Avanti tutta. Anche tra le onde leggere di uno scontro oramai ufficializzato tra maggioranza e opposizione. Il vice sindaco Biagio Virzì sul Tavolo di crisi che tante polemiche ha sollevato, è categorico: «Noi andiamo avanti, abbiamo già un cronoprogramma di videocall a partire da domani con confederazioni, parti sociali, rappresentanti della ristorazione, bar, turismo, degli Ordini professionali, gli operatori della cultura e dello spettacolo e poi il sistema bancario locale». Virzì sembra avere le idee chiare su ciò che deve essere il Tavolo di crisi: «Il nostro territorio è stato decimato dall’emergenza e vogliamo che nessuno rimanga indietro, consapevoli che non siamo né legislatori e nemmeno fabbricatori di credito».
Sullo sfondo le polemiche di questi giorni, gli inviti che c’erano e non c’erano, alcune forze politiche che volevano affrontare la questione in aula consiliare (poi negata dal Presidente Patrick Cirrincione perché non ancora sanificata) poi dirottata nella stanza del sindaco e aperta soltanto ai capigruppo. Tutto questo ha fatto arrabbiare alcuni consiglieri pronti ad accusare Alfano e la sua Giunta. Per alcuni giorni si è andato avanti tra botta e risposta con comunicati e note di replica.
Opposizione e Giunta si sono fatti vedere i denti, «e pensare che dentro “Obiettivo città” ci sono persone con i quali potremmo fare insieme lavori straordinari», dice Virzì. Il vice sindaco ne è consapevole che l’opposizione accusa. Ma sul Tavolo di crisi (che lui da bancario ha pensato) sarebbe «contentissimo se al primo confronto qualcuno bussasse alla porta per sedersi al tavolo con noi». Un segnale d’apertura alle forze d’opposizione. Che, tra l’altro, non sarebbe il primo mostrato da Virzì. «Ricordo quando in consiglio si discuteva il Piano delle opere pubbliche e io dissi: “Il prossimo Piano lo condivideremo insieme”».
Il Tavolo di crisi può essere occasione di dialogo costruttivo? «La nostra apertura è vera e sincera», ammette Virzì, pronto a ribadire come la città di Castelvetrano è diventata «non bancabile». Ecco perché lui confida molto nell’incontro con i rappresentanti del sistema bancario locale, al quale chiederà regole meno rigide.
Bisogna ripartire. Dal commercio, dal turismo: «Vogliamo che nessuno fallisca», dice Virzì. E il vice sindaco pensa già di portare al tavolo locale “Invitalia” per ristrutturare, dal punto di vista turistico, il territorio selinuntino. Sulla falsa copia del protocollo che nel 2005 (era senatore l’ex sindaco Giuseppe Bongiorno) firmò l’allora sindaco Gianni Pompeo al Ministero dei Lavori pubblici, che allora non vide, però, mai la luce. Quindici anni fa si parlava già di Piano strategico sperimentale “La città Parco di Selinunte”.
AUTORE. Max Firreri