La sabbia, ritirandosi, ha fatto mancare le fondamenta ad alcune case costruite a pochi metri dalla battigia. E’ crollato anche un tetto, aprendosi in due e precipitando rovinosamente sul pavimento.
Appena un anno fa, il consiglio comunale aveva approvato un’azione di sensibilizzazione nei confronti della Regione Siciliana per il riordino della zona costiera. Un “riordino” inteso però come salvaguardia del costruito e “regolamentazione di ciò che deve essere salvato”.
Ci fu addirittura chi, come Paolo Calcara, attuale candidato sindaco dell’Api, identificò proprio nelle demolizioni un sicuro danno ambientale, perché “ci vorrebbero almeno cinquant’anni per garantire un equilibrio all’ecosistema, a parte lo smaltimento dei detriti”. Insomma, un vero difensore delle coste e della natura.
L’attuale sindaco Pompeo invece, aveva parlato della STU (Società di Trasformazione Urbana). Sarebbero dei piani di recupero volti a trasformare le case da abbattere in strutture alberghiere e di servizi. Il tutto coi soldi dei privati, magari gli stessi proprietari di case che hanno, come disse Pompeo, “il privilegio di avere le case a pochi metri dal mare”. Un privilegio che le istituzioni, corresponsabili delle edificazioni selvagge ancor più che i proprietari, non hanno avuto mai il coraggio di revocare. Oggi però il mare sembra aver preso l’iniziativa senza guardare in faccia nessuno, trasformando il privilegio in un pericolo.
Ma da anni ormai la battaglia è sempre la stessa ed è quella che vede gli abusivi alla ricerca di una sanatoria. Sono tanti i castelvetranesi che hanno la casa a Triscina e che vedono un nemico in chi parla di demolizioni. E questo la politica lo sa bene.
L’immagine che viene data all’esterno invece è molto diversa. Ne è un chiaro esempio la trasmissione “Linea Verde”andata in onda domenica scorsa su Rai Uno: bene le olive, le arance, l’olio, il pane nero e i cuccioletti da adottare ma, sorvolando le coste del nostro territorio con l’elicottero, non si è potuto non parlare del devastante abusivismo edilizio. “E’ proprio di queste settimane una discussione su una sanatoria di ben 24 mila case lungo tutte le coste siciliane” ha commentato la giornalista Alma Torretta, aggiungendo: “Ed è un vero peccato”.
Lo scempio però non si limita certo al visibile, perché sotto le case c’è l’invisibile: i pozzi neri. Già, perché Triscina non ha una rete fognaria. E se i pozzi neri delle migliaia di case costruite in modo abusivo non fossero a totale dispersione ma da spurgare, verso la fine dell’estate la borgata pullulerebbe di camion auto spurgo. Una congestione del traffico che fino ad oggi non si è mai vista.
Ecco le foto del disastro dello scorso mese a Marinella e Triscina
(foto di Gianni Arimondi) – clicca sulla foto per andare avanti
Egidio Morici
www.500firme.it
per L’isola del 10/12/2011
Dove erano le Istituzioni quando si costruiva selvaggemente? Perchè ora si da la colpa ai privati che hanno distrutto la natura? Oggi per rimediare al danno ormai irreversibile bisogna abbattere tutti i fabbricati entro i 200 metri dal bagnasciuga, quindi costruire un lungomare e sanare nei giusti limiti il resto delle abitazioni. Risarcire chi subisce il danno, perché hanno pagato una sanatoria e perché le autorità erano già a conoscenza dell’abbuisivismo.
La cosa ancor più grave è veder ricostruire muri o meglio bastioni e barriere frangiflutti in maniera selvaggia, in barba alle normative sull’edilizia e soprattutto in barba al buon senso. Il tutto ovviamente senza che nessuno intervenga denunciando gli ulteriori abusi edilizi.
Perché non andate a fotografare anche questo?
bravissimo egidio! è inutile che si continui a parlare di barriere contro le onde o di piani regolatori: IL MARE SI RIPRENDE QUELLO CHE È SUO che ci piaccia o meno (e fa bene aggiungenrei)
“Risarcire chi subisce il danno” ????? °|°
Ma per favore!
Signor Marino, sicuramente la latitanza delle istituzioni nel controllo dell’abusivismo è qualcosa di deprecabile ma questo non elimina la grave colpa di chi costruisce in terreno demaniale, depredando la comunità di uno spazio che dovrebbe essere incontaminato e fruibile da tutti. Inoltre, chi ha costruito a meno di duecento metri dal mare quasi mai (ci sono delle rarissime eccezioni) ha potuto sanare l’immobile e quindi non solo non ha pagato nulla, ma ha usufruito di un terreno non suo e di una posizione privilegiata. Chi non vorrebbe alzarsi la mattina e avere lo spettacolo del mare a pochi metri? Può ben capire che queste persone non dovrebbero essere risarcite di nulla ma bensì punite. Quantomeno gli oneri di abbattimento e ripulitura dei terreni abusivamente edificati dovrebbe essere a loro carico!
sono d’accordo col signor marino,solo per i risarcimenti io proporrei una cascia di sarde e un kilo di salsiccia a testa da arrostire con i detriti delle fetide abitazioni abusive….ma questo rimarrà un sogno fin quando avremo questa finta democrazia che raccoglie le istanze dei peggiori!