Un paese, una chiesa, una grandissima devozione…
Nasce così, dalla semplicità della fede, l’idea di far rivivere da qualche anno la vita tormentata di una santa: Rita da Cascia, martire d’una vita crudele che le ha insegnato il dono più bello… AMARE.
Circa sette anni fa, spinto da un grande forse enorme spirito religioso, un giovane consigliere comunale, aiutato e sorretto dalla comunità della Chiesa della Salute, ha intrapreso la voglia di far conoscere questa donna tanto normale quanto immensamente speciale, e da lì l’inizio…
La sua vita Santa Rita da Cascia l’ha vissuta sempre con estrema fede, e adesso qui a Castelvetrano, essa viene rappresentata da un corteo che anno dopo anno, è diventato sempre più importante, la sua vita le sue gesta, la sua disperazione, rappresentata nelle vie del nostro paese che ogni anno per questo evento, si tinge a festa per ricordare che la vita, insegna a soffrire, ma soprattutto a non smettere mai di amare e credere in Dio, unica nostra vera guida.
Grazie all’incessante lavoro della gente che crede nell’estrema meravigliosità di questa donna, il Corteo di Santa Rita è diventato per il nostro paese simbolo di una cittadinanza che non vuole smettere di avere fede, e oggi possiamo essere fieri di constatare che questo evento è diventato pellegrinaggio di molteplici religiosi o semplici curiosi che accorrono da numerosi paesi per assistere a quella che adesso è diventata una manifestazione conosciuta a livello nazionale, accorrono in migliaia e affollano le nostre strade grazie all’aiuto del Comune che orgoglioso dei risultati mette a disposizione spazi per accogliere viaggianti che arrivano anche con i caravan.
Innumerevoli fotografi che arrivano da tutta Italia ad immortalare le scene di vita di questa santa, facendo in modo che queste meravigliose immagini siano conosciute non solo da noi. Scenario indiscusso di un avvenimento tanto importante mette davanti i nostri occhi una festa che però a luci spente riesce a far rimanere nel nostro cuore non lustrini e suoni ma voci di verità, di speranza per un paese che all’alba di un presente tanto difficile vuole credere che grazie a donne importanti come Rita l’uomo riesca ancora ad amare incondizionatamente, ad avere fede che il futuro possa essere migliore. Si prega sempre un Dio quando le lacrime scavano il nostro volto, ma Dio c’è nella vita ogni giorno e Rita sapeva che non abbandondonandosi lui sarebbe stato con lei.
Patrizia Vivona
Presto su questo portale tutte le foto del corteo
mentre leggevo mi è venuta la pelle d'oca…brava Patrizia e grazie!!!!!!
ogni anno aspetto il corteo di santa rita …mi emoziono, guardo i quadri viventi , sorrido come una bimba a guardare gli sbandieratori, a sentire i passi cadenzati, invidio chi sfila(scusate piccolo peccato veniale), guardo la mia castelvetrano immersa in un sapore antico, un sapore confortante…e penso a santa rita…e le dedico un pensiero d'amore …che possa proteggergi tutti quanti
Ma che ci azzecca santa Rita con le nostre Tradizioni?????? ma si sa, la religione, i riti e le processioni…, hanno sempre “distratto” il Popolo dai problemi veri!!!!
Il mio dire più che un commento rappresenta la precisa narrazione di ciò che fu lo spirito popolare e l’amore verso una santa nel rendere vivo e presente in Castelvetrano il culto di Santa Rita. Invero, inizialmente il corteo popolare è stato voluto per esigenze spirituali di pochi fedeli i quali alla scoperta della statua – la quale per verità si trovava in completo abbandono materiale in locali presso la santissima chiesa della salute – hanno dapprima realizzato una precisa nicchia dove allocare la ritrovata statua e poi hanno portato in culto la santa per le vie di Castelvetrano. Atteso ciò si deve retrodatare l’inizio del corteo – oggi molto più curato rispetto a ieri stante l’intervento economico dell’ente pubblico interessato – almeno ad un anno prima della data dichiarata e resa pubblica. Si ricorda a chi legge, inoltre, che la prima processione della santa è stata sovvenzionata esclusivamente con i soldi dei parrocchiani, chiesti porta a porta personalmente dal sig. Scaminaci Gaspare, Aiello Giuseppe, Sparacia ed altri parrocchiani. Atteso quanto narrato, ad onor del vero, si può di certo intestare la rinascita del praticato culto della santa a questi pochi parrocchiani i quali hanno visto successivamente e con enorme orgoglio personale la prosecuzione, in grande, di ciò che loro avevano reso vivo e presente in Castelvetrano. Sicuro che il mio commento venga pubblicato, porgo cordiali saluti. Avv. Scaminaci Giovanni Luca