Il rischio concreto è quello che la stagione estiva non decolli. E Federalberghi Trapani è davvero preoccupata che, dopo due anni difficili dovuti alla pandemia, quest’anno – che viene indicato come l’anno del boom di presenze – c’è il serio rischio che la stagione non prenda il volo. La paura di Paolo Masella, vice Presidente di Federalberghi Trapani e a capo dell’associazione albergatori di Marinella di Selinunte, intervenuto ai lavori de “La primavera del Belìce” (organizzata presso il Parco archeologico di Selinunte) è quella legata al mancato intervento di ripristino nell’area del depuratore comunale. Negli scorsi mesi le abbondanti piogge hanno fatto franare un tratto della strada che conduce alla Riserva naturale foce del fiume Belìce e un tubo della condotta fognaria si è spezzato in due: così l’acqua finisce in mare.
Si tratta di un tratto della rete comunale che trasporta le acque bianche di alberghi e case vacanze che si affacciano su un lato del fiume. Per Masella il rischio concreto è quello che, con l’acqua della condotta che finisce in mare, la costa possa essere interdetta alla balneazione. Ma perché questa paura? Nel tubo devono confluire solo le acque bianche ma, non è escluso, che in esso finiscono anche eventuali allacci abusivi di reflui. E’ solo un’ipotesi ma l’acqua che fuoriesce non è poi così limpida. Col tubo spezzato, attualmente, l’acqua della condotta finisce a mare.
A fare eco alla paura di Masella sono stati anche Giuseppe Galfano, Presidente dell’associazione che raduna le strutture extralberghiere di Selinunte e anche il sindaco della città Enzo Alfano. Il primo cittadino, durante l’incontro ‘La primavera del Belìce’, ha fatto un appello chiaro, rivolgendosi anche ai giornalisti: «Vi chiediamo un aiuto, fate conoscere la questione grave del nostro depuratore, così per com’è la situazione oggi rischiamo il disastro ambientale».
AUTORE. Max Firreri