7%). «Martedì vorrò raccogliere le loro istanze e trasferirle su un Tavolo di confronto con il ministero per le Politiche agricole» ha ribadito il Presidente della Regione Nello Musumeci. Dal canto loro i produttori chiedono una filiera integrata dal produttore, al trasformatore fino alla Gdo come dice Alessandro Chiarelli, delegato della sezione agroalimentare di Sicindustria Palermo «fino a quando si lavoro a compartimenti stagni non si arriva da alcuna parte».

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