«Se le disposizioni non subiscono modifiche sostanziali entro i prossimi giorni, non sarà facile riaprire». Ha l’amaro in bocca il titolare della discoteca “Venus” di Marinella di Selinunte, Adriano Errante. Il Governo, pochi giorni addietro, ha diramato le disposizioni che consentiranno di riaprire le discoteche: «La lista delle restrizioni è troppo lunga e, tra le altre cose, temo che i clienti stessi non si sentirebbero affatto a loro agio in un luogo adibito al divertimento come la discoteca a dover rispettare tutte queste misure stringenti», spiega Errante.
Ingressi ridotti, consumazione al banco vietate e registri dove annotare i nominativi di chi entra per “mappare” eventuali contatti con soggetti positivi. Sono solo alcune delle misure con cui i gestori dei locali dovranno adeguarsi. «Nelle serate organizzate è già difficile non far creare code agli ingressi – dice il gestore – se a questo aggiungiamo i controlli da parte del personale che dovrà prender nota dei clienti che entrano per conservarli in appositi registri, allora risulta davvero impossibile gestire la situazione». La struttura del “Venus” è autorizzata per 500 persone. Con le disposizioni anti Covid-19 ne potrebbe accogliere al massimo 200.
Le discoteche, così come i teatri e i cinema, sono state le ultime a ricevere delle linee guida da parte del Governo, ma adesso che sono arrivate, i gestori manifestano le loro perplessità a riguardo. «I cocktail non potranno più essere serviti al banco e, quindi, necessitano di servizio ai tavoli: se il locale anziché ospitare 1000 clienti ne può contenere solo un terzo, se chi balla deve farlo ad una distanza di almeno 2 metri l’uno dall’altro, come è possibile farlo?», s’interroga Adriano Errante. Poi ci sono le spese per la sicurezza: «A fronte di un numero decisamente ridotto di clienti, dovrei assumere 10, o perfino 15, uomini della sicurezza in più solo per impedire assembramenti, file o comportamenti non consentiti».
Il 2020 sarà un anno da dimenticare per i gestori delle discoteche: «Il mio rammarico – spiega il giovane titolare – è principalmente rivolto a tutti gli operai che stagionalmente lavorano nella struttura che, senza calcolare terze parti come fornitori, consulenti, sono più di 50 e adesso non potranno più lavorare».
AUTORE. Michele Milazzo