Il sole asciuga la terra e, forse, anche le lacrime di chi ha perso qualcosa: un muro di cinta, qualche pezzo di casa o anche un albero del giardino. A Triscina non ci sono più tre vie perché la forza dell’acqua le ha spazzate via, ridotte ora a letto di fiume con i tubi di acqua e luce che sono sbucati fuori dalla terra. A poche settimane dalla tempesta che ha fatto danni, abbiamo voluto documentare le condizioni di un frammento di Triscina “ferito” dalla furia dell’acqua. Le vie 128a, 130a/A e 157a sono state cancellate. Non c’è più la strada sterrata e quello che abbiamo visto – e che documentiamo in questo video che pubblichiamo – sono le stesse scene di un paese terremotato. Muri a terra, cancelli sventrati, lastre di cemento trascinate per decine di metri e spazi vuoti sottostanti e pericolanti che si sono creati e che oggi fanno paura.
C’è rabbia e amarezza tra chi oggi fa i conti con i danni. Gaspare Gulotta, ad esempio, è un architetto il cui recinto di casa è stato sventrato da due parti diverse dall’acqua. Chi ha casa nella via 157a oggi ha difficoltà ad entrarvi. La strada è scomparsa (creando alti dislivelli) e l’acqua ha trascinato a mare detriti e cemento. A monte ex cave di sabbia oramai in disuso sono diventati laghi naturali. E c’è chi scommette che tutto ha avuto inizio da lì: le abbondanti piogge hanno fatto straripare l’acqua che si è poi riversata come fiume lungo le vie.
Oggi è il tempo della messa in sicurezza, della conta dei danni e del ripristino urbano di queste vie. Sono strade che non hanno un nome ma solo un numero. Strade di periferia di una frazione come Triscina finita al centro delle cronache italiane per abusivismo. Ma questa è un’altra storia. Un’altra storia di gestione discutibile del territorio.
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