Nella riserva viene protetto lo scarabeo.
È una cosa che sanno in molti. Ciò che invece sanno in pochi, è che lo scarabeo non è quello che spesso vediamo girare per le spiagge. Ma una specie completamente diversa, che si è estinta più di vent’anni fa.
Certo, per i naturalisti e gli appassionati non si tratta certo di una notizia, ma per chi vorrebbe tappezzare la zona di stabilimenti balneari, potrebbe accendersi una lampadina nel buio dei vincoli che finora non hanno permesso la posa di un solo mattone.
Lampadina che però è destinata a spegnersi, vista la presenza di tante altre specie animali da proteggere presenti nella riserva.
Ci si chiede però perché lo scarabeo (Thorectes Marginatus) si sia estinto.
L’entomologo Davide Castelli non ha dubbi: “Metto la taglia su questo esemplare. Se qualcuno dovesse portarmene uno dalle foci del Belice, lo immortalerei nella scienza con una pubblicazione, perché sarebbe un ritrovamento di portata internazionale. È successo che dopo l’istituzione della riserva – continua Castelli – è stato impedito per qualche tempo al pastore di portarvi le pecore al pascolo. Il Marginatus, che è uno stercorario, si è estinto nel giro di qualche anno”.
L’entomologo dice la sua anche sulla gestione della riserva: “Fino ad oggi è stata fallimentare, le prove sono sotto gli occhi di tutti. Le riserve dovrebbero essere gestite dai naturalisti. A Castelvetrano ci sono dei giovani, purtroppo disoccupati, il cui grado di preparazione è altissimo, con pubblicazioni scientifiche su riviste mondiali. Sono persone con competenza e passione che, in collaborazione col mondo accademico universitario, potrebbero gestire questo grande patrimonio naturalistico”.
Ma chi sono i visitatori della riserva?
C’è un turismo interessato a questo patrimonio così mal gestito e poco valorizzato?
Gli alberghi sorti nelle immediate vicinanze, servono davvero per ospitare gli appassionati della riserva, come certa stampa e certa politica ha voluto far credere? Difficile crederlo, visto che nel recente passato la politica ha promesso loro un tratto di spiaggia per il turismo balneare dei propri ospiti.
In quest’ottica, le passerelle in legno più che permettere ai turisti un percorso di fruizione della riserva, rappresenterebbero invece un mero attraversamento per raggiungere la spiaggia.
Il visitatore della riserva non esiste – osserva ancora Castelli – si tratta di bagnanti. Gli alberghi non dovrebbero esserci. Purtroppo ci sono, ma sicuramente sarebbe bene che non ne sorgessero degli altri. Diversamente si rischierebbe di perdere milioni di anni di storia evolutiva e patrimoni di incalcolabile valore.
Egidio Morici
www.500firme.it
Concordo pienamente con l’ottima intervista, dal mio punto di vista bisognerebbe partire dal liberare la riserva da ogni tipo di attività turistica, lido e postazioni balneari alberghiere.
L’intervista integrale rilasciata dal sig. Castelli non è tanto pacata e riflessiva così come Morici, intelligentemente, la presenta. Castelli nel contesto del suo discorso, oltre a molte inesattezze, già dette nei commenti che hanno preceduto questa pagina, continua a mostrare stizza e risentimento, non giustificabili, nei confronti di chi è arrivato ad accompagnarlo nella riserva del Belice per verificare l’ipotesi dell’estinzione del Thorectes marginatus dal biotopo. Nelle scienze naturali le ipotesi sono ben diverse dalle certezze che in assenza di ricerche, studi mirati, non possono mai essere accolte. Quando Castelli anni addietro mi confidò la sua teoria sull’estinzione del marginatus dalle dune limitrofe alla foce del Belice gli dissi di non dirlo ad altri esperti, visto che anche con l’istituzione della riserva (il regolamento lo vieterebbe e in questo senso anche il Piano di gestione del SIC) le pecore non sono andate mai via dall’area protetta, se non negli usuali periodi in cui, per motivi trofici, il pecoraio le porta altrove. Gli dissi pure che il geotrupide si accontenta delle caccole dei conigli selvatici che, di certo, nella riserva non sono mai mancati, se è vero, come è vero che ci sono spregiudicati che, in assenza di controlli, continuano addirittura a condurre i cani da cerca e da seguito in addestramento, come se la riserva naturale fosse un cinodromo. Sulla scorta di detto consiglio, si è limitato a correggere il tiro, asserendo che INIZIALMENTE le “pecore si sono allontanate per un certo periodo di tempo”. Cosa che nel nostro caso non è ammissibile perchè in uno studio serio non si prescinde mai dalla registrazione esatta del tempo in cui è stata condotta la verifica: “dal….. – al…..”. La sua trovata, però, avrà fatto il giro del mondo se è vero, come è vero che, qualche anno addietro, portandomi presso gli Uffici peposti della Provincia, per lamentarmi della presenza massiccia di pecore nella riserva che calpestavano pure i nidi di Fratino, il funzionario addetto, il sig. Fausto D’Arienzo (ora in pensione), di Castelvetrano, mi disse che era impossibile allontanare le pecore perchè garantivano la sopravvivenza dello stercorario (cioè del marginatus). A nulla è valsa la mia protesta tendente a fare rilevare che la riserva non era stata istituita per garantire la sopravvivenza di una sola specie animale e che lo sterco delle pecore o di altri ruminanti poteva essere, comunque, immesso. Il Castelli, tra l’altro, non è nuovo a queste trovate. Dopo il rinvenimento (28/V/1978) a Capo Feto, da parte di Attilio Carapezza e Bruno Massa, di una nuova specie di coleottero melolonthide, l’Hoplia attilioi, il nostro ha cominciato a ricamarci sopra, asserendo che la specie può essere rinvenuta solo nei circa 100mq. alle spalle del noto faro, nelle giornate non ventose e nel mese di maggio. Quando, con l’amico Piero Palermo (il noto guardiano di polli chiamato incautamente in causa nei commenti di Castelli) ho trovato il ritaglio di tempo disponibile per potere effettuare questa verifica, ho tovato l’insetto a circa un chilometro di distanza, ad est del faro. L’ho rinvenuto, tra maggio e giugno inoltrato, con vento e con pioggia, sempre sui fiori di Silene coeli-rosa, specie vegetale con la quale sembrerebbe vivere in simbiosi. L’insetto, infatti, fa perdere completamente le sue tracce allo sfiorire della pianta. Giampaolo Rallo, naturalista veneto di fama internazionale, consulente del Ministero dell’Ambiente per le zone Ramsar, lo scorso anno è venuto a Capo Feto per prendere atto, sulla scorta delle mie segnalazioni, della presenza dell’attilioi al limite sud-est di Capo Feto. Non sono un entomologo, ma da naturalista non ho mai preso sul serio l’attività svolta da Castelli, se non quella della collezione di specie di entomofauna, se non quella della lettura di libri di qualsiasi indirizzo scientifico. L’ornitologia al pari dell’entomologia è una branca della zoologia, quindi, della biologia. Come l’entomologia presuppone la ricerca (per l’entomologia basta sollevare sassi dal terreno o smuovere lo sterco o scortecciare alberi o piazzare trappole) e il rilevamento sul campo delle specie faunistiche che attengono alla materia. Solo che il rilevamento (birdwatching termine inglese che non sminuisce il valore dell’attività) degli uccelli è alquanto più difficile, visto che volano, si allontanano speditamente e bisogna saperli identificare anche a volo. C’è chi lo fa istintivamente per esperinza acquisita, c’è chi preferisce avere il manuale di riconoscimento sempre a poratata di mano, c’è chi prova riluttanza e vorrebbe lasciare intendere che l’ornitologia (non solo il Birdwatching) è il fanalino di coda della zoologia. Evidentemente l’ornitologia è tutt’altra cosa, ovvero la conoscenza, oltre che l’identificazione degli uccelli selvatici e solo gli ignoranti o i presuntuosi o gli invidiosi la possono confinare alla non facile attività di rilevamento o birdwtching. Un buon ornitologo non può prescindere dalla conoscenza degli ecosistemi e per questo è da ritenere un naturalista. Chi ha praticato l’attività venatoria con passione e nell’osservanza piena delle regole si porta appresso le qualità di base del naturalista, dell’ecologista. Non a caso i vari Carlo Ettore Arrigoni degli Oddi, Giacinto Martorelli, Augusto Toschi, Alessandro Ghigi (il fondatore dell’Istituto di Zoologia applicata alla caccia, ex INFS, attuale ISPRA, Istituto Superiore per la ricerca ambientale, alle dipendenze del Ministero dell’Ambiente), Edgardo Moltoni, Mario Incisa della Rocchetta (primo presidente italiano del WWF), Bruno Massa, Fabio Perco, Angelo Priolo, il popolare Fulco Pratesi (cacciava anche in Africa), tanto per citarni alcuni, rimangono tra i più noti naturalisti italiani moderni. Gestire le riserve presuppone passione, conoscenza e competenza cose che allo stato attuale non albergano nè nelle Università che di fatto già controllano tutto quanto ruota attorno alla conservazione della “biodiversità”, nè nella maggior parte dei giovani laureati (scienze naturali, biologia e veterinaria) che giustamente pensano a sistemarsi. Personalmente non sono riuscito mai a cingermi di due, massimo tre allievi che mi hanno giustamente lasciato quando hanno capito che la competenza acquisita anche sul campo, da noi, non è sufficiente a garantire il ritorno economico. Cosa che Davide Castelli sa benissimo, ma anzichè prendersela in maniera ponderata con i politicanti e con i mamma santissima degli atenei, scarica su di me. Chissà perchè? Ma c’è un perchè.
@Enzo. Sciabica : Mi rifiuto di scendere sul tuo solito piano di demagogia giuridico politica, in quanto il mio milieu culturale è prettamente scientifico. Rispetto il tuo hobby, ma non devi spacciarlo per attivitá culturale nè puoi atteggiarti a maestro di inezie. Rispondo alle tue perplessitá semplicemente invitandoti a citare e dimostrare la presenza attuale di un solo esemplRe vivente di marginatus. Da diversi anni a questa parte, non se ne è trovato nemmeno uno, ergo, tutti gli elementi puntano per una diagnosi di estinzione, almeno nel biotopo delle Foci. La tua opinione sulla caccia è solamente una tua fissazione maniacale ed é inutile che riporti nomi più o meno altosonanti. Se qualche personaggio famoso fuma 3 pacchetti di sigarette al giorno o mangia i bambini, non per questo tali misfatti diventano beatifici. La caccia è un delitto contro l’ambiente ed i cacciatori sono dei criminali. Avere un approccio scientifico vuol dire collegare i saperi tramite il problem solving e conoscere il significato dei taxa nel più vasto contesto della storia naturale. Nei tuoi scritti hai dimostrato se pre un approccio monco ed avulso dalle grandi problemati he dell’alta Scienza, collegata più con la Filosofia checon l’andare a taliari l’oceddri. Inoltre, i giovani naturalisti( quelli veri) che tu vorresti scalzare per inesperienza presunta, in collaborazione con il mondo accademico( che a differenza tua, conosce la biochimica, la biologia molecolare, la genomica, ecc), essendo gli unici veri specialisti della gestione ambientale, sono i soli ad avere il diritto a gestire le riserve.circa l’Hoplia attilioi, se a 100 o 300 metri dal faro, ti lascio nella tua ignavia. A proposito, non mi hai ancora risposto alla domanda sul significato biogeografico sistematico sul significato della presenza del pollo sultano( dimostra di non essere solo un dilettante).
Ma di quali taxa parli, visto che a cominciare dagli uccelli selvatici (è solo agli uccelli selvatici che la comunità scientifica internazionale ha dedicato speciali aree di conservazione), contrariamente all’approccio che io ho anche con gli invertebrati, le altre entità faunistiche mi sembra che ti facciano ribrezzo? Non ricordo che tu mi abbia mai chiesto notizie sul ritorno del Pollo sultano nelle nostre zone umide e, comunque, basta leggere l'”Atlante della biodiversità della Sicilia, Vertebrati terrestri” (Ed. ARPA Sicilia 2008 – alla stesura del quale, dopo la riunione di Pergusa, coordinata da B. Massa, non ho voluto collaborare per mia scelta) per capire chi è lo studioso del Pollo sultano in Sicilia sud-occidentale. Sul Rallide, dal 2005 (19/9 la data del primo rilevamento di questa specie altamente criptica), ho pubblicato due articoli sostanziosi (in Giornale non scientifico, visto che la RIO – Rivista Italiana di Ornitologia – Edita dal Museo di Storia Naturale di Milano o Migratori Alati, RGF di Milano, hanno sospeso le pubblicazioni intorno a quel periodo) e spero che l’anno venturo potrai leggere la sua storia recente, in Sicilia sud-occidentale, in un libro che probabilmente sarà pubblicato da una Casa editrice che ci crede (visto che mettendo da parte la questione economica non ho mai provato piacere a pubblicare di tasca mia). Davide, tu olte che collezionista di insetti, mi sembri essenzialmente un sofista delle varie materie scintifiche (se non erro sei stato tu a definirti tuttologo), ma non un naturalista. Basta osservarti sul campo per capirlo. Per verificare le ns. qualità, in un precedente commento, ti ho sfidato a compiere un’escursione, accompagnati da osservatori, tra la foce del Modione e Porto Palo di Menfi. Aspetto ancora la risposta. Per quanto attiene l’attività venatoria, per sommi capi ti posso dire che non c’è poi tanta differenza tra la caccia agli uccelli e la caccia ai coleotteri. Non vedo perchè l’una, dal tuo punto di vista o da quello di Fulco Pratesi (la sua carriera di ambientalista e di deputato al Parlamento nazionale l’ha costruita sulla questione caccia, dopo avere cacciato anche in Africa) debba essere attività criminale, mentre l’altra è un diletto (chi me lo dice che non siano state le tue trappole a fare estinguere il marginatus dalle dune del Belice?). La caccia agli uccelli selvatici, per la frammentazione, per la restrizione degli habitat, per la rarefazione degli uccelli appartenti alle varie specie, è un’attività anacronistica (per questo nel 96 ho smesso e mi sono dedicato a tempo pieno alla caccia fotografica con risultati da fare invidia) per cui bisogna adeguarla ai tempi, pensando di riesumare l’istituto delle riserve di caccia (dove si produce anche selvaggina), ma aperte a tutti (ci sarebbe tra l’altro un possibile risvolto economico). Non posso concludere senza prima fare rilevare che la Pimelia grossa, tenebrionide ancora comune tra le dune, nella RNO del Belice è specie protetta quanto il Thorectes marginatus.
Ho dimenticato di dire che i veri naturalisti non mettono taglie, nè acquistano trofei. Nel caso di specie la taglia o acquisto che sia, dal modesto punto di vista di un naturalista, potrebbe configurare anche il reato di ricettazione.
@ Enzo Sciabica: GNERRA SIGNOR GIUDICE CHI TESTA….. CI DISSI CHI ERAMU A FINARDA, IDDRU MI DISSI NA PAROLA Assai offensitiva, alkura pigghiai lu zappuni e ci lu ruppi n’testa: Allora lo ha uccio,, replicó il giudice…… Avrai certamente capito la mdtafora. Non mi parlare di leggi….. ho sempre odiatogli avvocati e non ho fiducia nel diritto cosí come tu sei ostico nei confronti della scienza. Non hai nemmeno capito la mia domanda sul pollo…. Caspita, io ti invito ad un dialogo sul significato, mica a cavolate sulla presenza fine a se stessa…. per queste cose basta un guardiano di polli. Mi hai visto sul campo? ti ricordo che i naturalisti di una volta( tipo Fabre) avevano i raccoglitori che li portavano sulla portantina. Io sono un razionalizzatore, mica un guardiano di polli. Per studiare il Masoreus aegyptiacus, sto comodamente a casa e me lo faccio recapitare dagli indigeni! Bene, caro Enzo, dissento da alcune tue idee bizzarre ma ti sono amico e la mia stima e valutazione sul tuo hobby non é diminuita di nulla Non me ne volere per la mia forse eccessiva franchezza.
troppa carne al fuoco in questi 2 messaggi, tuttavia non mi privo di pubblicare il mio pensiero sulle riflessioni presenti nei messaggi dei Dr Castelli e Sciabica.
Per quel che concerne l’estinzione del coleottero nella riserva non posso pronunciarmi ma come viene insegnato agli studenti di primo anno, il modello scientifico prevede una osservazione, una ipotesi, una verifica e poi aggiungo io una pubblicazione (che certifichi l’accettazione del mondo scientifico). Sino a prova contraria, che deve a sua volta essere dimostrata secondo i criteri prima descritti. Per cui qui c’è poco da discutere.
Per quel che riguarda la polemica riguardo le discipline scientifiche di serie A o B, penso che il Dott. Castelli ponga l’accento sul fatto che spesso la massa venga attratta dalle cosiddette specie carismatiche e sottovaluti l’importanza delle specie meno “attraenti”. Su questo mi trova d’accordo seppur sarei più prudente nelle esternazioni, in quanto si potrebbe fuorviare chi ascolta. Nel senso che una specie bandiera non merita di essere esaltata ne declassata in quanto tale. Birdwatching è una espressione che si riferisce ad una attività ludica (sebbene possa fornire dei dati importanti) che non andrebbe associata all’ornitologia in senso stretto. Anche qui se è vero che T. marginatus è più importante di tutte le specie ornitologiche della foce va dimostrato. Però mischiare la difficoltà di campionamento con la difficoltà di identificazione (scrivendo: “per l’entomologia basta sollevare sassi dal terreno o smuovere lo sterco o scortecciare alberi o piazzare trappole” oppure “il rilevamento degli uccelli è alquanto più difficile, visto che volano, si allontanano speditamente e bisogna saperli identificare anche a volo”) mi sembra completamente fuori luogo, proprio a dimostrazione che il dibattito si basi su una questione personale senza lesinare sulle bugie scientifiche (dato che sostenere che l’identificazione di una specie di uccello sia più difficile di quella di una specie di insetto, è una falsità)!
Specie o gruppo che sia va trattato e protetto esclusivamente secondo dei criteri di Conservazione (una disciplina che include scienze naturali e sociali) che erroneamente non vengono mai ben definiti!
I criteri scientifici sono: il ruolo ecologico, il patrimonio genetico rappresentato dalla specie, il livello di valenza ecologica e di vicarianza!!! In parole povere… quale è il ruolo ecologico della specie da conservare? Vi sono specie che in qualche modo si “sovrappongono” in quel ruolo (cioè è l’unico detritivoro, carnivoro etc.. o il suo ruolo può essere assunto almeno in parte da altra specie)? è l’unico rappresentante del suo gruppo tassonomico (c’è una specie molto affine a livello genetico)?.
A parità di “condizioni scientifiche” si decide in base ai criteri sociali (impatto sulla popolazione locale, la comunità internazionale e impatto economico).
Questo mi sembra incontestabile e applicabile a ciascun gruppo!
La storiella dei cacciatori deve finire! Non saranno criminali ma la caccia provoca troppi danni a specie rare e persone (oltre che a tutto il sistema con l’inquinamento acustico etc.)! è impossibile capire a priori quale sia il cacciatore responsabile (e sono pochi) quindi siccome non sono necessari (dato che a eventuali abbattimenti selettivi può pensarci il corpo forestale) si elimina la caccia e si risolve il problema! Infine sulla gestione delle riserve mi sembra di capire che il Dott. Sciabica sia soddisfatto di come vadano le cose nelle riserve naturali… mah mi spiega cosa ci sia di buono nella gestione di riserve come quella della foce del fiume Belice? Spazzatura? lidi ovunque? Dune distrutte? Non saprei… è vero che ciò che è correlato alle riserve ruoti spesso attorno all’Università. Tuttavia altro è la gestione continua e programmata che un gruppo accademico può realizzare, altro è il “contrattino-contentino” che si lascia al consulente, al dottorando etc. (io ho visto sempre e solo questo!).
Infine sono d’accordo che la maggior parte degli studenti siano poco preparati o poco capaci… e la “minor parte” che invece potrebbe togliere le castagne dal fuoco? Per punizione verso la generazione la teniamo fuori?
Per chiudere una riserva non va istituita per un ritorno economico immediato (per quello bastano gli alberghi) bensì per la conservazione del valore naturalistico che è quantificabile anche economicamente (basta leggere un testo di economia dell’ambiente).
Caro Enzo: le tue “sparate”( da vero cacciatore) sono state talmente grosse da simulare veri e propri giochi piritecnici da maestri valenziani( senza alcuna allusione all’amico valenziano).Ovviamente la tua presunzione accompagnata da foga giuridica, son sicuro di porterá anche a contestare chi di Scienza( quella vera), ne ha fatto la sua professione. Da questa meritata lezione dovresti ricavarne insegnamento per il futuro: arrampicarsi e scarpinare con binocolo e fotocamera,non sono sinonimi di scienza, sono soltanto un sano divertimento quando non accompagnati da insano senno.
Troppa carne al fuoco, ma, no sig. Agugliaro. Io, anche per dovere di cronaca, mi sono limitato a rispondere alle provocazioni (legga i commenti inclusi alle precedenti pagine che trattano dello stesso argomento) di chi con estrema disinvoltura parla di ecosistemi e della loro conservazione e tutela, senza NEANCHE conoscere le leggi (ammissione personale)in questo senso, standosene “seduto comodamente a casa” in attesa che qualcuno gli porti reperti di entomofauna (sono riuscito a farglielo dire, altro che naturalista). Si figuri se, in assenza delle provocazioni, mi sarei sognato di soffermarmi a discutere se è più appagante, se non addirittura importante, ritenersi ornitologo o entomologo. Lei, però, senza avere letto le precedenti pagine, mi sembra che nello scambio tra me e Castelli, sia entrato, come si suol dire, a gamba tesa. Cosa che mi induce a difendermi, visto che, intanto, non mi è mai interessato fare una classificazione delle discipline scintifiche e soprattutto non ho mai detto che ricerca (in senso lato), quindi, rilevamento, quindi, cattura di uccelli o di coleotteri od altro, corrisponda a CAMPIONAMENTO o ad IDENTIFICAZIONE. Parlare di “campionamento” o anche di “scala” (come ha fatto Lei) significa trattare di censimenti o meglio di “stime” di specie animali che non possono essere mai ritenute estinte. Il confronto (se confronto si può chiamare) tra me e Castelli è ruotato chiaramente sull’estinzione (spifferata ai quattro venti, senza alcuna prova e con deduzioni pedestri dallo stesso) del marginatus dalle dune limitrofe alla foce del Belice. Per quanto attiene all’attività di RICERCA (questo è stato il mio termine e non campionamento o identificazione), di rilevamento, di rinvenimento (faccia Lei) di specie di entomofauna, mi scusi, oltre a sollevare pietre, a scortecciare alberi in via di decomposizione, a smuovere lo sterco, a piazzare eventualmente telecamere, a calare sonde, ad avvalersi del retino, cos’altro fa? Prof. Agugliaro, anche se ho apprezzato alcuni passaggi del suo discorso, perchè rendere le cose semplici (si fa per dire) difficili? Se Lei vuole dialogare con me non c’è bisogno di trarre spunto dalle contrapposizioni tra me e Castelli. Basta incontrarci sul campo dove assieme, tra l’altro, possiamo valutare le difficoltà a rilevare e, in questo caso si, ad identificare una specie ornitica di taglia ridotta, dalla lunga distanza, a volo, in posizione e in condizione di luce non ottimali. Dove possimo anche discutere dell’esercizio dell’attività venatoria che nei paesi industrializzati non sarà mai preclusa. In merito comprendo perfettamente quello che vuole dire, ma se non usiamo la testa e aggiriamo l’ostacolo, proponendo le aree dove confinare i cacciatori, continuerà a verificarsi che mentre i più parlano e si passano il tempo seduti comodamente a casa, io e qualche altro ostinato (c’è), dobbiamo continuare a scontrarci (pur non essendo guardie venatorie o ecologiche) con i moderni cacciatori che vanno ad insidiare le anatre selvatiche sin dentro le aree precluse alla caccia. Se ha davvero voglia di dedicarsi alla salvaguardia del nostro patrimonio naturale, incontriamoci e parliamone (in un commento ho inserito il mio indirizzo di posta elettronica). E’ stato, comunque, un piacere.
Bravo Davide. Tu sei scienziato, l’ho sempre detto, ma non naturalista.
Caro Enzo: come avevo previsto rispondi da avvocato .A prescindere dalla scienza, continui a ritenere che le scarpinate fanno lo studioso. Per me lo studioso sta dove sono i tomi ed i laboratori. Delle leggi non voglio parlarne. Rivolgiti a me quando hai bisogno di lumi come hai sempre fatto.
@ Enzo Sciabica: non hai ancora risposto alla mia domanda sul pollo sultano e sul suo significato biogeografico ed evolutivo nel tree of life. Io, ho elaborato le teorie adeguate a spiegare l’esistenzadel narginatus al Belice ma tu del pollo sultano continui a citare note bibliografiche non scienza che consiste nell’attività di teorizzazione, spiegazione e previsione. Inviti un vero scienziato sul campo, come se fosse un bifolco…… invitalo nella tua biblioteca e dimostra la tua preparazione con tomi attuali sulla biologia evolutiva delle specie oggetto del tuo interesse. In mancanza di tale capacità abbi l’umiltà di riconoscere le tue lacune scientifiche nonchè le tue eccellenze giuridiche.
Sig. o Dott. o Prof. non so come debba titolarla e mi avvalgo della facoltà del dubbio e della risposta multipla dal momento che anche lei ha adoperato chiamandomi prima sig. e poi Prof…
Premetto che non ero tenuto a leggere i messaggi precedenti e comunque ciò non giustifica eventuali inesattezze da parte di nessuno.
Lei scrive: “Come l’entomologia (riferendosi all’ornitologia) presuppone la ricerca (per l’entomologia basta sollevare sassi dal terreno o smuovere lo sterco o scortecciare alberi o piazzare trappole) e il rilevamento sul campo delle specie faunistiche che attengono alla materia. Solo che il rilevamento (birdwatching termine inglese che non sminuisce il valore dell’attività) degli uccelli è alquanto più difficile, visto che volano, si allontanano speditamente e bisogna saperli identificare anche a volo.”
Quindi mi sembra parli di ricerca che è vero non corrisponda a campionamento (anche se non è assolutamente vero che il campionamento sia esclusivamente un censimento etc… cm lei descrive. Inoltre parla di identificazione!
Questa dichiarazione:”Basta incontrarci sul campo dove assieme, tra l’altro, possiamo valutare le difficoltà a rilevare e, in questo caso si, ad identificare una specie ornitica di taglia ridotta, dalla lunga distanza, a volo, in posizione e in condizione di luce non ottimali.”
è DA BIRDWATCHING!!!
ma secondo lei mi prendo una Laurea magistrale in Ecologia con 110 e lode e un Master all’estero ancora con il massimo e pubblico in riviste a IF 5, per fare ciò che un qualsiasi appassionato di birthwatching (che non si traduce con Ornitologia!) o un collezionista di insetti (che non è un entomologo) fà (naturalmente non mi riferisco ne a lei ne tantomeno al Dott. Casteeli il quale è un entomologo)? con tutto il rispetto per il riconoscimento della specie in condizione di scarsa luminosità etc… vado a comprare una potente videocamera di ultima generazione e risolvo il problema! Non è la mia materia l’ornitologia e in particolare la sistematica (che va abbinata alla conoscenza della filogenesi!). è una materia nobilissima e fondamentale come le altre ma non è la mia ne di colui che si limita a riconoscere una specie da lontano (non dico che lei sia capace solo di questo perchè non la conosco). Diverso se lei dovesse avere (come presumo, altrimenti nn saremmo qui a parlarne)delle conoscenze approfondite della filogenesi dell’ecologia la fisiologia e tutto ciò che l’esperto di un gruppo deve conoscere.
Sinceramente piuttosto che all’abilità del riconoscimento a distanza di una specie, darei un po di peso in più alla conoscenza dell’ecologia, al riconoscimento di una strategia R o K così magari eviterei di comparare una raccolta di insetti a una “raccolta” di uccelli.
Non è una polemica diretta a lei perchè non la conosco così come non voglio polemizzare con il Dott. Castelli per gli appunti che lo riguardavano. Però se sono entrato a gamba resa l’ho fatto perchè la scienza non può essere strumentalizzata tantomeno per questioni personali.
Mi permetta di aggiungere che un naturalista è chi ha una Laurea in Scienze Naturali o materie affini (non perchè conosco le leggi e la Costituzione sono un giurista o meglio un avvocato…). La Laurea in Scienze è un titolo ma presuppone anche lo studio della fisica, della chimica, della biochimica e da li arrivi a tutto. ecco che un modello matematico diventa ecologico ed economico (cose assolutamente correlate dalle stesse leggi). Un “tuttologo” come Darwin, la ringrazierebbe di esser definito tale. Proprio nella conoscenza delle scienze naturali risiede la chiave per la comprensione e la conservazione della natura. Poi (ma molto dopo) la conoscenza di un gruppo specifico.
Io non posso occuparmi della Foce del fiume perchè ormai mi occupo di conservazione altrove (diciamo che ho fatto di necessità virtù) e in altro modo (mi occupo della valutazione del commercio internazionale di specie a rischio e sono inoltre parte attiva di una ONG all’estero con la quale riesco a mantenere i “lavori di campo”). Però la ringrazio sinceramente del suo invito e nel caso lei ricopra un ruolo ististuzionale nella riserva, può fare tranquillamente a meno di me (per causa forza maggiore non perchè non vorrei) ma può interloquire con botanici e geologi oltre che zoologi molto in gamba, giovani e meno giovani che sono davvero esperti e capaci. Meglio se interpellati per contribuire alla gestione pianificata a medio lungo termine che non per esprimere il loro giudizio su una o poche specie, o su un singolo fenomeno. Spero possiate ritrovare una riconciliazione che faccia bene alla scienza e alla conservazione della natura. Io da cittadino e da studioso di scienza dico sempre grazie a chi fornisce il proprio contributo, sia esso sottoforma di pubblicazione scientifica, sia sottoforma di fotografia naturalistica o di divulgazione. Senza voler dare lezioni a nessuno (non mi permetto veramente nemmeno di pensarlo) spero possiate partire da questo e che i confronti siano anche duri ma soltanto nell’ambito scientifico altrimenti perdiamo tutti.
Distinti Saluti a tutti
Claudio
Quoto il dr. Augugliaro, che mi ha tolto di bocca le seguenti parole: “Un naturalista é chi ha una laurea in Scienze Naturali” ( e )”non perché conosco le leggi sono un giurista, o meglio, un avvocato”.
@ Enzo Sciabica: come vedi, le tue tesi non sono condivise in quanto sono tesi giuridiche che stanno alla scienza come Berlusca sta a Darwin. Amico mio, tu sei solo un appassionato cacciatore convertitosi ( e ti fa onore) alla caccia fotografica. La Scienza é un’altra cosa che tu disconosci completamente( i tuoi discorsi infatti sono da avvocato). Non poni mai l’accento, infatti sul significato degli oggetti naturali, nè sulla filogenesi. T’invito pubblicamente ad elaborare un qualsiasi cladogramma su qualunque specie ornitica, inquadrandolo nello schema più ampio del tree of life o a volermi illustrare la valenza filosofica scientifica della fauna delle Foci del Belice. So bene che eluderai le risposte relative e risponderai con leggi ed offese ( oppure non risponderai).
@Davide Castelli. professore, non se abbia a male, ma non ci si improvvisa nemmeno avvocati, o giuristi.
Non entro nelle questioni (comunque interessanti) di carattere biogeografico ne sul personale (non ho il piacere di conoscere personalmente Davide Castelli)volevo solo sottolineare che il Thorectes marginatus NON SI E’ ESTINTO IN SICILIA. Nel dicembre 2011 ne ho raccolto i resti ben conservati di un esemplare ormai secco (il periodo in cui si incontratno è inizio primavera e iniziodell’autunno)mentre nel settembre 2009 ne ho visti diversi esemplari che passeggiavano nel retroduna sempre al Belice. Probabilmente come è stato osservato si adattano a vivere anche con pallottole fecali di coniglio…
Qua una foto: http://www.facebook.com/#!/photo.php?fbid=4432442901969&set=o.280292208752800&type=1&theater
Davide, non hai motivo di scervellarti a pensare se rispondo o meno ai tuoi soliti, inutili, interrogativi, se continuerò a rilasciare commenti in seguito alle tue provocazioni, subito dopo la conferenza del 10/11 sulla riserva. Se vai a ripassare i miei commenti in questa pagina e nelle altre ad essa collegate, troverai, intanto tutte le risposte che vuoi. Per quanto attiene ai futuri commenti, considerato che la gente potrebbe leggerci e potrebbe essere già stanca, visto che il computer sottrae tempo prezioso alla mia attività di naturalista (non è chi ha il titolo di studio, come inconsapevolmente ha scritto qualcuno), ti dico subito che non ho più intenzione di perdere tempo (mi dispiace averlo perso anche con Agugliaro, ora che so che siete amici e vi scambiate reperti entomoloci). I miei interessi di naturalista sono rivolti allo studio degli ecosistemi della circoscrizione dove posso operare sistematicamente, con continuità, quindi, in maniera originale mi sforzo di prendere nota (spesso pubblicando su riviste più o meno specializzate). A questa attività, sai bene, aggiungo quella della salvaguardia (e qui è necessario conoscere le leggi che tu rifiuti perchè non hai mai fatto salvaguardia) degli ecosistemi dei quali ormai mi sento parte integrante. A prescindere dall’entomoligia (motivo del rispetto che ti ho sempre portato), i tuoi interessi sono diamentralmente opposti ai miei, visto che mi sembrano, oltre ogni ragionevole misura, volti a capire: “Chi siamo? Perchè esistiamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? (tratto, come mi ha fatto ricordare, un semplice “guardiano di polli”, da Retablo, scritto da V.D. Castelli). “Chi siamo”? Per lo scienziato (molto più che naturalista) D. Castelli, una manata di ciechi sprovveduti. Sempre da Retablo, infatti: “Non è assolutamente possibile per l’uomo di oggi continuare ad IGNORARE il grande insegnamento culturale ed etico delle Scienze e continuare a considerare “colto” chi disquisisce di Cicerone o di Mozart, ignorando che c’è stato, Darwin, Einstein….Anzi penso, che sia tiranneggiare le menti e le coscenze delle giovani generazioni il presentare loro un umanismo letterario, storico-artistico, filosofico, politicizzato, dominante nella cultura ufficiale, contrapposto ad un tecnicismo scientifico, nozionistico, pedante, cavilloso, astruso di inconsistente dimensione storica….un’organizzazione sociale basata esclusivamente su “conoscenze” di altri tempi e su una politica gestita e monopolizzata da GIURISTI e LETTERATI che sanno di greco, latino e metafisica ma sono dei perfetti INCOMPETENTI degli autentici problemi del mondo attuale”. Lo studio delle scienze umane confuso, dal mio punto di vista, con quello delle scienze naturali, visto, tra l’altro, che così continua: “Questi scritti sono rivolti contro ogni moda o tendenza aprioristicamente ed acriticamente considerata verità assoluta”. Castelli, però, aprioristicamente, non si trattiene dal dire che Piero Palermo (gli ha regalato Retablo) altro non è che “un guardiano di polli” dato che non dispone della “verità assoluta”, il “titolo di studio” che lo consacri “naturalista”. Dimentica però che è andato a chiedere a Piero Palermo il germoplasma della Quercia calliprina + 2 piantine. Dimentica però che botanici del calibro di Pietro Medagli o zoologi del calibro di Fabio Perco, chiedevano la presenza di Piero Palermo quando dovevano portarsi a Capo Feto o in altre zone umide del mazarese. Per molti versi Piero Palermo ha avuto la stessa gratifica che, l’indimenticabile Ciccio (per gliamici) Catanzaro ha avuto, tutte le volte che Egardo Moltoni lo ha chiamato per andare, assieme, in escursione a Marettimo. Davide Castelli a suo sostegno può chiamare solo qualche giovane che ancora non l’ha studiato bene o tipi da spaggia come Valenziano o Fiorentino, come dir si voglia (pseudonimi di un personaggio che sul blog Mazaraonline si era scontrato con Castelli, conducendolo, considerato il linguaggio, alla definitiva estromissione dai commenti).
@ Amico Enzo Sciabica:constato con piacere che ti sei letto Retablo e ti ringrazio per questo.Sottoscrivo assolutamente e fermamente quanto da me scritto su tale testo. La cultura letterario giuridica é la disgrazia d’Italia che separa nettamente la nostra nazione da tutti i popoli progrediti del mondo. Ma veniamo a noi. Intanto tu ed i cortesi lettori non avete perduto tempo, ma tutti, io per primo, abbiamo appreso. Tu sei un amico e nonostante il parere contrario di valenziano, ti giudico una persona capace ed intelligente. I nostri approcci alla scienza sono totalmente diversi ma ciò non toglie che possiamo collaborare perché entrambi amanti della natura. Inoltre ti considero un vecchio amico e come tutti gli amici anche tu mi sei stato d’aiuto e vicino. La nostra amicizia non deve minimamente incrinarsi nonostante le profonde divergenze. K’amico Piero non é che brilli e proprio per questo gli ho regalato Retablo, affinché imparasse a pensare e non dire fesserie. Con queste nots ritengochiaritetutte le possibili divergenze.
@ Calogero Muscarella: Nemmeno io ho il piacere di conoscerla personalmente, spero mi sia consentito in futuro visto che lei è un VERO naturalista. Apprendo con piacere del suo ritrovamento. Io invece ne ho fotografati a migliaia fino a 15 -20 anni fa poi niente più. Ma la vera scienza è proprio questa… verifica di dati e niente preconcetti. La scienza però esige prove. Io le prove dellpestrema rarefazione o scomparsa li ho. lei per favore, pubblichi in pubblico e/o in privato la foto del resto da lei trovato nel 2011 ed i gruppetti di cui prima riferisce. In mancanza di foto la mia tesi resta quella valida perchè documentata da 20 anni di studio sul campo. Per lo sterco di coniglio OK. Ma è un ripiego per il marginatus che, considerando le dimensioni popolazionali di prima ( migliaia di exx) proprio per questo si è estinto o estremamente rarefatto). Vorrei che lei esprimesse un parere circa l’opportunità di non abolire la pastorizia ( almeno totalmente) alle foci e si esprimesse sulla distribuzione attuale DOCUMENTATA INOPPUGNABILMENTE del Thorectes marginatus in Sicilia. Lei infatti lo definisce rarissimo, quando invece alle foci ed a Capo Granitola era COMUNISSIMo, solo DOPO la riserva è diventato rarissimo. Su questo posso testimoniare io, il Dott Vittorio Aliquò, Marcello Romano, ed altri veri naturalisti e studiosi a cui sta a cuore la protezione ( reale e non interessata) dell’entomofauna e del biotopo.
@ Enzo Sciabica: Amico Enzo, che ti succede’ non t’impirugghiari….. scrivi sdi Scienze umane? Ma allora sei stato tu ad apporre al Seminario vescovile la targhetta ” Istituto di Scienze Religiose” Tutto ciò che esula dai metodi delle scienze naturali fisiche e matematiche non è scienza… Leggi Odifreddi, Wittgenstein, Dawkins e te ne posso citare tantissimi di scienziati a livello mondiale. Al di fuori della scienza c’è l’opinione, il birdwatching, l’inganno, lo jus dei romani… Io propendo per l’Aletheia greca ( non dei greci schizofrenici dell’Iliade , Odissea e sbruffonate varie), ma della Grecia tdi Talete, Pitagora, Eratostene e compagni. Constato, purtroppo la tua quasi totale negligenza per la letteratura scientifica!
senta sciabica…
il tempo con lei l’ho perso io! Conosco il Dr Castelli su facebook e di vista come conosco altre 500 persone nel settore!
Che ci scambiamo reperti entomologici lo avrà sognato sta notte, perchè non è mai successo e anzi diciamo che indirettamente attraverso me (che non sono un entomologo) altri rispettabilissimi entomologi hanno ricevuto qlk interessante reperto, meno che il Dott. Castelli.
Il mio giudizio è li lo possono leggere tutti, non è di parte ed è palasemente di critica verso l’uso della scienza ha proprio consumo. Non mi sono espresso verso la specie.
Tutti possono leggere che critico prima il Dott. Castelli dicendo di essere prudente nel dire certe cose per non fuorviare e dopo ancora con lui quando dico che se la suddetta specie è più importante di tutti gli uccelli presenti nella riserva deve dimostrarlo!
poi ho detto che definire l’identificazione di un insetto più facile di quella di un uccello è una falsità. Che le riserve vanno gestite dai naturalisti ed espresso il mio parere sulla caccia!
Il dott. Castelli non ha controbattuto. Lei invece ha dimostrato ancora la sua bassezza chiamandomi sig. poi prof (ironicamente) poi sfidandomi come avrebbe fatto un bambino: andiamo a fare gara di chi riesce a vedere più lontano bla bla….
a quel punto le ho risposto a tono dicendole che non ho raggiunto i miei titoli per mettermi a fare il bambino insieme a lei!
Per poi tuttavia tornare a toni più concilianti che probabilmente non le convengono.
Ripeto tutto è scritto e tutti possono leggere!
Io ho fatto delle considerazioni ogettive su scienza e definizioni, lei si è permesso di offendermi come persona (cosa che io non avevo fatto sino ad ora) insinuando un condizionamento nei miei commenti che ribadisco sono palesemente oggettivi! Non le dico nemmeno cosa faccio perchè non voglio umiliarla ulteriormente, del resto con la sua presunzione (diceva: passione, conoscenza e competenza cose che allo stato attuale non albergano nè nelle Università ne tra i giovani laureati)si umilia da solo! Lei mi ha tirato in ballo dentro le vostre questioni personali e non scientifiche, ed è stata una azione veramente disgustosa e sporca in particolare se fatta indagando su di me (tra l’altro chiedendo a qualcuno che ha sparato assurdamente sullo scambio falso di reperti). Dica al tizio di metterci la faccia così che possa ripetere a me la fesseria che ha riferito a lei!
ora ho prso 10 minuti a scrivere che recupererò sta notte finendo più tardi il mio lavoro. Tuttavia ne è valsa la pena perchè è ora di non tacere più di fronte a personcine come lei!
Potreste gentilmente calmare i toni di questa discussione?
Altrimenti mi vedo costretto a rimuoverla da questo blog.
Grazie,
Flavio Leone
amministratore di
CastelvetranoSelinunte.it
@ Personalmente non vedo motivi per cui l’amico Enzo Sciabica debba accanirsi ad offendere a destra ed a manca. Io umanamente lo rispetto, ho scritto che divergiamo in tante cose ma siamo entrambi amanti della natura oltre che ci conosciamo da diversi decenni. non ritengo giusto offendere la gente e mi sembra che Enzo abbia esagerato con il dott Augugliaro, facendo affermazioni che non corrispondono al vero. Chi sbaglia abbia l’umiltà di chiedere scusa… almeno io così faccio quando capisco di avere sbagliato.
io non avevo offeso nessuno, semplicemente davo dei pareri su definizioni o caccia etc.. tra l’altro con un certo equilibrio.
Certo se poi mi si viene fatta una azione di spionaggio per vedere chi sono e si scopre che c’è il Dott. Castelli tra gli amici facebook e perciò mi si accusa di “combine” .. ma combine di cosa?
è ovvio che mi incavolo x bene.
Tuttavia mi allaccio ai toni riconcilianti del Dott. Castelli perchè capisco che lo svarione del sig. Sciabica possa essere dovuto a un profondo risentimento o diverbio con il Dott. Castelli.
Nel caso in cui si scusi per le insinuazioni (dato che tra l’altro non abbiamo mai avuto nessuna collaborazione scientifica nessun animale scambiato e ci saremo visti una volta negli ultimi 10 anni, perchè eravamo entrambi in via Archirafi!) io ritiro quello che ho detto, anzi chiederei all’amministratore di rimuovere il mio commento precedente.
@Davide Castelli non me la sento di esprimermi in modo netto sulla presenza della pastorizia nella riserva del Belice semplicemente perchè non ho dati sufficienti per sostenere che un incremento della pastorizia coinciderebbe con l’aumento del Thorectes. O al contrario che è stata l’allontanamento delle pecore a decretare la rarefazione della specie. Io sono convinto che gli stercorari dunicoli, non ultimi Scarabaeus sacer, S. semipunctatum, lo stesso T. marginatus e tanti altri, siano progressivamente dimunuiti per il degrado ambientale. Le dune del trapanese quando il T. era abbondante erano molto estese con un disturbo antropico contenuto. Ora si sono ridotte a pochi lembi relitti costantemente sotto minaccia. Tra l’altro non ho nemmeno dati per giudicare l’eventuale impatto che il ripristino della pastorizia avrebbe sulla flora e sulla fauna…. Insomma prima cerchiamo dati oggettivi solo dopo possiamo proporre i mezzi per una corretta gestione….
Ultimo commento dedicato a Davide: “Scienze umane”, pag. 20, rigo 32, Retablo di D. Castelli. Attenzione a dove metti i piedi.
Calogero, pensiero sensato il tuo e se ci incontriamo posso confidarti la mia ipotesi relativa alla criticità che assieme alla riduzione delle dune avrà potuto incidere sulla rarefazione del marginatus.
Tra virgolette, le cosidette Scienze umane.
Agugliaro non l’abbia a male. Io non la conosco e non pensavo minimamente che qualcuno volesse fare l’ago della bilancia di discussioni “sterili” (debbo ammetterlo, ma vorrei vedere se fosse capitato ad altri quello che è successo a me subito dopo la conferenza del 10/11) tra me e Castelli. Con la potenza dell’elettronica le voci si rincorrono e, comunque, se va alla pagina 28904 di Castelvetranoselinunte, troverà un commento di Castelli (20/11/2012, ore 22,37) che riporta uno scambio di opinioni con Lei dove si può leggere: “Per ciò che ci riguarda…….ritengo necessario….che tu riceva o meno i coleotteri già adesso…..più in la discuteremo….Mongolia”. Caro Agugliaro si sono fregate le mie nicchie, visto che in seguito al I concorso pubblico regionale per l’affidamento della RNI Lago Preola e Gorghi Tondi, il mio progetto risultato il primo per la gestione, è stato affossato dallo strapotere dei dirigenti ARTA, in combutta con un Assessore regionale (donna), ex vice presidente regionale del WWF, che ha preso il posto dell’Assessore che aveva istituito i concorsi pubblici per la gestione delle riserve regionali. Non è mio costume scalzare nessuno e se invito qualcuno a farmi compagnia nel corso delle escursioni è perchè provo piacere.
Agugliaro, scusi la mia sottiglienza, ma io non ho, comunque, usato il termine “combine”, ma se non erro scambio (in questo momento non ho più tempo per rileggere).
@ Enzo Sciabica: Discussioni sterili quelle che prescindono da questioni giuridico amministrative e riconducono l’intelletto alle vette della Cultura con la C maiuscola? Io dedico una parte cospicua del mio reddito ad aggiornarmi sui sacri testi scientifici che ogni mese si rinnovano. Ogni settimana vado alla Feltrinelli di Palermo al lavare i miei panni nell’Arno della letteratura scientifico filosofica, ma in quell’Arno non ho mai avuto piacere d’incontrarti. Dove ti abbevererai su tanta scienza di cui ti vanti ma di cui non ti giovi. Nelle tue parole( da ragioniere) noto tanta giurisprudenza d’infimo ordine, ma sfuggi prudentemente dal terreno scientifico in cui vorrei portarti. Scrivi di allievi tuoi mentre gli altri avrebbero soltanto garzoni da bottega…… Ma allievi di cosa e su che cosa? Mai un discorso serio di alta scienza, mai citazioni scientifiche di alto livello, solo bassezze di una subcultura provinciale, burocratica, noiosa e di parte. Sapevo che eri invischiato nella truffaldina paeudoumanistica ed opinabile demagogia macchiavellica nazionale, mi avevano avvertito che odiavi la scienza e per questo te ne sei inventata una tutta tua e di nessun altro, ma non pensavo che la tua presunzione ti conducesse a ritenete sterile ogni discorso scientifico solo perchè proprio non lo intendi.
guardi lasciamo stare quali termini ha usato o cosa intendeva. Ciò che ha letto “…. Mongolia” sta proprio a confermare che mentre altri dietro autorizzazione e permesso pagato al ministero mongolo avevano ricevuto del materiale, il Dott. Castelli non ha ricevuto nulla nonostante mi aveva precedentemente parlato di un eventuale studio interessante per altro che nulla a che vedere aveva con il collezionismo. A quel punto ho detto mi dispiace che non hai ricevuto da chi era venuta con me e aveva promesso di darti … (non so cosa perchè ormai ero fuori la discussione) e per quel che ci riguarda… in parole povere ho detto di riparlarne quando tornerò lì rendendomi disponibile come ho fatto con tutti ma proprio tutti!!!… anche con lei (lì per chi ama i rapaci è il paese dei balocchi…)! Mai avuto precedenti lavori o collaborazioni etc. mai! Comunque non sarei mai stato di parte per questo e l’ho dimostrando contestando per prima alcune deduzioni del dott. Castelli. Direi che qui la discussione ha superato i limiti anche perchè erroneamente sono intervenuto in quel che era un dibattito personale e non di carattere scientifico e sociale. Non ho nessun problema a far rientrare tutto anche perchè credo che tutti abbiamo qualcos’altro da fare e tra l’altro queste sono davvero stupidaggini a fronte di quel che io, il Dott. Castelli e lei (Naturalista o meno)fà. Non metto in dubbio che persino un fotografo naturalista può essere utilissimo alla causa e quindi figuriamoci una persona che dedica molto tempo e sicuramente anche studio a l’ornitofauna. Permettetemelo ma arrivare a questi livelli è stupido e distruttivo, mi dispiace che ne sono stato parte. In questo senso sono lontano da entrambi perchè penso che anche chi non è un naturalista (non naturalista inteso come aggettivo) possa dare un grande contributo ma dall’altro lato ci vuole rispetto per gli accademici così per chi come me molto più “piccolo” di un Professore, comunque da il suo contributo. Quale sia il livello del contributo non sta al singolo giudicare e chi fa scienza sa che ognuno prevale in un determinato settore. Per quel che mi riguarda sig. Sciabica coerentemente con ciò che ho scritto e confermando la differenza di vedute ( ma quella è legittima per tutti) ritiro le offese personali e cancello le sue rivolte a me per via delle insinuazioni.
Mi piacerebbe dire metteteci una pietra sopra ma non mi permetto, dal momento che sarete più responsabili di me.
Saluti a tutti
Claudio (come preferisco farmi chiamare e tutti mi chiamano eccetto che da un Prof. giapponese col quale collaboro che mi chiama Dott. Claudio… pensa sia il mio cognome)…
Davide non è per contraddirti vedi, però, che le virgolette le hai poste a “Scienze” del rigo precedente e poi io sono rimasto attratto dal sinonimo Socialismo scientifico o, appunto, Scienze Umane.
@ Enzo: il senso é quello, del resto tutto il mio libro é incentrato su questo tema.
Caro Claudio, mi sembra che tirando le somme, sin dall’inizio (qualche screzio, da parte mia non sarà mai offesa, perchè parlare di offese?), escludendo la questione caccia (tenga conto che sono l’ecologista, mi consenta il termine, più mal visto dai moderni cacciatori della provincia di Trapani, da alcuni funzionari della Ripartizione Faunistico Venatoria di Trapani, da alcuni funzionari dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Trapani, se continueremo nel nostro dialogo le rivelerò i motivi), escludento la mia valuazione alla generalizzazione del termine “campionamento” (induce specialmente l’ornitolo, anche se nei miei commenti non ho fatto ancora nessun cenno all’ornitologia, a pensare ad una detrminata attività), mi sembra che siamo stati sulla stessa lunghezza d’onda a cominciare dall’estinzione di una determinata specie da un determinato ecosistema. Perfettamente d’accordo con lei quando mi fa rilevare che è “stupido e distruttivo” scendere ai livelli in cui siamo arrivari con una persona che frequento da tanto tempo, senza mai una bega. Tenga conto, tra l’altro, che conoscendo le capacità di quella persona, il Preside del Liceo classico di Castelvetrano, per la conferenza del 10/11 (avremmo voluto avere con noi l’Italia perbene dell’ambientalismo naturale), alla fine, ha dovuto rinunciare ad un ex vice direttore del Ministero dell’Ambiente, ad un dipendente dell’ISPRA di Bologna, ad un professore (naturalista di fama) dell’Università Ca’ Foscari, per avere quella persona. Personalmente mi sono sentito gratificato, perchè oltre alla presenza, ho pure immaginato che dopo la conferenza, assieme, grazie anche alle pagine di Castelvetranoselinunte, avremmo potuto dire e fare tante cose contro coloro i quali speculano con la tutela dell’Ambiente naturale. Finchè c’è vita c’è speranza e anche se Davide non può definirsi un umanista pieno, sa benissimo che io rimango sempre convinto del fatto che: “Ognuno sta solo sul cuore della terra, trafitto da un raggio di sole ed è subito sera” (come si fa a non definire scienziato chi è arrivato, chi ci fa ricordare tanto?). Grazie.
Mi fa piacere che siamo rientrati nei toni garbati che sicuramente ci appartengono. Mi fa piacere anche che il Sig. Sciabica (o Enzo se preferisce) finalmente mi abbia titolato chiamandomi Claudio, il mio titolo preferito ;)
Io non posso veramente entrare nel merito delle vostre discussioni anche se spero vivamente risolviate bene la vicenda. Per il resto una cosa è uscita fuori da questa discussione: Davide dovrà pagare la taglia a Calogero hehe
Non posso entrare nel merito per ciò che concerne la rarefazione delle specie entomologiche della foce del Belice. Tuttavia la distruzione delle dune e del retroduna (forse soprattutto quest’ultimo) mi sembrano fattori che non possono passare in secondo piano. Sarebbe bello ripristinare (forse tutelandole dal calpestio oltre che altri interventi mirati) le dune e magari eradicare quelle acacie che nulla hanno a che vedere con l’ambiente originale! Il discorso del pascolo come dice Calogero andrebbe verificato, certo è che la cosidetta ipotesi del disturbo intermedio suggerisce un aumento della biodiversità generato da un disturbo entro una soglia limite (quindi pascolo sostenibile entro i limiti di capacità del sistema). Mi sembra di capire che il declino della specie sia stato repentino (quindi in questo caso anche Davide ha ragione a ricercare un fattore determinante che possa aver influito aldilà della relativamente lenta degradazione dell’habitat).
Direi che questi sono i capisaldi dai quali partire.
a presto
Claudio
Caro Claudio, se non ci fosse stato il terzo incomodo, le garantisco che nessuna forma di polemica sarebbe scaturita tra me e lei. L’intuizione dello sconvolgimento del retroduna che avrà potuto influire sulla rerefazione dei geotrupidi, tenga conto che la stessa cosa si registra con il grillide Brachytrupes megacephalus (ultimo mio rilevamento 13/9/2005), è da condividere appieno. Dal 1980, infatti, quell’habitat, vuoi in seguito ad eventi naturali, vuoi per la pressione antropica, ha subito evidenti trasformazioni. Se l’alisi non parte da ciò, in assenza di continuità nella ricerca (questa è un’altra verità), capire il resto è più difficile. Ciò premesso, debbo dirle che ad accettare il suo messaggio è stata una sola delle parti, visto che l’altra, imperterrita, va per la sua strada, facendo finta di non capire il contenuto distensivo del mio messaggio del 23/11/2012, ore 20,34. Mi consenta, pertanto, che io dia l’ultima risposta all’altra parte, con la speranza di convincerla.
@Enzo Sciabica sono curioso di conoscere quali secondo te sono le criticità che hanno portato alla rarefazione del Thorectes marginatus. Io non so, non ho dati sperimentali, quanto l’impatto della dimuzione di attività pastorale abbia influito, che in parte ha influito lo do per scontato (in questo convengo con quanto scritto da Davide Castelli) ma non so quanto… Anche se continuo a ritenere che il degrado dunale (leggasi Paradise beach e il ristorante la Pineta e tanto altro)sia il fattore determinante.
PS personalmente il Brachytrupes l’ho incontrato nel 2011 ma di certo è rarefattissimo nell’area come rarefattissimo (mai incontrato al Belice) è l’Eurynebria complanata, classico indicatore ambientale…
@ Enzo Sciabica: carissimo Enzo, da quanto scritto da te al dott Claudio, deduco che non mi sono spiegato o tu tardi a capire. Io puntualizzo ancora una volta che bisogna rimarcare il significato tassonomico, biogeografico, filogenetico dei taxa, non solo segnalarli. Poi bisogna integrare il tutto nel grande alveo della cultura scientifico filosofica. Bisogna infatti distinguere tra chi gode semplicemente dell’osservazione della natura e chi invece osserva fornito mentalmente di un problem solving per fare autentica scienza. Chi semplicemente osserva e pubblica osservazioni è utile alla Scienza, ma non fa Scienza, fa osservazioni scientifiche. Ciò che ti espongo è epistemologia della scienza, disciplina basilare border line tra scienza e filosofia. Spero di essere stato chiaro e che tu non mi risponda citandomi la legge numero vattelapesca( della quale semplicemente, me ne frego). Ti comunico inoltre che questa sera ti ho chiamato diverse volte per telefono, per comunicarti a viva voce il ritrovamento da parte di Antonino Barbera di Thorectes marginatus vivi e vegeti al Belice. Io fui presente per fotografare ed immortalare lo storico evento. Il marginatus non si è quindi estinto e ne sono ultrafelice. Adesso bisogna proteggerlo a tutti i costi, bando alle ciance ed uniamo le nostre forze.
@ Enzo Sciabica: ti faccio notare che ” il terzo incomodo” è stato incomodato proprio da te and company, per partecipare ad un incontro che ti faceva comodo( capito l’antifona?)
Davide, io sul tuo terreno scientifico, Chi siamo, da dove veniamo…. o di altri (fai nomi se sei capace) non ci verrò mai, nè penso che alle persone possano interessare le nostre argomentazioni che si allontanino dal tema attinente alle criticità che incombono sulla RNO del Belice o su altro biotopo vicino. I miei panni li ho già lavati, immergendoli inizialmente in testi come: “Principi di ecologia, E.P. Odum – Ed. Piccin, Padova 1973 – Zoologia, Cockrum & Mc Cauley, Ed. Piccin, 1970 – La Rivoluzione Ambientale, Max Nicholson, Garzanti 1975″. Oltre ai tanti aggiornamenti (visto che mi piace anche leggere e tenermi aggiornato) acquistati, dal 2000, fino a poco tempo addietro, cioè poco prima dell’attuale crisi, ho avuto la fortuna di ricevere, gratuitamente, direttamente a casa, tutti gli aggiornamenti editi da Ministero dell’Ambiente e dall’ex INFS, attuale ISPRA (Istituto superiore per la ricerca ambientale) di Bologna (ultima opera ricevuta l'”Atlante della migrazione degli uccelli in Italia”). Tieni conto che non mi hanno aggiornato solo sull’ornitologia e tieni conto che non uno di questi miei libri potrai mai trovare da Feltrinelli, visto che sono testi o altro genere di pubblicazioni, non generici, davvero specialistici e non commerciabili. Come ben sai oltre alla teoria e alla pratica sul campo, sono riuscito (dietro regolare autorizzazione) a mettere su un aviario dell’ornitofauna del Paleartico accidentale di tutto rispetto. Sono riuscito, tra l’altro, a fare riprodurre specie di non facile nidificazione in cattività. Non ti parlo degli Istrici (veniva pure l’indimenticabile Ludovico Corrao a vederli) e degli altri mammiferi della ns. fauna che ho allevati (sempre su autorizzazione) perchè dovresti già saperlo. Solo per motivi di tempo, dato che rischiavo di non potermi più aggiornare sul campo, ho dovuto donare tutto. Caro Davide al di là di ogni fronzolo a me è bastato questo per appagare la mia passione di naturalista ed il mio titolo di ragioniere (per me non è stato mai un complesso, contrariamente a te, con le tue scienze, probabilmente perchè sei un medico mancato) che, come dovresti sapere, quando mi sono diplomato io, nel 1965, essendo ritenuto un titolo completo, non ammetteva l’ingresso alle Università se non alle esclusive facoltà di Economia e Commercio e Scienze Statistiche. Studiando sui libri di testo del commerciale, come la chimica (per venire ad uno dei tuoi commenti), sono riuscito a superare esami universitari, solo che l’Economia e Commercio, contrariamente alle apparenze, non mi ha mai appassionato per cui ho preferito applicarmi sui libri di scienze naturali (per non parlare dei testi sacri di ornitologia che è una branca…) ai quali ho fatto inizialmente cenno. Ora, ritenendo d’avere definitivamente soddisfatto la tua curiosità, per non farmi perdere ancora tempo, ti prego di leggere attentamente il commento di Claudio del 24/11/2012, ore 17,10.
@Davide Castelli: Cortesemente vorrei sapere a quanto ammonta la somma sulla taglia per il ritrovamento del T.Marginatus all’interno della riserva Foce del Belice.Girolamo Pietro Palermo.
Basta Girolamo, la taglia ormai è stata elargita!
… altrimenti sta volta il T. marginatus si estingue davvero ;)
Girolamo se è una distrazione non farne conto, altrimenti nell’epiteto (marginatus) si scrive minuscolo, scusa se mi permetto ma è giusto essere precisi quando si parla di scienze ;)
viri un scravacchiu quanti interventi e quanti “luminari” fa spuntari!…
non sapevo di tutti questi scienziati in zona…
e le lumache, come stanno le lumache? E li cinqurana?
Col permesso dell’amministratore vorrei segnalare che, diversamente da quel che altri ritiene, nessuno ha estromesso nessuno da discussioni su ‘mazaraonline’.
@ valenziano: non sono in vena di polemiche ma la sua affermazione, diciamo eufemisticamente, non è precisa: se io sono Nessuno, allora nessuno è stato mai bandito da Mazara on line soltanto per non essere d’accordo con le direttive prefissate.
Professore, neanch’io sono in vena di polemiche. Ma c’è chi lascia intendere che Ella non compaia più su Mazara on line a seguito di uno scontro verbale avuto con me. Ora, io ricordo vagamente di aver interloquito con Lei come con altri su M.o.L.. Ed anche di aver polemizzato, molto più con altri che non con Lei, in verità, su M.o.l.. Di ‘estromissioni’ da quel portale non so nulla. E, per quanto riguarda il linguaggio, su quello da me adottato non s’é mai lamentato nessuno, su quello adottato da Lei non ricordo niente di poco ortodosso, quanto meno nei miei confronti. Ad ogni modo, io non sono il Direttore di Mazara On Line. Cordialità.
ma datevi un appuntamento dal vivo…nella vostra Mazara possibilmente…
@ valenziano: chieda allora al direttore di Mazara online e se non avrå il coraggio di negare, le dirà che mi ha bannato ed offeso dimostrando la concezione della libertà d’informazione ed il suo rispetto per il prossimo. Ovviamente ho tutta la documentazione.
Stiamo tediando i padroni di casa.. Comunque, anche a me é capitato, rarissime volte, di essere bannato, e non mi sono mai offeso. E, personamente, quando accedo ad un portale, mi sforzo di non dimenticare mai che sto bussando a casa d’altri. Ma, ripeto , se si trattava di appunti rivolti a me, ho letto di molto peggio da parte di altri, anche su questa stessa schermata.
@Claudio Augugliaro: La ringrazio per la sua garbata correzione sul mio errore nello scrivere T. Marginatus (marginatus)….. se no si va fuori rotta. Tengo a precisare che io sono un autodidatta essendo nato in campagna sotto gli alberi ed in mezzo agli amici animali, ricevendo un’educazione sacrale per il rispetto e l’Amore verso la natura che non ci nutre di solo pane. Io la natura la vivo come un tutt’uno, senza divisioni o frazionamenti fra un regno ed un’altro: vegetale, animale, minerale ed Umano. Se si trova a passare da Mazara del Vallo sarò onorato di farle dono di una pianta selvatica che mi diletto a farla riprodurre. P.S. Debbo confidarle che il genere seguito dalla specie pure in maiuscolo l’ho visto fare ad illustri amici muniti di tanto di titolo. Girolamo Palermo.
@Girolamo Palermo: ovviamente mi sono permesso di fare la correzione solo perchè la scienza è quella ed è giusto sia trattata come tale (come dice l’amico Davide) senza “interpretazioni”. Lei ha accolto la correzione con intelligenza come è giusto fare. Ringrazio semmai lei per il modo in cui si pone verso l’ambiente. Purtroppo come spesso dice Davide la scienza viene vista come un optional culturale, quando invece quel che ci circonda dovrebbe essere proprio al centro del nostro sapere. Per gli illustri amici che commettono l’errore di cui parlavamo.. lì come dice l’amico Enzo (che mi sembra di capire che aldilà del titolo sia più di un semplice appassionato) è vero che moltissimi studenti escono dall’Università Laureati senza sapere l’A,B,C. Poi è anche vero che un’altra parte invece ha tutte le carte in regola. La ringrazio per l’offerta della pianta ma vivo fuori e quando vado a Palermo per pochi giorni difficilmente ho la possibilità di spostarmi. Infine aldilà delle onoreficenze che non merito, dato che vivo da 2 anni in Inghilterra ormai ho assaporato il piacere di dare e ricevere del tu da parte di tutti, quindi alla prossima sono Claudio ;)