Non capita spesso che un preside prenda spunto da un paio di video denuncia diffusi sul web, sull’incuria e la trascuratezza di una riserva naturale, e organizzi un convegno con naturalisti, biologi, entomologi, coinvolgendo gli studenti nella difesa dell’ambiente e delle sue bellezze naturali.
È capitato a Castelvetrano dove, nell’aula magna del liceo classico del preside Francesco Fiordaliso, sabato scorso si è fatto il punto su condizioni e potenzialità della riserva della Foce del fiume Belice.
L’aver portato gli studenti a visitare la riserva, insieme a due accompagnatori d’eccezione, il biologo Antonino Barbera ed il naturalista Enzo Sciabica, ha fatto scaturire un ottimo studio da parte dei ragazzi del liceo classico e delle scienze umane, fatto di foto e di interessanti valutazioni statistiche su come vedono la riserva i cittadini castelvetranesi.
Una ricerca di indubitabile valore fatta da studenti e illustrata da studenti (coadiuvati da preparati insegnanti).
Dalla conferenza sono emerse luci ed ombre sulle tante facce della riserva, a cominciare dalle peculiarità naturali e biotiche, descritte con competenza ed entusiasmo dal biologo Antonino Barbera e da altri studiosi, fino alle scelte sconsiderate operate da una politica miope, descritte in modo molto chiaro dal naturalista Enzo Sciabica.
Nata come riserva naturale integrale (RNI) nel 1984, fu trasformata tre anni dopo in riserva naturale orientata (RNO). La differenza – spiega Sciabica – è che in quella integrale vengono ammessi esclusivamente interventi di carattere scientifico, mentre in quella orientata possono essere fatti interventi di tipo agro-silvo-pastorali. Ma in Sicilia il concetto di RNO è un po’ vago e il più delle volte viene scambiata con un area per lo sviluppo agro turistico. Ciò è molto grave – continua Sciabica – per salvarla bisognerebbe ritrasformarla in riserva integrale.
E i turisti?
Chi sono i turisti che visitano la riserva?
Non esistono. Si tratta in realtà, come sottolinea lo stesso Sciabica, dei clienti degli alberghi retrodunali, che tra l’altro sarebbero stati costruiti “senza effettuare la valutazione d’incidenza ambientale come impone la Comunità Europea”.
Certo, non è l’unica riserva mal gestita nell’isola, anche se qualche anno fa il WWF Italia aveva riconosciuto la Sicilia tra le regioni che gestivano meglio il patrimonio naturale.
Non è vero! Si tratta di semplice propaganda – osserva Sciabica – e se oggi ci sono responsabilità grosse sullo stato di abbandono di questo patrimonio, forse non è tanto tra i politici che bisogna ricercarle, che poco sanno di sviluppo sostenibile e biodiversità. La colpa è di certi dirigenti degli uffici preposti ed essenzialmente degli ambientalisti che, sempre più spesso, tendono ad assoggettare al mercato una cosa così importante come la tutela dell’ambiente<.
Anche Bruno Massa, esperto zoologo dell’università di Palermo, non concorda con questo imperativo categorico dettato dal mercato: “La natura non ha un prezzo. Se la tutela può avere delle ricadute economiche, bene. Ma se queste non ci possono essere, non bisogna strapparsi i capelli. Perché in ogni caso la tutela della biodiversità è già un ritorno che noi oggi non possiamo apprezzare, ma che apprezzeremo domani”.
Insomma, il fatto che la riserva sia da tempo ostaggio di una trascuratezza senza pari è un dato su cui concordano tutti. L’unica eccezione (c’era da aspettarselo) non poteva che provenire dalla Provincia di Trapani, attuale ente gestore. Al convegno, infatti, il direttore delle riserve Roberto Fiorentino non sembra aver gradito molto il lavoro fatto dai ragazzi. Sarà stato per via di quella foto che mostra i rifiuti all’interno della riserva, abbandonati dai bagnanti. Il suo appunto è curioso: “A parte quel mucchietto di spazzatura, nel servizio non è che si veda poi tutto questo degrado di cui si parla anche sulla stampa. Poi, non è detto che quei rifiuti siano stati lasciati dai bagnanti, perché potrebbero provenire anche da una scampagnata. Attenzione – aggiunge Fiorentino – cu unn’è vistu e unn’è pigghiatu, un po’ gghiri carceratu”.
E sugli alberghi? Il punto di vista del dipendente della Provincia è chiaro: “Abbiamo dato la possibilità agli albergatori di avere un posto al sole (permettendo l’installazione di ombrelloni in pianta stabile dentro la riserva, ndr). Anche perché i turisti sono persone che vengono a Castelvetrano dalla Francia, dalla Germania, dal nord Italia e lasciano dei soldi”.
In che direzione andranno allora le prossime scelte di una società ubbidiente al mercato?
Visto che quest’anno, a poche settimane dalla chiusura, l’Ars ha approvato un articolo che dà la possibilità ai comuni di gestire le riserve, secondo Fiorentino “sarebbe bene lavorare insieme per la realizzazione del piano di utilizzo, in modo da sfruttare tutte quelle iniziative che la legge 98/81 ci darebbe la possibilità di avere: ricreazione, ricezione, cavalli, equitazione, maneggio e tutte quelle attività compatibili con l’ambiente”.
Mancano solo le gare di motocross sulle dune. Ma quelle sono compatibili solo con la mancanza di controlli.
L’amministrazione comunale però al momento ha altro a cui pensare (tipo il debito Saiseb da 3 milioni di euro), anche se promette investimenti nei prossimi anni. Coi soldi dell’Europa, ovviamente.
Egidio Morici
www.500firme.it
@ Egidio Morici: faccio notare che il naturalista Davide Castelli, unico studioso con il Dott Vittorio Aliquò a censire la fauna carabidologica delle foci del Belice, ha illustrato la valenza scientifica della fauna entomologica della RNO. Cerchi di informare correttamente ed onestamente su quanto riferisce.
Gentile professor Castelli, il mio articolo non ha la pretesa di rappresentare una sintesi di tutti gli apporti (scientifici e non) forniti nella conferenza di sabato scorso. Si tratta semplicemente di alcuni spunti che ho ritenuto opportuno inserire per dare un’idea della distanza che c’è tra l’approccio scientifico e quello politico, rispetto alla tutela della riserva.
Mi dispiace molto se il mio modo di informare sia apparso ai suoi occhi scorretto e disonesto.
Cerco di fare del mio meglio. Senza padroni.
ma che fine ha fatto lo scarabeo selinuntino,inteso scravacchiu?
@ gentilissima signorina Anna: l’informazione truccata degli organizzatori di questa pantomima tragicomicA le hanno impedito di conoscere che un tal Davide Castelli, che da più di vent’anni studia la fauna entomologica delle Foci del Belice, ha illustrato la situazione attuale della fauna entomologica, proiettando un power point con le foto del famoso Thorectes marginatus. Tutto era lerò preparato per celebrare lil delirio vanaglorioso di alcuni signori e tutti gli altri erano stati chiamati per contemplare ed ascoltare cavolate politiche su leggi e leggine( levaticci tu chi mi ci mettu iu). Scienza ed entomologia non interessavano nessuno, o quasi, ed il mio intervento è stato addirittura tenuto debitamente nascosto, così come quello del La Rosa. Lu scravacchiu, come lo chiama lei, lo hanno fatto estinguere, non esiste più…… Vogliono solo lottizzare la riserva. Sono degli emeriti lazzaroni!
@ Egidio Morici: Lei aveva il dovere di riportare almeno il nome dei naturalisti invitati. Invece ha celebrato la pantomima, offendendo la dignitá professionale del sottoscritto e di quanti sono passati sotto la censura del politbureau. Dovrebbe vergognarsi!
Professor Castelli, ho già tentato di spiegare nel mio precedente commento il senso del mio articolo. Evidentemente lei non lo condivide.
Apprezzo però molto la sua schiettezza. Lei è un tipo combattivo. Ho l’impressione che l’acredine che traspare dai suoi commenti sia la naturale conseguenza di un mondo che ha affidato alla politica, all’incuria e al mercato il suo delicatissimo e variegato oggetto di studio.
So bene quanto possa essere difficile accettare di dipendere dalle scelte di personaggi senza spessore, messi lì da politici interessati solo alle poltrone.
Professore, non ho nessuna difficoltà ad incontrarla. Potremmo realizzare anche una breve sintesi video sul suo punto di vista che, in quanto anti-establishment, mi intriga particolarmente.
Questa è la mia mail: e.morici@alice.it
Egidio Morici
Dovremmo essere tutti grati al signor Morici che con coraggio evidenzia queste problematiche, colgo l’occasione per dare una notizia da scoop giornalistico.
In zona da pre riserva lungo la strada asfaltata che porta a casello 11 si vede una grande casa in costruzione con scritto “ampliamento magazzino agricolo e cambio destinazione d’uso”. Si puo’ realmente cambiare destinazione d’uso in aree di salvaguardia ambientale? gli enti preposti cosa avranno autorizzato in zona di preriserva dove ad oggi manca un piano di utilizzo? penso proprio che potevano solo limitarsi ad autorizzare solo un edificio a fini agricoli. E se alla fine questa grande costruzione sarà di fatto una villa residenziale si avrà realmente contribuito ad un reale sviluppo dell’area protetta?? invito ad una profonda riflessione…
saluti
Peppe
Caro Peppe, non ci conosciamo, sento però che, come me, oltre ad amare la natura e tutto ciò che può destare l’attenzione e la curiosità del naturalista, trova pure il tempo di leggere finanche leggi, leggine e regolamenti che garantiscono la sopravvivenza dei resti del nostro patrimonio naturale. Incontriamoci (la mia Email è: marmaronetta @tiscali.it) perchè assieme possiamo fare emergere meglio le disfunzioni, tipo quella che ha, con cognizione di causa, illustrato nel commento delle 13,54. Complimenti al sig. Morici per la vignetta e un grazie di cuore per tutto quello che sta facendo per la Riserva del Belice.
se questa notizia di Giuseppe è vera sa dell’incredibile, quindi si autorizzano la costruzione di magazzini agricoli pagando tasse di concessione edilizia a parametro zero sfruttando le agevolazioni per imprese agricole per poi godersi ville residenziali all’interno dell’area protetta, in questo modo si opprime l’economia agricolq, si violenta l’ambiente e si violano le regole.
altro che riflessione qui ci si deve attivare a denunziare queste cose
saluti
sandro
Peppe praticamente ha scoperto un altro caso Isola Lunga dello Stagnone di Marsala, altra R.N.O. gestita dalla provincia di Trapani, dove tutti i dipendenti pubblici preposti alle concessioni delle licenze e i componenti del Consiglio provinciale scientifico delle riserve sono stati assolti perchè, nel rilascio delle licenze stesse o nell’esprimere i pareri, hanno agito in buona fede. Il processo continua nei confronti dei richiedenti delle licenze. Su questa pagina vorrei discutere di queste cose e, quindi, del vero stato di tutela che viene garantito al patrimonio naturale della provincia di Trapani, con particolare riferimento alla Foce e alle Dune del Belice. Il gestore della pagina, persona molto democratica e tollerante dovrebbe, però, adottare qualche provvedimento per chi va o induce ad andare fuori tema. Grazie.
@ Sciabica: Scommetto che il tema lo decidi tu….. E sunnu l’oceddri e solo oceddri, ma non per il loro significato scientifico epistemologico, soltanto pi diri” chistu lu vitti pi prima io” .una specie di gioco che si svolge in un campo che deve essere preservato, altrimenti, addio oceddri e Piero da guardiano di polli potrà soltanto sdraiarsi sui binari. Amico Enzo, non te la prendere……. Di tutto quanto si puó dire si deve dire, su ció che non si puó dire si deve tacere( ma io non taccio, neanche sotto censura).
Il gestore della pagina dimostra di saper fare molto bene il suo mestiere… quanto al ‘Parco del Belice’, chissà cosa ne penseranno gli olivocultori di Castelvetrano, che vi producono il miglior olio del mondo, od i vignaioli di Menfi, che vi hanno impiantato la fonte del loro benessere, od i pastori di Poggioreale, che vi pascolano le loro pecore, dal cui latte traggono la rinomatissima vastedda..
leggo i commenti e preoccupa davvero la gestione della riserva del Belice in mano alla provincia.
Dunque come bene lascia intendere il Signor Sciabica riguardo sentenze preghesse l’ente provincia preposto al rilascio delle concessioni autorizza “in buona fede” la costruzione di strutture agricole-zootecniche (presumibilmente sapendo che questo è solo una escamotage per realizzare una eventuale villa)tanto nelle peggiori delle ipotesi se l’uso di quel fabbricato sarà diverso a pagare sarà il proprietario perchè responsabile della destinazione d’uso. Adesso viene naturale chiedersi su chi dovrebbe vigilare e controllare riguardo la reale destinazione d’uso di questi edifici agricoli.
Per restare in tema di “buona fede” …una gestione adeguata e seria dovrebbe essere preposta a vigilare non solo per evitare corse da motocross ma anche a verificare se la reale destinazione d’uso di edifici autorizzati in passato siano effettivamente di natura agicola ed eventualmente informare le autorita’ competenti del comune di riferimento se non si rispettase la reale destinazione d’uso per cui questi immobili sono stati concessionati.Questo a mio avviso non rappresenterebbe uno stato di polizia ma solo un dovere civico e professionale per diferente le aree protette .
Perchè se alla fine si possono costruire magazzini agricoli per poi essere illecitamente trasformati in case di abitazione all’interno dell’area protetta fra qualche hanno ci ritroveremo una nuova Triscina altro che valorizzare le finalità istitutive della riserva.
Penso ad una soluzione: lottare per togliere la gestione delle aree protette ad enti fortemente politicizzati, dovrebbe essere ben chiaro a tutti che clientelismo politico e tutela ambientale devono essere ben distinti e separati!!!!
Saluti
Sandro
@sandro: per affidarli a chi? Ai privati, magari?
Mi corre l’obbligo informare il pubblico che il parco è cosa ben diversa dalle riserve naturali. E’ articolato in maniera tale che possano essere garantite e migliorate le vocazioni territoriali originarie. Oltre, alla garanzia della tutela dei biotopi ancora estistenti, oltre alla loro messa in rete, il Parco ha la funzione preponderante di favorire e migliorare (l’ho già detto ma c’è chi legge solo l’ultimo commento) lo sviluppo socio-ecomomico dei Comuni aderenti. I pastori, gli olivicoltori e altre categorie di cittadini che producono sono ammessi alla gestione del Parco. Cosa che preoccuperà chi gestisce il potere e non vuole condividerlo, cosa che preoccuperà i parassiti che criticano tutto e tutti dalle mura domestiche o anche da certi Uffici pubblici che possono rivelarsi improduttivi
@valenziano: gli olivicoltori di Castelvetrano, i vignaioli di Menfi, i pastori di Poggioreale e tutti gli altri produttori del settore terziario potranno trarre soltanto vantaggi nel produrre i loro prodotti con il marchio del “Parco della valle del Belice”. Almeno questo è il mio modesto punto di vista.
Per chi fosse interessato, mi piace l’esempio del marchio di qualità Parco Gran Paradiso:
http://www.pngp.it/marchio-qualita
Penso che l’idea del signor Sciabica sia vincente,
la costituzione del parco sarebbe una sorta di assicurazione sulla vita per la riserva, volano di sviluppo per il “marketing” del territorio e leverebbe uno strumento di potere in mano ai politici oramai chiaramente deleggittimati dal corpo elettorale.
Complimenti signor Sciabica !!! si passi adesso alla fase pratica senza perdere altro tempo!
Mimmo
@Davide: senza ragione alcuna, senza che io abbia risposto alle tue precedenti provocazioni, mi vuoi dire che senso ha darmi, pubblicamente, del guardino di polli, quando tra l’altro, in privato spesso mi hai detto che sono un autodidatta capace di competere con i naturalisti titolati? E’ vero che non ho titoli, ma sai che non mi crea alcun complesso; forse ti riferisci al fatto che abbiamo acquistato “in società” libri scientifici di comune interesse e te ne sei appropriato? Sarò pollo o guardiano di polli, sarò ignorante, ma spero vivamente di essermi espresso in maniera chiara da fare capire al pubblico quale è la vera personalità di Vituzzu Castelli, detto Davide. Un appunto debbo fare a chi ha permesso a Vituzzu di allargarsi, senza infornare i lettori che Vituzzu, quando faceva ricerca sul campo, era buono solo a piazzare trapplole per catturare insetti (per collezionarli e per scambiarli). Per il resto è solo “astrusità” dettata dalla personalità complessa, riscontrabile anche nel suo libro “Retablo”. Mi dispiace per la pubblicità, ma i lettori, la gente, debbono sapere e capire. G.P. Palermo.
E parco sia!!!!
Se Retablo non ti piace non leggerlo. Il sottoscritto, come Charles Darwin è anche collezionista d’insetti e li scambia come i suoi colleghi. Tu non sei un uomo libero, non hai capacità di analisi e di riflessione autonoma. Puoi solo osservare oceddri e sdraiarti sui binari sotto ordine altrui. Sei alieno al mondo della scienza, non perchè non hai titoli( dei titoli me ne fotto), ma perché ti manca l’estro della genialitá e perfino quello della semplice intuizione. Questa è la verità e va detta. Quindi: guardiano di polli( sultani o calzolai).
L’idea del signor Sciabica è condivisibile in quanto contempla togliere le riserve dallo steapotere dei politici. Io vado peró oltre: Affidarle ai professionisti, cioè ai naturalisti specializzati con tanto di titoli, e riuniti in associazioni universitarie collegate alla ricerca scientifica. No ai politici ma ugualmente no ai privati. La gestione delle risorse va tolta dal potere mafioso e politico, ma non deve cadere e scadere nei privati con interessi personalistici.
@ Piero Palermo: se adesso sei diventato anche esperto in personalità complicate, io sono il papa e tu non sei Piero, ma lo stalliere psicotico di Freud.
@ Piero Palermo: A proposito dell’accusa che mi fai di appropriazione indebita di libri da me illecitamente( secondo la tua opinione) custoditi, ti restituisco la quota da te pagata più un surplus , mio omaggio, per il gelatino.
Quante volte si è parlato di “mafia dei colletti bianchi, dei camici bianchi, di ecomafia”? Molti squarci sono stati aperti sulla mafia dei colletti e dei camici bianchi, ma attorno all’ecomafia permane la confusione più assoluta. Ogni medaglia ha il suo rovescio e se è vero, come sembra vero, che sia stata identificata una faccia della medaglia dell'”ecomafia” è altrettanto vero che l’altra sfugge anche all’identificazione di chi si ritiene competente. Attenzione a credere che i politici possano essere l’altra faccia dell'”ecomafia”. Anche in questo caso i politici, nella maggior parte dei casi, possono incorrere nel reato del concorso esterno, ma gli ecomafiosi, dell’altra faccia della medaglia, rimangono ancora tutti da scoprire e le sorprese, a cominciare dai catoni, potrebbero essere dirompenti.
A proposito di ecomafia: gestire senza conoscere, conoscere senza amare, ma anche amare senza cognizione, conduce a concezioni autoritarie ed irrazionali ,quali far curare un malato da un ciabattino, fare sdraiare un poveraccio sui binari o far gestire una riserva od un parco da unn’amministrazione comunale, da partiti politici o peggio da privati. Le risorse naturali appartengono a tutti, ma coloro che posseggono le conoscenze e le competenze per la gestione sono i naturalisti specializzati, coadiuvati dagli atenei e dagli istituti di ricerca.
Caro Piero, sai benissimo che Vito D. Castelli si ritiene l’uomo più libero della terra per cui non ha bisogno di corda per parlare. Io, così come ho fatto in privato (e mi sembrava di esserci riuscito), attraverso lo spazio offertoci dalla Direzione di CS ho tentato di ricondurlo ai fatti che hanno preceduto la conferenza del 10/11. Lui ha preferito, invece, di continuare a ruota libera per la sua strada. Meglio così, visto che il pubblico può prendere sempre più atto delle sue contraddizioni. Nel commento del 17/11/2012, ore 14,35, a proposito di naturalisti titolati e non, ti dice: “dei TITOLI me ne fotto”, nel commento successivo, ore 14,42, concepisce soltanto i naturalisti: “con TANTO di TITOLI”. Come volevasi dimostrare.
Il mio commento del 17/11/2012, ore 20,00 (traendo spunto da una provocazione) era diretto evidentemente ad un pubblico capace di ascoltare e valutare, non condizionato dai pregiudizi. Allo stesso pubblico, per evitare che possa essere trascinato nell’errore contenuto nella provocazione, debbo chiarire che le ns. riserve naturali in particolare e il nostro patrimnio naturale più in generale sono già sotto il controllo dei cosiddetti “naturalisti specializzati” o titolati. Questi, infatti, a turno si avvicendano nel “Consiglio regionale per la protezione del patrimonio naturale” (C.R.P.P.N.), insediato presso l’Assessorato regionale Territorio e Ambiente (A.R.T.A.) e nei “Consigli provinciali scientifici delle riserve” (C.P.S.), insediati presso le Province. Da un’attenta analisi emerge che la maggior parte delle organizzazioni (rappresentate dagli specialisti) che compongono il CRPPN e i CPS, contemporaneamente, si trovano a gestire le riserve naturali regionali e non solo le riserve. Se principalmente gli studenti e il grande pubblico vengono tenuti all’oscuro di questi meccanismi o vengono non correttamente informati (se non abbindolati dalla propaganda di chi detiene il potere), mi si vuole dire come facciamo a pretendere che lo stato delle nostre riserve naturali migliori?
A chi parla di ‘gestione di potere’ ricordo che, in democrazia, ed in generale negli stati di diritto, l’esercizio del ‘potere’ é rigidamente regolato dalle norme costituzionali. In Italia l’art.51 della Costituzione statbilisce che tutti i cittadini possono accedere agli uffici pubblici ed alle cariche elettive; L’art. 97, poi, specifica che agli uffici pubblici si accede per concorso ( a quelle elettive, ovviamente, a seguito di elezioni ). Uffici pubblici e cariche elettive potranno pure apparire mere ‘sovrastrutture’ agli occhi degli scienziati ‘puri’ e dei marxisti, ma sono sovrastrutture indispensabili per garantire la convivenza civile ( questo , mi risulta, anche per i marxisti, non so per gli scienziati ‘puri’). I cittadini non investiti di cariche possono esprimere critiche, dibattere, presentare ricorsi, rivolgersi all’Autorità Giudiziaria contro i provvedimenti adottati dagli organi competenti ove si ritengano lesi negli interessi privati, anche collettivi, formulare proposte e petizioni, organizzarsi in partiti politici ‘per concorrere con metodo democratico a determianre la politica nazionale’ ( art. 49 cost.) oppure mettersi a studiare per vincere un concorso. Non é consentito esercitare o ‘condividere’ ‘il potere ‘ in altro modo. Quanto al c.d. parco del belice, mi fa piacere sentire che può essere un ‘valore aggiunto’ per olivocultori, vignaioli ed allevatori. Però mi piacerebbe sentirlo dire da loro. Come disse un personaggio oggi molto di moda, quando si limitava a fare spettacolo “Non é che io dubiti che il kit e kat sia squisito, ma me lo deve dire il gatto!”
@Davide: in riferimento al tuo commento del 17c.m., realativo ai libri acquistati in società, mi devi semplicemente dire l’ora e il giorno (escludendo domani visto che ho già degli impegni) in cui posso venire a ritirare la parte di libri di mia spettanza, previa visione sommaria di tutti i testi. Grazie, Girolamo Piero Palermo.
@Valenziano: il tuo ragionamento relativo alla democrazia non ha nulla a che dividere con il C.R.P.P.N. e con i Consigli provinciali scintifici delle riserve i cui componenti sono designati dalle Università, dall’Istituto di Vulcanologia, dal WWF, Legambiente, LIPU, GREE e altri Istituti regionali. Partecipa alle riunioni e alle conferenze che saranno indette (questa si che è democrazia) e ti renderai conto di persona come la pensano gli agricoltori e gli allevatori.
@girolamo palermo: gli organismi da Lei citati non hanno carattere assembleare o di democrazia diretta, ma hanno carattere consultivo ed, in ogni caso, sono previsti da precise disposizioni di legge. Agricoltori ed allevatori hanno le loro associazioni di categoria.
Carissimi: Ti restituisco la tua quota, i libri sono indindivisibili e restano a me.
Fiorentino-Valenziano, con o senza democrazia, chi è chiamato dal popolo o dal Presidente (vedi il caso Napolitano – Monti) ad amministrare le sorti di una nazione, accedendo alla famosa stanza dei bottoni (per parlare terra terra), automaticamente esercita il potere conferito all’Esecutivo. Come ha però giustamente fatto osservare Piero Palermo, il suo panegirico sulla democrazia, sugli articoli costituzionali (non vedo che cosa c’entrino con la tutela del patrimonio naturale), mi creda, si riduce a scadente “31 e 47”. Si occupi di diritto della navigazione e lasci a Cesare quel che è di Cesare. A meno che, come raccomando a personaggi del suo temperamento (mi consenta data la conoscenza), non scende dal suo trono.
@valenziano: per caso Lei non è rappresentante di categoria dei pastori o degli olivicoltori?
sembra che Valenziano viva nel paese della “cuccagna” dove tutto è meravigliosamente regolato dalla democrazia e in nome della costituzione regna legalità ed equità. Purtroppo la realtà è bem altra testimoniata anche democraticamente dalla recenti elezioni regionali: la maggioranza del corpo elettorale siciliano ha delegittimato il sistema politico non andando a votare, se poi aggiungiamo a questo 52% i voti dei grillini la questione merita solamente un “no comment”.
Il “metodo democratico” farà sempre acqua da tutte le parti se non se non si inserisce nella questione morale.
Viviamo in un mondo ingiusto, la meritrocazia soprattutto al meridione è inesistente (altro che concorsi), le persone oneste e capaci si guardano bene dal fare politica, questo ruolo oggi viene svolto in maggioranza da persone mediocri che sicuramente non hanno nel proprio dna la capacità di valorizzare il bene comune. La classe politica pur di non perdere il potere farebbe anche il patto con il diavolo, il clientelismo fa da padrone nel nostro territorio, siamo alla frutta cari amici, svegliamoci!!!
Propongo concorso pubblico per occupare i posti di assessore e di dirigente all’assessorato provinciale territorio e ambiente ma con commissione esaminatrice svizzera, in questo modo avremo delle chance per salvare il nostro territorio. E’ davvero paradossale che la speranza di proteggere le aree protette debba essere legata a questa mia provocazione.
So già che i difensori della democrazia con Valenziano in testa si ribelleranno a questa mia provocazione in nome di leggi, regole, costituzione ecc che vietano concorso pubblico per cariche politiche. Cosi’ accadrà che dietro il paravento della democrazia questa classe politica incapace continuerà a governare come ha sempre governato in sicilia meno male che ogni tanto entra in gioco qualche commissario straordinario che annulla provvedimenti di spesa presi dall’ex presidente e manda a casa dirigenti con la scusa di ridurre la spesa, ma è solo una scusa la verità in Sicilia è meglio non dirla…
buona serata
@ Fulvio: in sintonia. Commissione della Svizzera Tedesca. Esame basato su Biochimica, Biologia Molecolare e Fisiologia evolutiva. Esclusi i privati e non naturalisti( dica quel che dica lo Sciabica, con tanto di titolo!)
@fulvio: guardi che potrei essere parecchio d’accordo con Lei. Ad ogni modo, non mancano le formazioni politiche che si propongono di affidare la gestione della Cosa pubblica ad ‘aristocratici dell’intelligenza’ . Una si chiama ‘Forza nuova’. Rimane però il problema di stabilire come individuare tali ‘aristocratici’ ed a chi spetti farlo. Quindi mi arrendo, e mi accontento della nostra bistrattata democrazia, nell’attesa, come disse Churchill, che si escogiti un sistema di governo migliore. Nel frattempo mi consolo con i commenti del prof. Castelli, che continua ad intrattenerci brillantemente sulla “dicotomia tra scienza ed ambientalismo”. @gianni marino: no, non sono rappresentante di categoria. What about you?
…quando si parla di Riserva, Linea ferroviaria e Animali domestici, nessuno può argomentare meglio di Valenziano!!…ci sono decine e decine di post che lo testimoniano!!!…Accidenti!!!
@peppe: io non ironizzo mai su chi non la pensa come. Mi sforzo di trovare argomenti a confutazione, senza insultare. Né, come taluno fa, mi riduco a ‘tirare per la giacchetta’ il gestore del portale,invocando forme di censura nei confronti dei miei interlocutori di diverso parere. Quanto agli animali domestici, immagino che Ella alluda al rottweiler che ha portato via mezza faccia ad un ragazzino di Terrasini, od al pit-bull che ha addentato alla testa una bambina di due anni a Brancaccio.
@ valenziano: Invocano la censura perchè sono a corto di argomenti. C’è una ghenga da paranoia, altro che ambientalisti!
@davide castelli: nella migliore delle ipotesi! Nella peggiore, insultano. Cordialità
Insultare è anche scendere a discutere pubblicamente con le persone educate, oneste, democratiche e libere, concedendosi di dire inesattezze, falsità od altro fuori dalla realtà, celandosi sotto false generalità. Così tutti possono andare a ruota libera, tanto non c’è rischio di essere scoperti, non c’è rischio di compromettere la propria onorabilità. Dal mio punto di vista è come il ladro o il rapinatore quando non può fare a meno di usare il passamontagna. Tentare di togliere il passamontagna al rapinatore o a chi subdolamente si inserisce in un discorso serio per fare perdere tempo o istigare (capita spessissimo) è un insulto? Diverso è il caso di colui il quale pur presentandosi con tanto di nome e cognome reali, non riesce a controllarsi, non evita di scadere nel linguaggio che può turbare il pubblico che contrariamente a quanto qualcuno possa ritenere non è una cosa astratta. Nel qual caso ritengo che l’editore debba intervenire.
Ritengo che quando vedranno il video dell’intervista che mi hanno realizzato per conoscere la vera e non diplomatica situazione delle Foci del Belice, alcuni pseudo avvocati improvvisati,con relativi cani di caccia,riceveranno un duro colpo, colpiti nella loro già compromessa credibilità.
Claudio Augugliaro Condivido tutto! .. e grazie di spendere del tempo per trasmettere della cultura in modo gratutio. Vedo spesso guerre tra “naturalisti poveri”, gelosie stupide o addirittura snobbismo…. qundo invece io penso si debba ringraziare sempre, da chi come te ci mette veramente tanto a chi cm Alfonso La Rosa fa un gruppo bellissimo o al fotografo naturalista che fornisce un apporto sostanziale. Ho condiviso il tuo contributo video perchè penso che quello che hai detto sia da sottoscrivere da parte di tutti coloro che abbiano a che fare con la scienza, dai professori pensionati agli studenti di 1° anno! … ma vedrai che alla fine la maggioranza non condivederà il video ne esprimerà un pensiero nonostante in fondo condivida il tuo. Perchè non ci si sbilancia, non sta bene, poi si rischia di passare per esaltati o al meglio per emotivi e poi ci sarebbero persino le gelosie per un video su youtube con 10.000 visualizzazioni! Tu dai responsabilità solo ai politici nel video in qst circostanza è anche giusto. Tuttavia penso così come accade in qualsiasi sistema naturale una nicchia lasciata vuota per tanto tempo poi viene “sfruttata” da qualche altro! Allora tra di noi possiamo anche ammettere che se le cose vanno così male è perchè tra chi studia scienze, c’è gente che sta zitta (la maggioranza) che è gelosa e preferisce non condividere il proprio sapere ma a maggior ragione il sapere dell’altro (detta alla siciliana: c’è paura mi scippa u travagghiu o l’importanza…). Spero che anche in questa direzione si abbia un cambiamento! Per ciò che ci riguarda invece ritengo NECESSARIO che tu possa chiudere il cerchio (lasciami passare la frase anche se so che il cerchio nn si chiude mai) con una ricostruzione della coleotterofauna della regione Paleartica. Quindi che tu riceva o meno i coleotteri già adesso, ora che ci sarà più tempo, più in la discuteremo bene un campionamento in Mongolia. a presto
Queso è quanto mi scrive un ricercatore, Naturalista specializzato, con pubblicazioni a livello internazionale, Dott Claudio Augugliaro. Da queste considerazioni, mi sento confortato.
Preziosissima l’osservazione di Peppe…non c’é che dire!
@Carissimo il mio Davide: mi devi semplicemente dire l’ora e il giorno in cui possiamo venire a trovarti. Come dice qull’azzeccagarbugli (per rievocare il tuo odiato Manzoni & C., leggasi Retablo donatomi da Castelli) di Valenziano, in democrazia (le tue idee personali non mi interessano)è la maggioranza a stabilire le regole (sempre regole sono a prescinedere dalla democrazia o dalla dittatura o dall’anarchia classica). Assieme, pertanto, stabiliremo il da farsi sulla ripartizione dei Volumi (acquistati in società) che costituiscono la collana che tu subdolamente hai trattenuto a casa tua, anzichè portarli presso la sede dell’Associazione. Nell’attesa ti auguro una buona lettura.
…quando tornano comodo si chiamano regole, quando colpiscono sono ‘garbugli’..
@ Amico Piero:ti ripeto per l’ultima volta che ti restituisco la tua quota con interessi. I libri te li ricompri.Nessun appuntamento: dimmi quanto ti devo e ci vediamo in centro. Non voglio ritornare più in merito.Circa la democrazia, tienitela per te. Vale più ( per l’olfatto) una goccia di profumo che un camion di concime……. capito l’antifona?
Valenziano non mistifichi, perchè come ha scritto G.P. Palermo, le regole valgono ovunque e non, solo, nella sua “democrazia” di facciata. Sa benissimo che tra il dire e il fare RIMANE di mezzo il mare. Il termine azzeccagarbugli, pertanto, o per rimanere in tema, geotrupide (visto che non riesce a venire fuori dalla tana con il tuo vero cognome e nome, cioè genere e specie, come si usa in sistematica, per esempio, Thorectes marginatus), non mi sembra sbagliato.
@ valenziano: Ha letto quanto scritto dall’amico Sciabica? A quanto pare gli è rimasto un solo cane di caccia!
Faccio notare agli amici lettori che vogliono vederci chiaro in questa “faccenda” della RNO delle Foci del Belice” che il signor Enzo Sciabica non ha assolutamente esposto ai pazientissimi lettori il significato filogenetico e biogeografico dei taxa presenti alle foci del Belice. Pur essendo invitato a farlo per giustificare l’eventuale istituzione di un Parco, continua con un linguaggio giuridico da pseudoavvocato( non è un avvocato) e da pseudonaturalista ( non è un naturalista, mentre lo sono il Dottor Agugliaro ed il sottoscritto. Spero vi rendiate conto che affidare la riserva al Comune di Castelvetrano, o peggio a privati sarebbe uno sbaglio senza possibilità di ritorno visto lo stato precario in cui si trova la riserva. Le foci del Belice vanno gestite da giovani naturalisti con l’ausilio del mondo accademico. No agli ex cacciatori ed ai politici di ogni specie!
Nel mio primo commento ho replicato duramente al prof. Castelli. Ora ci troviamo su posizioni molto vicine. Questo accade quando ci si confronta con persone intelligenti. In particolare, concordo con il suo ultimo commento, almeno in linea di massima. Tutto sta a definire criteri e procedure per le istituzioni delle riserve. Per me il modello di riferimento rimane quello scelto, decenni fa, per l’arcipelago toscano. Quello speculare, in negativo, é invece lo scriteriato metodo adottato, successivamente, per le Egadi. Mi spiego. Nel primo caso é stata scelta un’isola Montecristo, la più distante ed isolata, praticamente disabitata, come riserva assoluta e totale. Ecco, secondo me, a Montecristo dovrebbero accedere solo naturalisti ( non necessariamente giovani ) per scopi di ricerca. Alle Egadi, invece, tutto l’arcipelago é diventato Area Marina Protetta. Solo che, trattandosi di isole antropizzate e molto frequentate, si é dovuto scendere a compromessi con la civiltà: ne é risultata una area ‘arlecchino’ differenziata in una pluralità di zone disomogenee con divieti e vincoli cervellotici, di complicata, quasi impossibile comprensione e percezione, per tacere dell’applicazione: basti pensare che il concetto di ‘zona A’, implicante i vincoli più rigorosi, a Maraone significa divieto totale di tutto, mentre ad ovest di Marettimo consente l’assalto dei barconi di turisti alle grotte, purché si tratti di naviglio locale. Bene, questo dissennato modello di tutela é quello oggi imperante in Italia, sia a mare che a terra; vincoli qua, divieti di là, quasi mai espressi in termini chiari, e sempre suscettibili di interpretazioni perverse. Quel che ne scaturisce é un sistema di regole veramente di sola ‘facciata’ per rubare un termine a chi me lo affibbia. Il tutto perché chi crede nel mito della natura selvaggia non si rende conto che l’Europa é un continente civilizzato da secoli. Non siamo in America, dove il paese più avanzato, gli USA, conta solo due città costiere, Los Angeles e San Diego, entrambe site nel sud della California, ( San Francisco sta internata in un’insenatura, come Seattle ) lungo tutta la sua costa occidentale, che si sviluppa per migliaia di chilometri.. Qui la natura selvaggia é una realtà di nicchia. Nicchie da preservare, senz’altro, dopo attenta individuazione e delimitazione. Nel modo che il prof. Castelli suggerisce.
Potreste gentilmente calmare i toni di questa discussione?
Altrimenti mi vedo costretto a rimuoverla dal blog.
Grazie,
Flavio Leone
amministratore di
CastelvetranoSelinunte.it