Si è appena conclusa, all’interno del meraviglioso Parco Archeologico di Selinunte, la nona edizione del Premio “Pino Veneziano”. Quest’anno il riconoscimento è andato al “cuntista” Salvo Piparo.
L’artista palermitano ha incantato il pubblico con la sua produzione teatrale “Pallonate”, per la regia di Ficarra e Picone che hanno curato anche i testi. Sul palcoscenico con Piparo, Costanza Licata e Rosemary Enea.
Presentatrice d’eccezione, Lidia Tilotta, giornalista RAI di origini castelvetranese.
Un sincero ringraziamento a Umberto Leone dell’Associazione culturale Pino Veneziano, che ancora una volta è riuscito a portare a Selinunte la magia di Pino Veneziano, il cantastorie che fa politica e la sublima con la poesia.
Ogni tanto – dice Salvo Piparo – mi capita di concludere dei racconti tirando un mazzo di carte per aria e declamando: “Signori, il tempo di una vita è breve e se noi siamo a questo mondo, è solo per calpestare i re!”.
Questa è in sostanza la voglia di riscatto che tutti i giullari hanno nei confronti dei loro superbi regnanti, ecco perché in questo premio trovo l’esatta identità di quello che oggi sento di voler raccontare. Raccogliere le storie da terra, metterle in bocca e sentire che quelle storie possono rivivere nel presente sconfinante, perdersi nei vernacoli per poi ritrovarsi alla fine di una trama, dove la cronaca e l’impegno civile facciano da tamburi battenti, per noi siciliani è più semplice a farsi che a dirsi, è il sentimento popolare più antico del mondo.
Così, quando ascolto Pino Veneziano, accade che le sue opere mi portano esattamente nella Sicilia dove vorrei essere e mi fanno ancora più credere nell’importanza di un teatro in cui, oggi più che mai, non ci vuole essere finzione ma “sangu ca voli nesciri”, poiché ancorato a quella sua chitarra, Veneziano impugna la parola come un oprante sguaina la spada, dunque felice
” La munnizza fà cchiù scruscu di la bbiddizza”! Cosi diceva mia mamma,usando questa metafora per sostenere la tesi secondo cui le cose brutte richiamano l’attenzione più delle cose belle.È più facile fare una critica che una lode, ecco perchè di commenti in queste cose bellissime ce ne saranno pochissime. Abbiamo perso il senso del bello, abbiamo perso ciò che significa esaltare l’animo e rinfrancare lo spirito . Queste manifestazioni compensano di gran lunga tutte le malefatte perpetrate ai danni del nostro territorio e alla nostra gente. BRAVI !!