onda anomalaSembra che esistano tre tipi di onde anomale:
I “Muri d’acqua” che si estinguono dopo 10 km nell’oceano, le “Tre Sorelle”, che viaggiano a gruppi di tre e la Singola onda di tempesta gigante, che colpì la “MS Bremen” qualche anno fa.

Pare che quella avvistata a Selinunte il 17 agosto scorso faccia parte di una nuova categoria: quella delle onde che non arrivano mai, la cui caratteristica principale è starsene pigramente ferma al largo.

In molti, nel pomeriggio, dalle spiagge di Selinunte, Triscina e Tre Fontane, avevano notato all’orizzonte una striscia bianca molto somigliante ad una grossa onda schiumosa.
Il passaparola si propaga, l’ansia cresce, lo tsunami che devastò la Thailandia torna alla mente e molti cominciano a sudare più del dovuto. In poco tempo, nelle due borgate di Castelvetrano e nella Tre Fontane di Campobello di Mazara, tutti si ritrovano a fissare il mare, proprio dove in lontananza appare malignamente frammentario.

Spuntano decine di binocoli e squillano centinaia di cellulari. L’onda anomala è sempre lì, ad alcuni sembra quasi che indietreggi come quella goccia che viene su per le scale nei racconti di Buzzati. I più ansiosi cominciano a chiedersi spazientiti “perché non arriva e la facciamo finita”.
La tensione è palpabile, si capisce dall’aumentata tendenza a parlare con persone con cui di solito ci si saluta appena, cercando elementi di disconferma della propria paura.
La gente osserva l’orizzonte e poi scruta le espressioni degli altri bagnanti, un po’ come quando in aereo, durante le turbolenze si osserva il tipo che continua a leggere tranquillamente il giornale e si deduce che allora vuol dire che va tutto bene.
Insomma, tutto è in un equilibrio precario che potrebbe essere turbato da un nonnulla, un bidone di benzina già versato che aspetta solo il cerino.
E il cerino non tarda ad arrivare. Ad accenderlo sono addirittura gli uomini dei Vigili del Fuoco che, nella borgata di Triscina, invitano la gente ad allontanarsi dalle spiagge, perché “potrebbe” essere in arrivo un’onda anomala.
Se lo dicono loro allora sarà vero! Altro che psicosi collettiva! Vuoi che i Vigili non abbiano verificato l’esistenza del pericolo prima di dare l’allarme?
E’ a quel punto che si scatena un putiferio da film americano, tra l’ipertensione degli anziani e l’adrenalina degli adolescenti. L’obbiettivo è uno solo: allontanarsi dal mare.
Già ma “quanto” lontano? E se davvero si trattasse di uno tsunami? A Triscina molti si mettono in macchina, sulla moto, in bicicletta e si riversano sulla strada che porta a Castelvetrano, tra urla, bambini terrorizzati e incidenti stradali (per fortuna rilevatisi non gravi), in preda ad un panico ingiustificato senza precedenti.
C’è chi giura di aver visto l’acqua arrivare fino al benzinaio sulla statale e chi di aver avvistato l’isola di Pantelleria a causa dell’abbassamento del mare.
Probabilmente qualche politico si sarà preoccupato un po’ pensando al succulento bacino elettorale dei proprietari di case abusive completamente sommerso. Ma poi si sarà rincuorato pensando ai fondi per la ricostruzione, come ai tempi del terremoto in Irpinia con De Mita e Pomicino direttori del magna magna.

Ma niente di tutto questo, si trattava solo di un effetto ottico e la Protezione Civile rassicura i sindaci.
L’indomani il Giornale di Sicilia parlerà di fuggi-fuggi generale causato da un miraggio. Nessun accenno all’intervento dei Vigili del Fuoco.
Chi ha ordinato loro di far allontanare la gente dalle spiagge? Come è stato possibile creare un allarme del genere senza prima avere la certezza di un effettivo pericolo?
Mistero.
Qualche giorno dopo, il “prestigioso” quotidiano torna a parlare dell’onda anomala. Ci si aspetterebbe qualcosa sulle responsabilità dell’allarme ingiustificato, invece si parla di un consigliere comunale che, per esorcizzare la paura, ha offerto dei cocktail ai turisti allentando la tensione!
Alla fine sembra davvero tutto anomalo. Tranne l’onda

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