sanita sicilianaAmmonta a 10 milioni di euro la truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) messa a segno da un’organizzazione composta da imprenditori sanitari, medici, farmacisti e informatori scientifici.

Un sistema ben oleato con ramificazioni, oltre che a Roma e nel Lazio, anche in Campania, Abruzzo, Sicilia e Sardegna. A capo dell’organizzazione c’era Tullio Raimondo Faiella, napoletano di 48 anni, titolare di un’azienda di distribuzione di farmaci con sede a Grottaferrata, nella zona dei castelli romani.

L’uomo coordinava circa 25 informatori scientifici che avevano il compito di corrompere medici e farmacisti per ottenere prescrizioni di medicinali di fascia A (completamente a carico del Ssn) in modo tale da incrementare le vendite di questi farmaci che lui distribuiva.

Le ricette venivano prescritte ad ignari pazienti e, in alcuni casi, a persone che non erano affette da patologie che richiedevano l’utilizzo di quei medicinali. Dopo l’acquisto nelle farmacie compiacenti gli informatori si sbarazzavano dei medicinali gettandoli nei cassonetti. Il guadagno per l’organizzazione avveniva infatti dal vertiginoso aumento della vendita dei farmaci. Con l’operazione condotta dai Nas di Roma sono finite in manette 14 persone, altre 30 sono ai domiciliari: per tutti l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla truffa del Ssn.
Al Poggetto

Per corrompere medici e farmacisti l’organizzazione che truffava il servizio sanitario nazionale si avvaleva anche di una decina di prostitute, le cui prestazioni sessuali venivano offerte come ricompensa per il buon esito degli affari illeciti. Ragazze italiane e colombiane, in qualche caso studentesse universitarie o soubrette di televisioni locali. In base a quanto spiegato dai Nas le ragazze erano gestite da una maitresse che vive a Roma.

Gli incontri con i clienti avvenivano in tre alberghi, uno in provincia dell’Aquila, uno a Cagliari e uno a Napoli. Dalle intercettazioni telefoniche è emerso, inoltre, che dopo gli incontri medici e farmacisti contattavano gli informatori scientifici, che facevano parte dell’organizzazione, per riferire del gradimento o meno della prestazione della prostituta. Oltre al pagamento in sesso ai professionisti veniva assicurata una percentuale del 5% sul prezzo dei farmaci prescritti.

Lo scandalo sanità non ha risparmato la Sicilia.

Ci sono anche due farmacisti, due medici di base ed un informatore scientifico di Messina tra gli arrestati della maxi-operazione, condotta a Roma dai carabinieri del Nas, che ha sgominato un’ associazione per delinquere che operava nel campo della Sanità. Non sono state fornite le generalità dei professioniti messinesi. Ai medici e farmacisti messinesi sono stati concessi i domiciliari, l’informatore scientifico è stato accompagnato in carcere.

Per l’accusa gli indagati avrebbero truffato il sistema sanitario nazionale attraverso la corruzione di medici di base e farmacisti per ottenere prescrizioni false di alcune specialità medicinali che venivano poi vendute in farmacie compiacenti per incrementare la vendita. La presunta truffa, scoperta dai carabinieri del Nas di Roma, ha portato all’emissione e all’esecuzione nel corso della notte di 43 ordinanze di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari emesse dal gip di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. A finire in carcere soprattutto imprenditori farmaceutici ed informatori scientifici. Quarantatré in tutto gli arresti in numerose province dell’Italia centro meridionale ed insulare, fra ordinanze di custodia cautelare in carcere e arresti domiciliari.

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