Sarebbe davvero felice mio padre dell’elezione di Sergio Mattarella a Presidente della nostra Repubblica italiana. Luciano Messina era un punto di riferimento politico dei Mattarella e fu uno dei maggiori rappresentanti dei Morotei (la sinistra della D.C.) in provincia di Trapani e Presidente della Giunta provinciale negli anni ’80.
Da giovane ho frequentato Piersanti Mattarella, non certo per meriti speciali di tipo politico che non possedevo, ma accompagnando mio padre nei suoi incontri col suo amico e politico di riferimento, ho avuto modo di umanamente confrontarmi col coraggioso Presidente della Regione che fu poi ucciso dalla mafia siciliana, in uno scellerato accordo delinquenziale con il terrorismo nero.
Qualche tempo prima, in attesa sotto casa sua in via Libertà a Palermo, mi ero permesso di criticare la sua scorta forte di un anziano maresciallo dai piedi piatti e Piersanti mi aveva affettuosamente rimproverato, sollecitandomi ad un maggior rispetto verso quel servitore dello Stato che lo accompagnava e che fortunatamente non era presente il 6 gennaio del 1980, quando il suo assassino risparmiò miracolosamente la moglie del Presidente ucciso che lo accompagnava in auto di domenica.
Da allora, la frequentazione politica incominciò con Sergio che, altrettanto coraggiosamente, decise di proseguire l’attività politica del fratello vittima della mafia.
Io avevo un ulteriore motivazione di frequentazione di Sergio Mattarella, era il mio professore di Diritto parlamentare alla facoltà di giurisprudenza dell’Ateneo universitario palermitano.
Il mio rapporto di studente universitario fu intenso e determinò l’assegnazione della mia tesi di laurea proprio con argomento in quella materia e col professore Mattarella che mi presentò in commissione dichiarandomi Dottore in Giurisprudenza.
Sono state tantissime le occasioni di incontro con Sergio Mattarella e desidero ricordarne due non troppo risalenti nel tempo, quella più significativa per me allorquando una quindicina di anni orsono, insieme in aeroporto per un viaggio occasionale per Roma, mi chiese di dargli del “tu” visto che mi ostinavo ancora a chiamarlo professore.
Rappresentò per me una grande soddisfazione la motivazione di quella sua richiesta, quando mi specificò che oramai la mia fama di avvocato penalista era riconosciuta ed apprezzata negli ambienti panormiti che lui ben conosceva e di ciò era orgoglioso.
Il suo alunno aveva dato prova di meritare più confidenza col suo amico professore.
Da allora non ho mai mancato di farmi sentire da Sergio e complimentarmi per la sua elezione a Giudice della Corte costituzionale e ci eravamo fatti gli auguri di un buon 2015 che credo siano stati di buon auspicio.
Nell’altra occasione di incontro a casa sua a Palermo abbiamo parlato di politica territoriale e avrebbe voluto che io mi fossi candidato a sindaco della mia città, proprio nel momento in cui io gli chiedevo una sorta di paterna approvazione per l’ingresso in politica di un mio giovane amico, adesso politico in carriera.
Sergio Mattarella, dodicesimo Presidente della Repubblica, non dovrebbe emozionare solo me per il mio rapporto personale con lui, ma ogni siciliano specie se della Provincia di Trapani, visto che lui è originario di Castellammare del Golfo.
Dovrebbe inorgoglire tutti gli italiani che potranno incominciare a sperare in una nuova fase di equilibrio istituzionale assolutamente necessario in un periodo particolarmente difficoltoso per la società e la politica italiana.
Il nostro Presidente della Repubblica è un autentico galantuomo, serio, responsabile, equilibrato, ciò di cui il nostro paese ha davvero bisogno per essere meglio rappresentato all’estero.
Professore universitario, autorevole costituzionalista, Giudice della Consulta oramai da qualche anno, appare la persona giusta per far guadagnare fiducia e speranza agli italiani che potranno vedere in lui un padre nobile che possa guidare il nostro paese verso un futuro in cui la politica intercetti gli ideali, le esigenze, le aspirazioni di un popolo intero.
Lo stesso Presidente Emerito Giorgio Napolitano, si è rallegrato per l’elezione di Mattarella, riconoscendogli le grandi qualità di preparazione ed equilibrio istituzionali che certamente riconquisteranno molta gente per bene alla politica.
Io conosco il nostro Presidente, conosco Sergio Mattarella e mi sento orgoglioso ed emozionato nell’accoglierlo come colui che potrà dare un autorevole e cospicuo contributo all’azione politico-istituzionale finalmente rivolta verso un recupero socio-culturale del nostro paese in questo difficile momento di crisi economica e valoriale.
Sono certo che il Presidente Mattarella sarà un Capo di Stato che ci farà conquistare maggiore credibilità internazionale e ci restituirà l’orgoglio di essere italiani sentendoci tutti come figli di un padre di famiglia, buono e nobile come lui.
Franco Messina
AUTORE. Altre Fonti
Caro Avv.Messina, io personalmente ho molta stima di Lei e mi auguro profondamente, che tutti gli italiani e in modo particolare noi Siciliani, potremo un giorno non molto lontano, essere emizionati e orgogliosi come lo è ora Lei! Mi auguro che questo Presidente, abbia a cuore le sorti del popolo che rappresenta, un popolo martoriato e alla deriva! Mi viene in mente una frase che dicevamo gli emigrati degli anni 70: povera Italia senza Padre e tanti figli disgraziati! Ecco, io spero e mi auguro, che l’ Italia ritrovi questo Padre! Cordialmente
Caro Franco, pur non avendo la stessa origine politica del Nostro Presidente, come ben tu sai, anch’io ho provato la tua stessa emozione da itsliano prima e da siciliano dopo. Posso capire il tuo stato d’animo adesso, ma credo che la storia sociale e politica del nostro Presidente parla da sola: sarà uno che camminerà con la schiena dritta e non abbasserà mai gli occhi, proprio come faceva E. Berlinguer. Come vorrei che tu scendessi in politica accanto al tuo caro Amico per dargli quel supporto sincero e illuminato che sicuramente Tu saresti in grado di dargli per il bene della Nostra Città, perchė ė questo che il Prof. Mattarella ti ha insegnato ed ė ciò che il Presidente Mattarella ha detto: pensare come aiutare i ceti più deboli; Tu contribuisci a farlo a Castelvetrano insieme al tuo caro Amico. Ho fiducia in Voi giovani perchė se unirete le vostre forze insieme a tutti gli altri giovani castelvetranesi a cui sta veramente a cuore le sorti della Nostra Città, forse questa Città vedrà la vera alba selinuntina e lr nostre maestose colonne doriche si ergeranno maestose ancora una volta a guardia del nostro territorio, della nostra legalità e del nostro amore per i nostri figli e per i nostri nipoti. A noi anziani il rispetto e la fiducia per voi GIOVANI, a voi GIOVANI il coraggio necessaio, che a noi ė mancato, per trainare questa Città come una terra che vorrebbe vedere proprio il tuo Prof. e il nostro Presidente in una delle visite nel belice.
Buoni pensieri per Te e buon lavoro al Nostro Presidente S. Mattarella.
Vito Roma, un anziano che ama questa Città quanto un gjovane
Il presidente Sergio Mattarella è venuto nelle scuole da me dirette a parlare con gli studenti di mafia e cittadinanza, prima a Santa Ninfa, poi a Castelvetrano, infine a Mazara del Vallo, sia come parlamentare che come Ministro della Pubblica Istruzione. In particolare a Santa Ninfa nel 1987 venne con don Antonio Riboldi e Leoluca Orlando, a Castelvetrano nel 1997 con il giudice Paolo Borsellino e con padre Ennio Pintacuda, a Mazara del Vallo nel 1997 con l’on.Salvatore Giacalone. E’ un galantuomo, un uomo che ha vivo il il senso del dovere e dello Stato, che si chiede ogni mattina quando va a Messa cosa possa fare per gli altri e non cosa lo stato possa fare per sé. Buon lavoro Presidente!
Nel 1997 il povero Paolo Borsellino era gia’ morto da 5 anni…
Mi scuso del refuso: la data del 1997 si riferisce all’incontro di Mazara. L’incontro a Castelvetrano è avvenuto il 28-03-1989, come testimoniato da alcuni frammenti del video trasmesso nella trasmissione “Extra con Francesco Fiordaliso” di Alpa Uno, pubblicato su YouTube il 13 nov 2014.