Momenti di grande tensione martedì a “La Locanda”, la struttura di contrada Latomie, a selinunte, gestita dalla cooperativa sociale onlus “Insieme”, dove attualmente sono ospitati 120 migranti dell’area sub-sahariana richiedenti asilo politico.
Una trentina quelli che hanno dato vita a una protesta rompendo anche alcuni bicchieri in cucina, danneggiando una vetrata e provocando paura in qualche modo agli operatori del centro che hanno dovuto richiedere l’intervento di agenti del Commissariato e carabinieri della Compagnia. I manifestanti chiedevano di essere ascoltati da funzionari che si occupano del rilascio dello status di rifugiati in modo da potere accelerare l’iter burocratico che dovrà condurre al riconoscimento della loro condizione di richiedenti asilo. Molti sono stanchi di attendere. Vorrebbero essere liberi di andare altrove, magari dove hanno dei parenti ad attenderli.
In mattinata, si era sparsa la notizia che questo gruppetto di migranti, al culmine della rabbia, aveva tentato di colpire, con delle pietre, i dipendenti della cooperativa, ma la notizia, con il trascorrere delle ore, è stata ridimensionata dalle forze dell’ordine. Durante la protesta non si sono registrati feriti, a parte, tra i manifestanti, un giovane migrante che si è provocato una lieve lesione a un piede. Gli animi degli extracomunitari si sono calmati soltanto dopo l’arrivo di poliziotti e carabinieri che sono riusciti a riportarli alla ragione.
I motivi che ieri hanno sollevato la protesta sono gli stessi che nei giorni precedenti aveva indotto altri gruppi di giovani migranti ad effettuare due cortei in città che hanno raggiunto percorrendo a piedi la Statale 115. Il loro obiettivo, peraltro riuscito, era attirare l’attenzione sulle loro problematiche. Una prima volta, lo scorso 14 ottobre, un gruppo si è fermato in piazza San Giovanni e una seconda volta, il 29 ottobre, un altro gruppo ha effettuato un sit-in alla rotonda tra viale Roma, via Vittorio Veneto e piazza Escrivà. In queste due circostanze le ragioni della protesta, che sono comuni in provincia a quelle manifestate da altri extracomunitari nella loro identica situazione, i giovani africani le spiegavano in alcuni cartelli sui quali avevano fatto delle scritte in inglese.
Intanto parte dei castelvetranesi, sempre disponibili all’accoglienza, non nasconde il timore che una così massiccia presenza di migranti in città possa provocare nel tempo tensione con gli autoctoni.
Margherita Leggio
per La Sicilia
vorrei sapere cosa aspettano a mandarli nel loro paese
cara jessica, dietro questa situazione c’è una famiglia che ci guadagna e se ne fotte di tutto quello che possono combinare. Se provi ad uscire la sera li vedi bighellonare in giro e non sai chi realmente hai di fronte. lo spiazzale antistante l’ospedale è ricettacolo di queste persone.
spero che al più presto venga trovata una soluzione!
credo sia il momento di cominciare a tirare fuori il manganello…………….
…incredibile davvero. Solo in Italia non si riesce a risolvere nessuna situazione…specie se si può far lucro…guarda caso
cara jessica ed altri lettori,
richiedere l’asilio e un diritto umano. perfavore non lo levare ne da loro, e neanche da noi… dicendo cose perché non li mandano a casa.. e terribile.
Anzi vergognosa. Spero tanto se ce una guerra/alluvione a casa tua e richiedi asili o in unaltro posto e non ti senti ce vieni ascoltata… spero che il popolo non ti dice ‘vai in casa’. Perché siamo tutti umani e nessuno e illegale, e il nazismo lo abbiamo passato ed allora non ce una lasse di persona che al diritto di vivere ed altri no.