«Signuruzzu, pensaci tu…». Il detto antico è sempre attuale. L’invocazione al Signore affinché faccia piovere era una vecchia usanza, soprattutto nei piccoli paesi. A Gibellina e Poggioreale – nella Valle del Belìce – proprio quest’anno è stata ripresa. Motivo? Le mancate piogge. Da più di un mese non piove e gli agricoltori non sanno più a che santo votarsi, affinché arrivi l’acqua dal cielo per le coltivazioni. La singolare iniziativa è stata organizzata già giovedì scorso a Gibellina, su iniziativa della Congregazione del Santissimo Crocifisso: la santa messa in chiesa madre, celebrata da don Marco Laudicina (con l’invocazione al Signore per le piogge), e poi in processione è stato portato l’antico crocifisso. Domani a Poggioreale si invocherà l’aiuto dei Santi affinché facciano piovere: alle 17 il Santissimo Crocifisso saranno portati in processione il Santissimo Crocifisso e la statua di Sant’Antonio da Padova, protettore del paese. La processione partirà dalla chiesa madre di Poggioreale per snodarsi nelle principali vie del paese.
Ma cosa stanno provocando la lunga assenza di piogge e le temperature insolitamente miti di questo strano inverno? Proprio al Sud si fanno i conti con l’allarme siccità in campagna. In vaste aree della nostra zona (ma anche di tutta la Sicilia) i campi sono aridi e i semi non riescono neanche a germinare. La mancanza di acqua e il vento minaccia anche le lenticchie di Ustica e problemi nella zona del ragusano ci sono nei pascoli per l’erba è secca e si temono speculazioni sul prezzo del fieno per alimentare gli animali. Una situazione definita da Coldiretti «critica». «L’andamento anomalo di questo inverno conferma i cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa», spiegano da Coldiretti.
AUTORE. Max Firreri