Dopo la trasmissione televisiva di domenica scorsa «L’arena», trasmessa su Rai1 e nell’ambito della quale si è affrontata la problematica delle case abusive a triscina dove ben 500 sono da abbattere, Biagio Sciacchitano, tra i componenti del direttivo dell’associazione «Horizzonti futuri» e che da decenni si batte per salvare anche una casa di famiglia dichiarata, allo stato, non sanabile, chiede l’istituzione di un tavolo tecnico attorno al quale sedersi, ragionare e dialogare sulla tematica.
La più grande opera pubblica della storia della Sicilia – afferma Sciacchitano – finanziabile dall’Unione europea è la legalizzazione delle costruzioni della fascia dei 150 metri dalla battigia attraverso Piani di riordino o riqualificazione delle coste.
Diversamente operando saranno distrutte immense risorse economiche e le demolizioni rappresenteranno il più grande disastro ambientale e il più grande fallimento della politica della Sicilia. Peraltro l’Assessorato regionale al Territorio e ambiente (Arta, ndr.) dopo 50 anni ha negato il riconoscimento di zona edificabile “B” per le lottizzazioni Quartana e Volpe.
In riferimento a queste ultime Sciacchitano asserisce che se esse sono da considerasi abusive «in quanto approvate o realizzate prima del Piano comprensoriale n. 4 allora potrebbero essere a rischio di confisca tutte le aree lottizzate abusivamente e i relativi fabbricati, come l’ex Villa Quartana (riqualificata dal Comune con fondi Ue, ma ad oggi non completata, ndr.) e la rete fognaria che deve essere appaltata in questi giorni». Sciacchitano afferma che il Comune su triscina avrebbe omesso di applicare alcune sentenze in relazione a Piani e regolamenti edilizi.
«In spregio al principio costituzionale che le sentenze vanno rispettate ed eseguite – conclude – il Comune ha ad esempio omesso di applicare n. 1968 del 2000 del Tar con la quale era stato annullato un provvedimento del 2000 emesso dall’Arta che disponeva il riesame parziale dei Piani esecutivi e del regolamento edilizio relativi al Prg del 1994». Il sindaco Felice Errante e l’assessore regionale al Territorio e ambiente Mariella Lo Bello hanno dichiarato che si andrà avanti con le demolizioni. Per l’abbattimento delle 500 case non sanabili saranno necessari 15 milioni di euro, 30mila euro per ciascun immobile. La somma dovrebbe essere approntata dal Comune che poi potrà rivalersi sui proprietari. E per le case (e sono diverse) acquisite al patrimonio indisponibile dell’ente locale?
Margherita Leggio
per La Sicilia
Come al solito i costi delle demolizioni, dovute a scelte politiche incompetenti, ricadranno su noi contribuenti che resteremo a guardare mentre si spreca denaro pubblico. Piuttosto che demolire con i nostri soldi perché non ci si impegna a riqualificare Triscina, attivando dei piani di recupero e rendendola area urbana invece che zona di espansione, e non far pesare sui figli gli errori fatti dai genitori non per illegalità ma spesso per ingenuità.
Vorrei ricordare al signor Sciacchitano che un’opera pubblica si chiama così solo perchè sarà la comunità a usufruirne e non dei singoli privati. In buona sostanza è come se dei soldi pubblici debbano essere spesi per sistemare le case dei privati. In ogni caso, mi chiedo: di quale disastro ambientale si parla in caso di demolizione? La demolizione effettuata a Scala dei Turchi rientra in questa definizione? A me sembra che in quest’ultimo caso ci sia anzi stata una valorizzazione della zone in seguito all’abbattimento. Se andate nel luogo della demolizione oggi troverete sterpaglia… non è il massimo ma la natura ha bisogno dei suoi tempi per riprendersi da un attacco simile. Il disastro ambientale l’ha fatto chi ha costruito in sfregio alla natura e alle leggi. Ricordo inoltre che è un falso problema quello delle demolizioni a macchia di leopardo. Alcune case in riva al mare sono “legali”, è vero, ma sono solo una minoranza. Se si abbattessero quelle insanabili la spiaggia si allargherebbe, non ci sarebbero più degli scarichi diretti a mare (come tanti video e foto dimostrano), ne guadagnerebbe la salute del bagnante, dell’ecosistema e anche a livello estetico sarebbe un bel passo avanti!
Premetto che se in questi ultimi anni a Triscina si è continuato a costruire abusivamente, non ci sono alibi per una immediata demolizione, debbo dire che assistendo alla trasmissione televisiva ultima, su un tema che da una immagine non bella della nostra terra, mi pare che la rappresentazione della “STORIA di TRISCINA” non è ben esplicitata, neanche dal Sindaco, o perchè non perfettamente conosciuta o per poca attitidine alla comunicazione.
La Storia dice che negli anni sessanta(circa cinquant’anni orsono)il consiglio comunale ha approvato due lottizzazioni di terreni (Quartana e Volpe) che presupponevano una prosecuzione dell’iter amministrativo.
I lotti dei terreni lottizzati sono stati venduti con regolare anno notarile che li dichiarava edificabili e gli acquirenti hanno pagato al Comune di Castelvetrano
l’imposta incremento valore, allora vigente, del terreno da agricolo ad edificabile.
Con l’evidente avallo delle amministrazioni dell’epoca
questi lotti cominciarono ad essere costruiti abusivamente.Successivamente, negli anni settanta la legge ha vietato le costruzioni nella fascia dei 150 metri, facendo salve le costruzioni (sulla spiaggia)
costruite prima e, sostanzialmente, annullando i rogiti
di acquisto dei lotti ed il pagamento al comune della imposta incremento valore che il COMUNE NON HA MAI
RIMBORSATO.Ci sono state credo due sanatorie edilizie
con il discrimine della data di edificazione ai fini della applicabilità della sanatoria. Tutte le domande di sanatoria sono state valutate dal Comune,ai fini di accertare da data di edificazione(bastava avere fatto lo scavo del terreno)con una famigeraaerofotogrammetria che ho visto personalmente, E NON RECA ALCUNA CERTIFICAZIONE in ordine alla data in cui è stata redatta.Sulla base di questa fotogrammetria centinaia
e centinaia di istanze di sanatorie sono state approvate, centinaia sono state respinte.
Da un controllo di quella operazione sono sicuro nascerebbero molte perplessità.
Sono passati quaranta anni, il COMUNE ha certamente
precise responsabilità, perchè negli anni le abitazioni abusive si sono moltiplicate,NON HA RESTITUITO NE’LA
IMPOSTA SUL VALORE AREE FABBRICABILI degli anni ’60, nè
la sanzione pagata per le domande di sanatoria non accolte.
Ora si pretende rispetto di una legalità che cittadini e pubblica amministrazione non hanno rispettato, senza tener conto della STORIA e senza tener conto che l’interesse pubblico va salvaguardato in concreto non in astratto. DEMOLIRE INDISCRIMINATAMENTE SIGNIFICA AVERE LE CASE SANATE SULLA SPIAGGIA ED UN PAESAGGIO SIMILE ALLE CITTA’DOPO I BOMBARDAMENTI.Questo è interesse pubblico sig. Sindaco?
0ccorre un piano, razionale ed armonico, di recupero,
anche con demolizioni, che non siano indiscriminate ed a prescindere.La Città di Parma,alcuni anni orsono,
ha affrontato con equilibrio e razionalità un abuso edilizio di circa sei o sette palazzine, senza ricorrere alle demolizioni, tutelando in concreto l’interesse pubblico e la legalità,non in astratto
Signor Stelio, lei è certo che TUTTE le case sulla spiaggia siano state sanate? A me risulta che molte di esse non lo sono affatto. Lei è certo che una casa senza prospetto, solo cemento, ferro e mattoni in bella vista, sia meglio di un terreno in cui in pochissimo tempo crescerebbe una macchia spontanea di verde? Lei è davvero così sicuro che Scala dei Turchi stava meglio con quell’ecomostro che la deturpava?
Nessuno mette in dubbio il fatto che il comune di Castelvetrano, negli anni, abbia fatto errori madornali di tutti i tipi – sia a livello amministrativo che di controllo – ma chi ha costruito in quella fascia ha infranto la legge e una sanatoria andrebbe a danneggiare proprio chi le leggi le ha sempre rispettate.
Giusto per curiosità, permettetemi una domanda( e speriamo che non mi brucino il portone di casa o l’automobile): quale sarebbe la ditta, evidentemente specializzata nel movimento terra, incaricata delle demolizioni? ( 15 milioni di euro! a quale mafioso o colluso non interesserebbe un appalto del genere?)
mi pange il cuore sentire che si devono buttare case giu”in rispetto hai sacrifici che la gente ha fatto magari stando lontani da dalla nostra cara italia per accumulare i soldi per costruire , e ora viene chiesto loro di buttarli giu’ a proprie spese ,ma questo cosa la vedo proprio una grossa difficolta ,ho scritto altre volte ,e non sono la sola a dirlo , in questi casi ci vorrebbe sedersi a tavolino ed esaminare quali davvero eliminare ,ma soltanto per allargare la spiaggia , e noi per punire i proprietari , ma solo dov’e necessario , e per il resto far pagare una multa e sanarli con una legge speciale sanarli , cosi’ facendo la zona non rimarrebbe come se ci fosse stato un terremoto , con case cadute e case in piedi , ed eliminare i 15 milioni di spesa magari riducendo a 5 , elasciare tutte quelle case che la gente ha costruito mangiano pane e cipolla per risparmiare , se si vuole la regione puo’ fare questo , basta volerlo , grazie e scusate ,ma amo troppo triscina, pero’ rispetto tuttisia le istituzioni che la gente che ha fatto le case anche se abusive , e’ un vero’ paccato !!!!