L’accoglienza agli immigrati? In Sicilia c’è un altro volto rispetto a quello offerto in questi giorni dalle immagini girate sull’isola di Lampedusa. Ex opere pie trasformate in dormitori, stabili che ospitano i migranti secondo il progetto d’accoglienza Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Ma non solo antichi stabili ospitano gli immigrati che attendono i colloqui con le Commissioni territoriali per il riconoscimento dello status di “rifugiato politico”.

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A Marinella di Selinunte, a due passi dal parco archeologico più grande d’Europa, l’originale scelta della cooperativa “Insieme” è ricaduta su due strutture turistico-ricettive, a poche decine di metri l’una dall’altra, che oggi ospitano migranti: l’ostello “La Locanda” con 105 immigrati e il turismo rurale 4 stelle “Baglio Elia” che ne ospita 19. In quest’ultima struttura sino a qualche mese addietro c’erano turisti e il grande salone con camino era un ristorante aperto al pubblico.

Ora la cooperativa “Insieme” ha preso in affitto l’intero baglio ristrutturato (pure con piscina) e i migranti (quasi tutti provenienti dal centro di Lampedusa) dormono nelle camere identificate con alcuni nomi di donne. Colazione, pranzo e cena e poi il pomeriggio libero a passeggio tra le vie e la campagna che sconfina verso i templi di Selinunte o nel campo sportivo di fronte la Locanda o, ancora, a giocare a biliardo.

I volontari tengono lezioni di italiano e i migranti, nelle faccende di casa, si “autogestiscono”: c’è chi pulisce le camere, chi provvede al bucato. “La nostra idea – spiega il presidente della cooperativa, Giuseppe Scozzari – è quella di utilizzare le terre attorno a queste strutture turistiche e così impegnare i migranti nella coltivazione dell’orto e degli uliveti”.

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Testo e foto di Max Firreri
per Repubblica.it

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