“Una riserva da vivere”. E’ questo lo slogan che la Provincia regionale di Trapani ha scelto per la riserva “Foce del fiume Belice”.
Al momento però il rischio è quello di morirci, soprattutto per lo stato delle pedane che l’attraversano, con assi divelte e viti arrugginite che spuntano minacciose da vecchi pezzi di legno che un giorno, ormai lontano, costituivano il passaggio pedonale, delimitato da uno steccato. Il Giornale di Sicilia, dalle pagine locali, ha fornito pure un numero per le visite delle scolaresche, come se fosse un posto normale, dove portare i bambini.
Si dirà: il solito degrado. E invece no, questo sembra decisamente peggio, perché lungo questo pericoloso percorso pedonale sono spuntati dei gazebo in legno massiccio con una panchina, ufficialmente “per permettere ai fruitori della riserva di fermarsi e godere della riflessione anche sotto il cocente sole di agosto”. Insomma, come mettere una ciliegina su una torta andata a male. Si abbia però almeno la decenza di non farla assaggiare a nessuno. Tantomeno ai bambini.
Egidio Morici – www.500firme.it
AUTORE. Egidio MoriciEssere all’opposizione è sempre più facile che essere al governo. Riprendere 2 o 3 alberi in rovina alla fine dell’inverno, non credo sia un documento soddisfacente. E non credo che una gestione che riceve sempre meno fondi dalla Regione sia imputabile di tutte le colpe che il signor Morici addebiti. S
e non gli piacciono nemmeno le zone d’ombra ultimate la settimana scorsa, che devo dire? La riserva non è una pineta, peraltro artificiale. Le passerelle vengono continuamnete manutenute con i fondi dei contribuenti ma vengono continuamnete distrutte da visitatori poco graditi. Che dire? Forse sarebbe opportuno di concerto opporsi ai facinorosi anzichè a chi si sforza di fare il possibile per il decoro. Grazie.
Daremo la gestione al signor Morici!!!
Ispettore delle Riserve
Provincia Regionale di TrapaniFiorentino Roberto
rfiorentino@provincia.trapani.it
Gli amministratori siciliani dovrebbero vergognarsi, per come trattano i nostri beni che ci sono stati concessi dalla natura.
Eppure occorrerebbe cosí poco per tenere in ordine questi posti, meno impiegati che scaldano sedie nei comuni, e pi´personale impiegato per curare i nostri siti archeologici e naturali (riserve, Selinunte, cave di cusa, Segesta.
Qualche anno fa ho portato turisti a Segesta, una signora ha avuto bisogno di una Toilette, non immaginate lo schifo, inutilizzabile; ho cercato degli impiegati del sito: sei persone appoggiati ad una transenna per controllare i biglietti per l´ entrata al sito e nessuno era responsabile per i servizi igienici.
Potrei scrivere all´infinito…., ma penso che tutti sapete che é cosi.
Saluti
La gestione di aree protette non è cosa semplice, i piani d’intervento però possono essere diversificati in base alle esigenze dei fruitori. Esistono dei modelli di gestione delle A.P. sia marine che terrestri veramente interessanti e l’applicazione di tali modelli ha fortemente bisogno di capacità scientifiche e tecniche ma anche di tanta passione per la natura. Nella maggior parte delle regioni italiane sono i giovani a sviluppare determinate situazioni a sostegno dell’ambiente ricreando in questi ambienti dei luoghi dove si fa cultura. Esistono aree protette “forzate” che sono nate magari soltanto dalla voglia dei cittadini di preservare tali luoghi e dove ci si è inventato veramente di tutto. Per quanto mi riguarda la Riserva del Belìce ha delle peculiarità. Riporto alcune righe di un articolo su Selinunte apparso su Mondosommerso
“La zona delle dune e della spiaggia, è lunga quasi 3 km, visitandola, sembra di essere in un luogo fuori dal mondo, dove incontrare ed ammirare la selvaggia e naturale bellezza del mare in tutto il suo splendore..
La spiaggia e le dune sono caratterizzate da una sabbia finissima di colore ocra intenso, ed è un continuo intrecciarsi di dune, piccoli rilievi formati dalla sabbia trasportata dal vento e da dune embrionali.
Nei pressi della foce del fiume Belice la vegetazione si presenta con fitti canneti, partendo dalla zona costiera che degrada dolcemente verso il mare tra le colture endemiche. Altre piante comuni sono il papavero cornuto (Glaucium flavum), la santolina (Santolina chamaecyperissus), il ravastrello (Cakile maritima), l’erba medica marina (Medicago marina), la scilla marittima (Urginea maritima) e il tamericio (Tamarix gallica).
Nella parte più interna, comuni il cappero (Capparis spinosa), l’asparago spinoso (Asparagus acutifolius), l’olivastro (Olea europaea) e il lentisco (Pistacia lentiscus). Nella Riserva del Belice, la fauna più interessante è rappresentata da alcune specie di coleotteri scarabeidi. Come fauna di passo, troviamo gli anatidi e gli aironi. La spiaggia del Belice sembra invece essere interessata (o almeno lo è stata in passato)anche dalla nidificazione della tartaruga marina Mediterranea (Caretta caretta).”
Adesso pensate quanto c’è di vero in queste poche righe e ragionate sulle possibilità di creare un circuito fruibile non solo al turista ocasionale ma anche a chi fa eco-turismo. Km di spiaggia praticamente sconosciuti e a soli 500 metri la spiaggia di Portopalo Bandiera blu…Penso che forse mettere qualche ombrellone sia stato il male minore!!!
Salve!! Concordo al 100% il servizio di Egidio Morici. Lo stato di DEGRADO in cui versa la Riserva della Foce del Belice è SCANDALOSA!!!. La gestione della Riserva appartiene alla Provincia di Trapani una gestione totalmente FALLIMENTARE, anche la Riserva del Bosco di Alcamo è nella stessa situazione di Degrado e Abbandono,che come gestione appartiene anche alla Prov. di Trapani. La Riserva della Foce del Fiume Belice dovrebbe essere uno dei volani della nostra economia locale……invece versa nell’abbandono e nel degrado!!!!. Soluzioni…. bisogna cambiare Gestione per la manutenzione affidarla all’AZIENDA DEMANIALE FORESTALE,che dispone di Uomini con esperienza nel settore e Attrezzatura adeguata alla manutenzione; per eseguire lavori di potatura , di adeguati parafuochi, e piantare nuove piante Mediterranee. Invece come Gestione per la Fruizione dei visitatori con Guide adeguate all’ interno della Riserva per meglio valorizzarla , Affidarla ad Associazioni Private nn profit che hanno i requisiti idonei. Ci vuole ben poco per Rivalorizzare la Riserva ..per quanto agli amministratori Provinciali VERGOGNATEVI!!!!
Dato che “l’osservazione è il migliore strumento per apprendere” inviate questo documento al ministero dell’ambiente sperando che i responsabili di questo sconcio paghino perchè il nostro territorio paga a caro prezzo il fatto di essere aministrato in questo modo.
Ringrazio il signor Morici per averci fornito questo documento.
Francesco
In riferimento all’articolo e alle immagini trasmesse, ritengo che nella RNO e SIC “Foce del Fiume Belice”, lo scandalo non sta nel fatto che non vengono rimossi i rami (motivi di buona gestione volta al raggiungimento dei fini istituzionali di una riserva naturale impongono che rimangano sul posto)che cadono dagli alberi, ma nel fatto che l’ARTA Sicilia (Servizi 5, 4 e CRPPN)continua ancora a concedere:
1)- al ristorante “La Pineta” di occupare l’arenile dove potrebbe nidificare il Fratino (scacciato dalla struttura e dai cani);
2)- ai gestori dei nuovi alberghi (costruiti senza Valutazione d’impatto e d’incidenza)di invadere lo stesso arenile;
3)- alla provincia di Trapani di gestire la riserva naturale.
A queste condizioni, mettendo da parte le ipocrisie, gli accomodamenti (in natura valgono ben altri equilibri), i compromessi (spesso utili agli esseri umani)bisogna stabilire, una volta e per sempre, se la Foce del Belice deve essere una vera riserva naturale o un’area da lasciare alla libera fruizione del pubblico. Non v’è dubbio che l’area merita il massimo rispetto e protezione, ma se i siciliani non hanno ancora capito l’importanza della conservazione naturale che altro rimane da fare? Danneggiare le aree naturali protette e le specie animali e vegetali,dal mese d’agosto del 2011,anche in Italia è reato, ma la questione va risolta presso i competenti Uffici regionali.
Riguardo al signor Giuseppe, forse confonde una riserva con un giardino pubblico. E’ proprio l’ignoranza di non sapere, spero una dotta ignoranza, che nuove piante, tagli, interventi che reclama, non sono permessi nè dal regolamento nè dalle più elementari norme a tutela della conservazione di un’area protetta. E come potrebbe gestire le spese di personale, di mezzi, di acquisti strumenti (scarpe, forbici, carburante etc…) un’Associazione non profit? Vergognarci? Non possiamo, non vogliamo, non dobbiamo. Buona Pasqua a tutti e a Pasquetta… non accendete fuochi nella Riserva.Insieme possiamo organizzare giornate per aiutarci a gestire.
Il Giornale di Sicilia del 1 aprile 2012 definisce le passerelle di legno che arrivano fino al mare come “non propriamente efficienti in alcuni tratti”. Cos’è? Un pesce d’aprile? E’ difficile parlare di responsabilità e di proposte se la realtà non viene descritta per quella che è. Per carità, magari mi sbaglio perché mi faccio “condizionare” troppo dalle cose che vedo…
Adesso però pensiamo alle feste. Buona Pasqua a tutti.
Ricordo quando lessi in Consiglio Comunale la relazione, non ricordo se di Italia Nostra o del WWF, che esaltava la bellezza e l’unicità della zona così ben descritta dalla rivista “Mondosommerso” tra le volgari risate dei presenti che mi accusavano di bloccare il decollo economico del territorio per difendere uno “scravacchio”, cioè il coleottero unico al mondo che vive tra le dune. Le dune allora erano imponenti e venivano sistematicamente devastate dai preleva tori di sabbia che agivano indisturbati nonostante le mie denunce alle autorità che si dichiaravano incompetenti e rinviavano, come in una partita di ping pong, ad altri la soluzione del problema. Così ho impedito che il progetto “Selinunte marina”, che prevedeva costruzioni a 20 metri dal mare, venisse realizzato, come ho impedito che l’albergo “Paradise beach” fosse costruito al di qua della linea ferrata, sull’arenile.
Signor Fiorentino, lei è stato molto furbo ad eludere alcuni aspetti del servizio. L’area, secondo lei, allo stato attuale è fruibile da bambini o da diversamente abili? Considerato il numero di custodi afferenti all’area, ci sono “avvistamenti” e quindi denunce relative a persone specifiche che hanno vandalizzato l’area? Lo chiedo perchè è assurdo pagare dei custodi che non riescono a scoprire e denunciare gli autori di gesti talmente eclatanti! La prego, mi risponda!
Penso che il signor Giuseppe abbia ragione,questa è la prova di cosa produce la politica. La gestione delle 3 riserve della nostra provincia sono in mano all’assessorato provinciale territorio e ambiente, da non dimenticare inoltre che la provincia gestisce anche la zona di preriserva decidendo sulle richieste di autorizzazioni riguardo lavori di manutenzione, ripristino ,ristrutturazioni e anche “nuove costruzioni” che il regolamento della riserva impone ai proprietari di immobili ricadenti in quella parte del territorio.Proprio questo controllo è quello che piu’ interessa ad un ente gestito dalla politica, caro Signor Giuseppe ci possiamo rassegnare al fatto che le riserve non saranno mai date in gestione a enti piu’ idonei nel gestirle ,(wwf,legambiente,forestale) la politica lotta per mantere i propri strumenti di “potere clientelare” con i risultati disastrosi che sono sotto gli occhi di tutti, il sistema Italia è proprio e la nostra bella provincia ne fa parte…
Buona Pasqua
Solo per dire al sig. Enzo Sciabica che prima di permettersi di tirare in ballo il Ristorante la Pineta sarebbe meglio ad informarsi.
Lo scandalo è fare di tutta l’erba un fascio gettando fango su un’attività commerciale che si trova lì dal 1975 (la riserva è della seconda metà degli anni 80) e che ha tutte le autorizzazioni possibili ed immaginabili Comune, Provincia, Regione, Capitaneria di Porto, Soprintendenza dei beni culturali ed ambientali, e che consente a 10 dipendenti di potere ricevere un degno stipendio in periodi di crisi come questi.
Se ha delle accuse precise si rivolga all’autorità competenti e se ne assuma la conseguente responsabilità essendo pronti a tutelare il nostro nome in ogni sede e nei confronti di chiunque.
Lorenzo Rizzuto
Mi dispiace che un problema così importante sia discusso per commenti telegrafici. Mi sarebbe gradito risponedere a tutte le domande o osservazioni proposte, anche in una tavola aperta, rotonda o .. quadra: “non mi sono mai sottratto alle mie responsabilità. Invitatemi e verrò come sempre. Ma è altrettanto gradito sapere chi sono gli scandalizzati della gestione. Pensionati-baby di altri tempi che hanno tanto tempo da perdere???
vorrei ringraziare i gestori del ristorante perché lo tengono aperto tutto l’anno.
Per discutere di riserve naturali, di aree protette e più in generale di ecosistemi naturali ancora meritevoli di essere riqualificati o lasciati intatti per consentirne il godimento anche alla future generazioni, occorre competenza specifica. Cosa che ad oggi non è emersa in questo dibattito che, purtroppo, mi ha coinvolto, vista la mia passione per le zone umide, qual è la R.N.O. della foce del Balice. Per evitare, quindi, ulteriori incomprensioni pongo fine al confronto, invitando, prima, il sig. Lorenzo Rizzuto a rileggersi il mio scritto che non “getta” per nulla “fango” alla sua rispettabilissima attività. Lo scandalo, ripeto, sta nel fatto che l’Assessorato regionale T/A, nonostante sappia che l’arenile, dove c’è la struttura per la ristorazione “La Pineta” (non importa a chi appartenga), è habitat d’elezione per la nidificazione del Fratino (specie ornitica dell’Allegato 1 della Direttiva 79/409 CEE), nonostante abbia istituito la riserva che si prefigge di conservare ed incrementare le specie animali e vegetali, continua a concedere Nulla Osta per attività che, in quel luogo, sono incompatibili. Le riserve naturali regionali, contrariamente a quanto si possa immaginare, alla collettività costano non poco per cui o vengono fatte funzionare correttamente, “per il raggiungimento del fine istituzionale”, o si lasciano ai vari sig.ri Rizzuto che danno lavoro e nello stesso tempo svago ai consumatori. A Voi la scelta, senza inciuci. Questo il succo del mio originario commento, guardandomi bene dall’offendere o “gettare fango” su qualcuno. Auguri, E. Sciabica.
Sono d’accordo con il Dott. Fiorentino sul fatto che è sempre più facile stare all’opposizione che al governo. Tuttavia, credo che, nonostante i fondi siano sempre meno, qualcosa in più possa essere fatto per la Riserva Naturale Orientata Foce del Fiume Belice. Certo questo non è il luogo adatto per discuterne, per cui colgo l’invito del Dott. Fiorentino a sederci attorno ad un tavolo.
Cordiali Saluti
Non capisco perchè sminuire lo spazio dedicato ai commenti del sito invitando a spostare la discussione in “tavole rotonde”. Sinceramente non vedo quali decisioni pratiche, quali soluzioni di fatto potrebbero essere prese da noi lettori e freqentatori di questa testata. Grazie al servizio del signor Morici è scaturita una discussione online e cosi’ noi lettori ci “riuniamo” in questo forum cosi’come avviene nei siti online delle importanti testate giornalistiche (Corriere della Sera, Repubblica), in un normale scambio di opinioni. Nei forum naturalmente c’è sempre la singola opinione che si discosta dall’argomento trattato ma questo a mio avviso, non deve creare il PREGIUDIZIO che certi “argomenti seri” devono essere trattati solamente in riunioni,tavole rotonde, seminari e questo forum sia frequentato da baby pensionatiche hanno solo tempo da perdere….
Personalmente ringrazio la redazione che da questa possibilità e soprattutto questo spazio per affrontare una questione che da tanti anni tiene banco in provincia, e se questo è avvenuto penso che realmente il problema esiste e il documento filmato del signor Morici ne è prova tangibile e inconfutabile!!!
Cordiali Saluti
Giulio
Tutta la mia solidarietà e simpatia al sig. Lorenzo Rizzuto, grazie al quale ho conosciuto quel paradiso che è la foce del Belice. Fossero tutti come lui, in Sicilia potremmo campare solo di turismo. Come lui intendo ligio alla legge e dotato di quella professionalità che lo ha indotto, molto prima che fosse obbligatorio per legge, ad installare una struttura ‘leggera’ e perfettamente intonata all’ambiente. Si tratta di pochi metri quadri, egr. sig. Sciabica, siti all’estremo margine ovest della riserva: al suo, meglio,al nostro fratino rimangono chilometri e chilometri quadrati dove potersi posare. Così come agli uccelli di passo su Mazara rimangono due aree tutte per loro quando vogliono sostarvi: Capo Feto e Capo Granitola. Perchè lo dico? Perchè ho analizzato il suo linguaggio: lei si discolpa di non aver ‘gettato fango’ su un’onesta attività ( anche meritoria, secondo me ) come quella del sig. Rizzuto. Però parla di ‘scandalo’. E dove sarebbe lo scandalo, di grazia? Per sfrattare il sig. Rizzuto da lì, dove sta legalmente dal 1975, occorrerebbe un provvedimento motivato con valide argomentazioni di opportunità. Che evidentemente non ci sono. Così come non ci sono ragioni per destinare esclusivamente alla fauna avicola ogni pozzanghera ove per avventura si posi un trampoliere. Alludo, sì, alludo, alla colmata ‘B’ del porto di MAzara del Vallo da Ella definita su MazaraOnline “sacra area demaniale”. Si tratta, molto più prosaicamente, di area portuale destinata, finalmente, ad ospitare il raccordo porto-autostrada. Oggi la nostra città, grazie, certo, anche alla Sua opera meritoria, dispone, come si diceva, di ben due aeree destinate all’avifauna.Ma sono le posizioni estreme come, mi perdoni, le sue, a far guadagnare antipatie alla causa benemerita causa della protezione della natura. L’altro giorno ammiravo un airone, a due metri da me, comodamente seduto in auto sul lungomare Mazzini. Anni di efficace tutela hanno fatto sì che certi uccelli, un tempo rari dalle nostre parti, siano oggi comuni come i piccioni od i gabbiani. E’ una sua vittoria, sig. Sciabica. Ma ora che è stata conseguita, si possono abbattere i reticolati…
P.S.: naturalmente intendevo ‘laghi Preola e gorghi tondi’ nei pressi di capo Granitola. Quanto alla Provincia, mi piacerebbe che dispendasse, nella manutenzione di scale e sentieri di accesso alla riserva, la stessa diligenza profusa dal sig. Rizzuto per il lido ‘Pineta’.
Per Valenziano, grazie per la stima e per la risposta che io non ho saputo dare.
Non è mia intenzione sminuire questo spazio dedicato ai commenti, anzi che ben vengano, specie se si tratta di commenti costruttivi. Ma sicuramente il Sig. Giulio Pace converrà con me sul fatto che al di là di questo scambio di opinioni, certamente utile, è necessario affrontare delle discussioni di natura tecnica che riguardano la RNO Foce del Fiume Belice. Per questo una “tavola rotonda” mi sembra una soluzione più adeguata.
Al Sig. Valenziano, che ringrazio per aver tirato in ballo l’argomento, vorrei far notare alcune cose. La pozzanghera, come lei ha definito la Colmata B di Mazara del vallo, oltre ad essere frequentata da diverse specie di trampolieri e frequentata da numerosi anatidi e rapaci molti dei quali appartenenti all’allegato I della direttiva 2009/147/CE. Non a caso, l’ISPRA ha inserito questa area fra le zone umide per i censimenti invernali con il codice TP1109 “Laguna di Tonnarella”. La invito pertanto alla visione di un breve filmato, lo cerchi su You Tube scrivendo “Salviamo la Laguna di Tonnarella”.
Cordiali Saluti
@antoni barbera: la colmata ‘B’ fa parte del sedime portuale ed è destinata, da strumento regolatore, a servizi portuali. Il fatto che sia inserito nel censimento che dice lei significa semplicemente che agli appassionati locali di avifauna evidentemente scoccia di spingersi fino a capo feto od ai gorghi tondi per rimirare uccelli che ormai si vedono posare anche sul lungomare di Mazara. In ogni caso la definizione ‘Laguna di tonnarella’ è un falso, trattandosi di un bacino artificiale interamente chiuso che ospita, al limite, acqua piovana mista forse ad acqua marina affiorante. Il che conferma la mia impressione che c’è chi pensa di sottoporre a vincolo qualunque centimetro quadrato dove per avventura si posi un uccello. Si può andare avanti così??? P.S.: in Irlanda, se non stai attento, rischi di calpestare decine di germani reali solo camminando per le vie dei paesi! Ma li conoscete veramente gli uccelli e le loro abitudini voi che pensate di essere i loro paladini?
La foce del Belice, con il sistema dunale che la racchiude ad est e ad ovest, è una minuscola riserva naturale di appena 240ha, per una lunghezza di neanche 2,5km. Dove sorge il ristorante “La Pineta” è il punto della riserva più riparato dai venti proveniente da nord, nord-ovest, quindi, specialmente durante il periodo di svernamento, sarebbe uno dei posti importanti dell’area protetta per la sosta di qualsiasi uccello. Invece, c’è il ristorante, con tutto quello che una simile struttura ricettiva si porta dietro. Nulla in contrario per il ristorante e per chi lo frequenta (la cultura del buon mangiare e bere può essere ritenuta pari a quella del naturalista, dello zoologo) ma per evitare incomprensioni, come ha detto qualcuno non sarebbe meglio scindere questa attività commerciale dall’attività di salvaguardia Ambientale? Se la struttura occupa pochi metri quadrati e non ha incidenza sull’ecosistema, per non sentire più lamentare gli Ambientalisti seri, perchè non proporre apertamente di togliere il vincolo di Riserva Naturale in quei pochi metri quadrati? Perchè non provare a spostare il ristorante, per esempio, al limite est della Riserva dove c’è un altro tratto di bellissima spiaggia recintata e spopolata? Saltare di palo in frasca, le schermaglie di ambientalisti e buongustai, giovano solo ai politici (R.Fiorentino non ha poteri decisionali) che amministrano la cosa pubblica e all’occorrenza senbrano interessati esclusivamente a rastrellare consensi sia a destra che a manca, coll’ausilio dei loro cani sciolti che intasano anche il web.
Il punto fermo è solo uno: all’interno della Riserva non dovrebbe trovarsi niente se non piante, animali e natura in genere…al di fuori di tali confini cosa è possibile, dietro concessione, installare si installi.
Sig. Valenziano: gli uccelli che lei può osservare al lungomare, sono pochi rappresentanti di qualche specie meno diffidente che, in cerca di molluschi ed invertebrati si aggirano fra gli scogli. Ma l’avifauna del nostro territorio comprende anche specie più diffidenti. Gli individui di queste specie non si aggirano fra gli scogli del lungomare. Inoltre il lungomare non rappresenta un luogo adatto alla nidificazione dell’avifauna acquatica, basti pensare al Fratino o al Fraticello. Condizioni che invece possono trovare, o meglio, potrebbero trovare nella Laguna di Tonnarella e Capo Feto. Dico potrebbero perché in realtà Capo Feto (area protetta ma non riserva naturale) sembra sia stata scambiata dai cittadini per una discarica abusiva o una riserva di caccia, mentre la Laguna di Tonnarella rischia di essere riempita dai sedimenti o meglio dai rifiuti del fondale portuale (il materiale dragato non sottoposto a vaglio e lavaggio rappresentano rifiuto da conferire in apposite discariche). Riempire di rifiuti la Laguna di Tonnarella potrebbe servire soltanto a far diminuire l’attività turistica ed avviare attività impattanti in area tra l’altro interessata da una immensa prateria di Posidonia oceanica. Continuo ad utilizzare la definizione di laguna, infatti, prima del 1985 quell’ area era costituita da una insenatura marina chiusa poi da una diga foranea che però, l’ha lasciata in collegamento con il mare attraverso l’apertura orientale. Apertura che in seguito è stata chiusa, ma nonostante questo l’acqua marina continua a circolare e la laguna è interessata dalla marea. Ai fini della conservazione della biodiversità, ha importanza relativa, il fatto che una zona umida sia naturale o artificiale. Basta leggere la Convenzione di Ramsar , l’atto più importante a tutela delle zone umide. Se avesse letto le indicazioni in approvazione (2003) del P.R.G. di Mazara del Vallo, si sarebbe reso conto che per la salvaguardia dei valori paesaggistici della località di Tonnarella è stato annullato il riempimento della Colmata B (proposto dal Comune), mentre per l’atterraggio della Soprelevata è stato raccomandato di adottare “misure che rispettino la costa” (se non vado errato pag. 12, nota del 2003 della D.R.U.). L’ANAS ha adeguato il vecchio progetto che non intaccherà più la Laguna, anzi, intorno al 2009 ha manifestato l’intenzione di volere partecipare ad una eventuale opera di riqualificazione ambientale. Quando poi sostiene che gli “appassionati locali” di avifauna scoccia spingersi fino Capo Feto o Gorghi Tondi, dimostra di non conoscere nessun vero appassionato di avifauna che più correttamente definirei ornitologo o biologo, come nel mio caso. Mi è piaciuto molto l’esempio dell’Irlanda, a Mazara certo il rischio di calpestare un animale percorrendo le vie della città non esisterò mai, perché ho l’impressione che c’è chi pensa di cementificare ogni centimetro quadrato del nostro territorio. Viste le tante note del Ministero dell’Ambiente e dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) mi sembra che soltanto lei e l’Amministrazione comunale di Mazara non abbiate compreso l’importanza ecologica della Laguna. La invito a presentarsi (forse Valenziano è un nickname) e partecipare ad un escursione presso le aree umide fin qui menzionate, con la speranza che frequentare in maniera spassionata questi siti possa convincerla definitivamente della loro valenza ecologica.
Cordiali Saluti
Io penso che si fanno sempre le solite chiacchere ma niente fatti….x quel che mi riguarda come cittadino vedo le tante attivita’ di selinunte chi piu’ chi meno danno un servizio che tutti noi ne usufruiamo sempre…certo migliorare si puo’….poi vedo la riserva abbandonata e mi fa male…la colpa e della politica che non ha saputo curarla…. eppure mi risulta che ci sono persone assegnate x vigilare e pulire detta zona….ma!!!! non ci vanno xke’???mi chiedo, che fanno tutti gli articolisti del comune ???? alcuni fanno piu’ degli impiegati!!!!!!!!! ma altri fischiano ogni giorno !!! portando qualche foglio qua e la !!!! poi ci sono altre cooperative formate dopo….. un’altra valanga di persone !!!!!!!! Ma sono tutti impiegati di concetto!!!!!!!!!!! nooooo cari amici sono impiegati dei partiti xke’ portano una barca di Voti !!!!!!!!!!
Quindi morale finiamola di sparare a zero contro il vento …denunciamo queste persone che non lavorano e che si prendono uno stipendio non sudato!!!!!
La vera evasione fiscale e l’impiego pubblico non controllato da nessuno….tanti impiegati non fanno niente!!!!!!!!!!!! che le aautorita’ cominciaassero a controllare questa barca di impegati finti!!!!!!
Continuando a far finta di niente fai un favore alla politica…..distruggendo cio’ che hai attorno!!!!!!!
Salve a tutti !!!!!!!
Sig. Barbera, continua a giocare suill’equivoco di una ‘laguna’ che non è mai esistita. Dal momento che sono mazarese, riporto io come sono andate le cose. Attorno alla metà degli anni ’80 fu realizzata una scogliera in corrispondenza dello sbocco della sopraelevata destinata a delimitare un’area di colmata. Nelle more del completamento dell’arteria stradale, quello specchio d’acqua riparato attirò l’attenzione di un gruppo di diportisti che vi piazzarono dei pontiletti. La Capitaneria regolamentò la cosa in via transitoria in attesa che riprendessero i lavori. Attorno al 2002 la Provincia Regionale effettuò dei piccoli interventi di dragaggio nei porti di Marsala e Mazara. Secondo la vigente normativa di tutela ambientale,( guarda caso!) per i detriti fu disposto lo sversamento nella colmata ‘B’. Anche allora ci furono opposizioni. Dei diportisti! Ma furono superate semplicemente applicando la legge e gli strumenti regolatori vigenti che avevano già bocciato l’ipotesi di un approdo turistico in quel punto destinato a ben altri servizi portuali. Con l’occasione fu chiusa l’imboccatura e, col tempo, si formo uno specchio di acqua salmastra che, d’estate, si asciuga quasi del tutto. Capità così che, di tanto in tanto, vi si posino degli uccelli acquatici. Ma definire il compendio ‘laguna’ è una vera e propria forzatura. Non lo è, è un bacino artificiale destinato a colmata per usi portuali. Quanto alle previsioni di P.R.G. me le rileggerò attentamente, ma sono sicuro che Ella fa confusione, sig. Barbera. Sì, perchè senza entrare nel merito della pianificazione portuale basta guardare le date. Nel 2003 il sito non era ancora appetito dall’avifauna, e lo strumento fu elaborato in precedenza, quindi non vedo come se ne potesse tenere conto. Ed è perfettamente inutile che mi inviti a fare passeggiate in posti che conosco sicuramente molto meglio di Lei, avendoli praticati fin da bambino. Conosco bene palmipedi e trampolieri grazie agli insegnamenti di mio padre, cacciatore. Io non lo sono, non lo sono mai stato. Ma mi sentivo più a contatto con la natura seguendolo all’alba per campagne e zone umide ( laghi e lagune vere, non opere in cemento armato destinate ai TIR!) che non oggi nel rimirare un cormorano od un airone in pieno centro. Anche lei, sig. Barbera, ma me lo dice che senso ha? Mazara dispone già di due pregevoli aree a disposizione dell’avifauna. Quello di cui non dispone, non dispone ancora, è di un porto funzionale. Sa, i porti quelle strutture dove attraccano i traghetti ove imbarcano i camion che così risparmiano tanta strada evitando di bruciare gasolio ed inquinare l’ambiente..
Signor Enzo, le rispondo con lucidità al contrario di quanto sembra abbia commentato lei.
1 – Dice che le risulta che ci siano persone impiegate nella pulizia della riserva. Bene, ci dica chi sono oppure denunci per iscritto chi è pagato per farlo e non lo fa.
2 – La riserva non è gestita dal Comune, quindi non vedo come gli ex! articolisti attualmente tutti impiegati in comune debbano andarci. Quando erano degli articolisti (dall’ 89 al 96 circa)erano li e la pulizia veniva regolarmente e giornalmente effettuata anche a servizio dei signori che hanno li dentro le attività di cui si dice sopra. A questo punto si armi di paletta e sacchi e ci vada volontariamente.
3 – se al Comune c’è qualche dipendente che non lavora (ripeto) si armi di carta e penna e presenti qualche esposto alla Procura o a chi vuole lei.
…in sintesi contribuisca anche lei ad un mondo migliore, visto che dimostra di averne enorme competenza.
Continuo a chiamarla Sig. Valenziano, ma in realtà non conosco la sua identità. Per quanto ne so, il suo potrebbe essere anche uno pseudonimo, un nickname. Per cui non intendo continuare questo scambio di opinioni senza conoscere il mio interlocutore che ha tra l’altro rifiutato il mio gentile invito. Che sia appropriato chiamarla laguna o meno, noto che abbiamo opinioni diverse su quale possa essere il destino migliore per questa area. Voglio soltanto precisare che non sono contrario allo sviluppo economico della città di Mazara che potrebbe disporre di un porto funzionale e perché no, di una terza area “a disposizione” dell’avifauna. Punti di vista. Vedremo il tempo a chi darà ragione…
Cordiali Saluti
“Gentlissimo Nino Fiorentino, per caso sarà stato designato da qualche nostro amministratore comunale, forse su parere del CNR di Capo Granitola, di prestare servizio presso la “Discarica di Rifiuti Speciali – Area di stoccaggio presidiata” (parere del 2007 dello stesso CNR) che dovrebbe sorgere tra il porto e Tonnarella? Non si comprende altrimenti tutta questa sua passione nel sostenere il cieco programma comunale di assestare l’ultimo colpo ai valori paesaggistici e naturalistici (importanti anche per le attività legate
al turismo, sia di massa che di elite) del litorale di Tonnarella. Non me ne voglia, ma la sua scarsa competenza in materia ambientale e l’ostinazione ad impegnarsi nei dibattiti su questo tema, mi lasciano
pensare ad una guardia campestre al servizio di chi cerca d’acquisire sempre nuova terra. Sulla scorta delle vecchie teorie capitalistiche, infatti,Terra, Capitale e Lavoro erano i fattori che facevano girare l’economia, ma senza il rispetto dell’ambiente, della salute delle persone, dal 1992, anche i capitalisti hanno notato che non si va da nessuna parte. Io sono condannato ad attendere che le nuove teorie si concretizzino, ma attendo.
Nella qualità di rappresentante dell’Associazione ambientalista delle ACLI,confido anche nell’intervento del nostro Vescovo che ritengo condivida il fatto che una fonte straordinaria di vita, qual è la Laguna di Tonnarella, non possa essere cancellata per fare posto a discariche o a parcheggi, o a cantieri o a magazzini (cattedrali nel deserto, come il mercato ittico all’ingrosso, ad oggi buono per chi pensa solo ai propri business)”.
Egregio sig. palermo, mi sembra che con il suo ultimo intervento lei stia debordando, e non poco, verso l’atteggiamento classico di chi, non avendo più argomenti, passa direttamente agli insulti, tale io considerando l’appellativo di ‘guardia campestre’ ( e non offendo nessuno in tal modo trattandosi di figura professionale non più esitente ) Molto più leale il sig.Barbera che mostra i muscoli asserendo ‘vediamo chi avrà ragione’, ed a cui, da ‘incompetente in materia ambientale’ come Ella mi ha sbrigativamente definito ( ma vorrei vedere i suoi, di titoli, non ritenendo sufficiente quello di ‘rappresentante dell’associazione ambientalista ACLI attribuibile, senza concorso, a ‘quisque de populo’ )ricordo che presso il centro petrolchimico di Marghera fu ricavata un area umida per ospitarvi uccelli di passo, a titolo, diciamo così, ‘decorativo’. La vogliamo fare pure in porto a Mazara? A me pare che non abbia senso, considerata la prossimità di Capo feto, ( 2 km scarsi percorribili anche a piedi..e scarpinate una volta tanto, invece di fermarvi comodamente in macchina sul lungomare fata morgana, abbassare il finestrino e rimirare i cormorani..)Inoltre considero molto grave che Ella si erga a dispensatore del diritto di parola. La mia non è ‘ostinazione’. Io, semplicemente, ho informazioni diverse ( e ritengo, anche molto più numerose ed approfondite ) dalle sue, la penso diversamente in tema di pianificazione urbanistica, e conosco abbastanza di normativa ambientale da sapere, per esempio, che esistono i ‘rifiuti speciali’ non pericolosi, e da non farmi abbindolare da espressioni tipo ‘sacralità dell’area demaniale’. Quanto a Lei, io, non essendo mia abitudine insultare nessuno, non penso che sia un ‘fanatico ambientalista’. Semplicemente ritengo che abbia trovato una sua dimensione in questa attività e che la difenda gelosamente. Ma che debba farlo a spese della città, se mi consente, mi urta un tantino.. Non esiste alcuna ‘laguna’ a tonnarella. Lo sappiamo tutti. Lo sa anche lei. P.S. sul mercato ittico la pensiamo allo stesso modo: io lo riconvertirei subito in stazione marittima per i traghetti da cui scenderanno i veicoli che, imboccando la sopraelevata, potranno immettersi finalmente in autostrada senza disturbare né cristiani, nè uccelli..
Finalmente ho il piacere di associare allo pseudonimo “Valenziano” una vera identità. Sig. Nino Fiorentino a proposito del centro petrolchimico di Marghera, vorrei proporre a tutti gli utenti, la lettura di due documenti (vedi link in fondo). Solo per ricordare, come giustamente Lei ha già fatto, che anche un piccolo stagno in un’area fortemente industrializzata può diventare utile per l’avifauna. L’area protetta di Capo Feto si trova non molto lontano, ha ragione, ciò nonostante per me ha senso associare ad un porto efficiente una piccola zona umida di orgine artificiale, in cui gli agenti naturali possano prendere il sopravvento. Sviluppo sostenibile, considero la salvaguardia di quell’area una sorta di rimborso all’ambiente. Una zona tampone tra la località balneare di Tonnarella e la zona industrializzata del porto. Credo che questa soluzione possa mettere tutti d’accordo e spero che l’amministrazione comunale prenda in considerazione questa possibilità. Lasciamo agli altri utenti la possibilità di fare le loro considerazioni.
http://www.ornitologiaveneziana.eu/biblio/scarton_1989.pdf
http://www.bibliotechedimira.it/RIVE/RIVE%2002/Le%20casse%20di%20colmata%20un%20laboratorio%20dove%20rinasce%20la%20natura%20p.%2050-57.pdf
Cordiali Saluti
Sig. Barbera, interloquire con Lei è un piacere. Tuttavia, continua a non trovarmi d’accordo. L’esperienza di Marghera, converrà, è una sorta di specchietto per le allodole, tanto per rimanere in ambito avi-faunistico. Si è trattata di un’iniziativa aziendale tesa a dimostrare che l’impianto petrolchimico, in fondo, non inquinava più di tanto o del tutto. A Mazara, per fortuna, nulla di tutto questo, come dimostra il fatto che uccelli un tempo rari oggi si avvistano facilmente anche in pieno centro urbano. Sulla soluzione migliore per staccare l’ambito portuale da quello balneare decideranno i tecnici sulla base della comparazione degli interessi in gioco. Come la penso in proposito, lo sa già. Mantenere un acquitrino formatosi casualmente comporta un eccessivo stravolgimento delle previsioni di piano, ingiustificabili specie alla luce della presenza di altre aree destinate all’avifauna nel territorio comunale. Il punto di vista di chi pensa prima allo sviluppo e poi alla salvaguardia dell’ambiente, penserà lei. Non è così. Io infatti sono convinto che un fattore determinante di salvaguardia ambientale sia l’ordinato sviluppo del territorio, sulla base di una pianificazione predisposta secondo norma. E’ per questo che mi batto contro certe sciagurate proposte di sanatoria edilizia interessanti la costa e plaudo al Sindaco di Marsala che, finalmente, ha messo in moto le ruspe. Ecco, ritengo che, nel nostro caso, ci troviamo di fronte approcci mentali analoghi. La legge dice che non posso costruirmi una casa di civile abitazione entro 150 dalla battigia, ma io lo faccio lo stesso, perchè così mi piace. Variante. Sono un appassionato di ornitologia e noto degli uccelli posarsi, qualche volta, in un certo posto, ove sono state già realizzate importanti opere pubbliche da completare nell’ambito di una scelta strategica territoriale. Chi se ne frega, l’importante è che ogni volta che passo da lì mi possa fermare a contemplare gli uccelli. Naturalmente nel primo caso si tratta di un illecito, nel secondo no. Ma io penso che l’approccio mentale sia identico, ossia la pretesa di far prevalere interessi particolari su quelli generali. Ella obietterà “ma anche la tutela dell’avifauna è un interesse pubblico”. Certo, risponderò io. Ma sfido chiunque a sostenere che, nel territorio del Comune di Mazara del Vallo, tale interesse non sia già adeguatamente tutelato. Molto più che altrove, aggiungo, e c’è da esserne fieri. Onore al merito. Ma gli interessi pubblici vanno adeguatamente contemperati fra di loro. Ed io ritengo il mantenimento di uno stagno riservato agli uccelli in ambito portuale un vero e proprio pasticcio. Ma tanto decidere non spetta né a me, né a lei, né al sig. Sciabica, né, tantomeno, al sig. Palermo. In ogni caso, se io potessi vantare i meriti del sig. Sciabica, che tanto ha fatto per le zone umide di Capo Feto e dei Gorghi tondi, sarei il primo a stroncare sul nascere questa stravagante proposta: ma come, disponiamo di due veri e propri gioiellini dove poter ammirare gli uccelli acquatici nel loro ambiente naturale ed invece di valorizzarli, proponendo anche iniziative di visita a luoghi naturali di rara bellezza, sicuramente producenti in termini di educazione della popolazione al rispetto degli habitat selvatici, e ce ne usciamo con una proposta che,se realizzata, consentirebbe a chiunque di rimirare un airone semplicemente accostandosi in auto ed abbassando un finestrino? E che ne sarebbe, allora, di Capo Feto e dei Gorghi tondi? Ecco, è questo ciò di cui non riesco a farmi capace..che delle menti che si presentano come dèdite esclusivamente alla cura della fauna salvatica possano aver partorito un aborto concettuale del genere..
Signor Giuseppe io penso che lei non sia del tutto lucido…
se lei ricorda gli ex articolisti che pulivano regolarmente la riserva ,si vede che lei e uno di loro che al contrario di altri non sanno cos’e’ la paletta e non sa cosa significa lavorare…
x quel che mi riguarda io gia’ mi faccio il mio ..di …lavoro le assicuro che io mi alzo la mattina affrontando 1000 problemi al contrario di voi impiegati….
Su una cosa le do ragione ….dovremmo avere sia il tempo e poi l’onesta’ di denunciare quelli che negli uffici tutti …ce gente pagata x far nulla !!!
Se vuole qualche prova si armi lei di buona volonta’si faccia un giro e vede quante persone lavorano!!!!!
Tanto essendo impiegato di tempo ne ha parecchio….
e poi si rilassi questo e un modo di confrontarsi con la gente comune….siamo in democrazia……!!!!!!!!!
Sig. Fiorentino, il piacere è reciproco. Se l’esperienza di Marghera è servita a dimostrare che, l’impianto petrolchimico non inquinava più di tanto, a Mazara l’area della “Colmata B” (non voglio continuare il dibattito sul nome, perché già abbastanza è stato detto) potrebbe servire a staccare l’ambito portuale da quello balneare. Ma questo mio punto di vista l’ho già espresso in un precedente intervento è sono d’accordo con Lei, non spetta a noi utenti decidere. Su alcuni punti però non sono affatto d’accordo Sig. Fiorentino. Lei scrive di uccelli un tempo rari, che oggi è possibile osservare in pieno centro: una specie non è definita rara sulla base del numero di avvistamenti. Un Airone o un Cormorano non sono buoni esempi di specie rara. Sarebbe meglio citare il Fratino, il Fraticello, il Falco pellegrino solo per fare alcuni esempi. Qualcuno ha mai osservato un Voltapietre al lungomare o in pieno centro?Non credo. So già che Lei, Sig. Fiorentino, sta già pensando che a Mazara esistono già la riserva naturale Lago Preola e Gorghi Tondi e l’area protetta (non ancora riserva) di Capo Feto. Vero, verissimo. Però non diciamo che in queste aree l’avifauna e la natura sono adeguatamente tutelate perché diremmo il falso. Lei ha già espresso di conoscere molto bene questi luoghi, mi dica, le sembra protetta la natura a Capo Feto?Sulla riserva naturale Lago Preola e Gorghi Tondi non voglio esprimermi, meglio confrontarsi su una questione alla volta. Sull’analogia con l’abusivismo edilizio, che caduta di stile Sig. Fiorentino, mi ha deluso. Lei crede che sia stato io a portare limicoli, trampolieri, anatidi, rapaci, sterne alla “Colmata B”. Se pensa che l’interesse a salvaguardare quell’area sia dettato dalla comodità di poter accostare con l’auto ed osservare gli uccelli, possiamo anche eliminare la strada, in effetti il moto ondoso poco più avanti ha già preso questa iniziativa. Ovviamente, la mia è soltanto una provocazione. Prima di prendere in considerazione la possibilità di stroncare quella che Lei definisce una “stravagante proposta”, Capo Feto dovrebbe diventare una riserva naturale (ad oggi area protetta). Capo Feto dovrebbe diventare un vero e proprio gioiellino di protezione della natura. Concludendo, siamo d’accordo, sul fatto che le zone umide del nostro territorio devono essere meglio valorizzate, i cittadini dovrebbe ricevere un’educazione ambientale adeguata, le scolaresche coinvolte in visite guidate. Mi piacerebbe vedere in tutto questo, il coinvolgimento del comune, cosi come nel caso della realizzazione di un porto funzionale a Mazara.
Cordiali Saluti
Sig. Enzo mi faccia capire allora “lucidamente” quale sarebbe la “lucida” sua conclusione. Anche perchè nel primo intervento che ha fatto l’unica cosa che le è riuscito è stato buttare fango su chi lavora al Comune e su chi sarebbe(?) delegato alla pulizia della Riserva (che fra l’altro dimostra nemmeno di sapere chi è). Io leggo solo accuse buttate li a casaccio e se permette così come lei non vuole insulti per il lavoro che svolge, sicuramente anche gli altri non ne vogliono. SOPRATUTTO quando si lanciano colpe e accuse in questa maniera senza centrare il vero obiettivo del discorso di cui si parla. E visto che mi sa che di tempo ne ha tanto anche lei, metta in atto questa democrazia e denunci sul serio e non lanciando il sasso, tutte queste mancanze da parte dei lavoratori…non basta armarsi solo di tastiera.
Sig,Giuseppe mi permetta una domanda..Che lavoro fa ?
Sono proprio un “impiegato” che ha fatto prima tutta la trafila di cui abbiamo già parlato e cerca di onorare al massimo il proprio lavoro per dare un futuro alla propria famiglia.
Ora le faccio io una domanda: le risulta che esiste qualcuno che dovrebbe occuparsi della pulizia della Riserva e non lo fa? Oppure il suo primo intervento era diretto alla categoria degli impiegati comunali tanto per libero sfogo?
Ascolti…io non ce lo con gli impiegati che fanno il proprio dovere ogni mattina!!!!!!!!!
Ce lo con tanti altri impiegati che non fanno niente !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Se lei ha fatto la trafila la prego di non offendere l’intelligenza di molta gente che non ha la fortuna che ha lei !!!!!!
X la pulizia della Riserva non so quale ente se ne dovrebbe occupare !!! penso che il comune sarebbe al 1 posto!!! poi la burocrazia assurda …e fatta aposta x fare girare le responsabilita’ agli altri…!!
Lei e’ un impiegato del comune e sa meglio di me …che c’e’ gente pagata x non far nulla!!!!!
Ma non solo al comune anche in altri enti…pubblici…!!!!!!! E mi creda ce ne sono tanti!!!! la procura dovrebbe x prima verificare la professionalita’ di chi occupa un posto in ufficio …e poi i Titoli !!!! La verita’ sig.giuseppe e che siete una barca di voti x la politica….x questo non si scoprono gli altarini degli impiegati!!!!!
Prima di dire che lavorate pensate a chi si alza la mattina x andare in campagna …o chi fa il muratore…o chi si occupa di ripulire la citta’ ogni giorno….Caro sig. giuseppe questa e la gente che lavora….Voi impiegati al confronto siete acqua fresca….
grazie…
x sua conoscenza le dico pure che conosco tante gente che da anni e stata illusa dal sistema politico siciliano!!!!! alcuni anno avuto la fortuna di essre stabilizzati altri no …x questo sono dispiaciuto…le dico solo una cosa la mia non e una critica verso la gente comune …ma verso i politici che attraverso i corsi di formazione,inutili tipo cefop,efal…etc….si sono truffati tanti soldi senza formare nessuno…!!!!!!!! xke’ basta che lei osserva bene tutte queste scuole sono gestiti da tanti parenti di politici…che magari anche se non avevano i titoli insegnavano!!!!!!!1Veda ce gente che si rompe il…..!!! x raggiungere una laurea ….ma non ha la fortuna di avere un politico vicino!!!!!!!!!!!!!1
Be ci sarebbe di scrivere un poema…!!!!
Quindi la prego di essere onesto nel giudicare !!!!!!
E poi in quale ufficio e’? lei sa quanto ci sta il comune x rilasciare una conessione edilizia????
Gli e lo dico io tanto!!!!!
Ma e un sistema….gestito da qualcuno che ha l’interesse di allungare i tempi…x poi magari ricevere la visita di un amico x raccomandare la pratica dell’altro amico…!!!!! Non voglio pensare altro!!!!!!!!!!
Ma tanto so’ che ce gente arrogante nel comune che come si dice in gergo siciliano ” Avi li Argi Grossi!!!!!! ”
M ha fatto venire un’idea di creare un sito x la gente comune x denunciare gli impiegati che non fanno il proprio dovere e quindi informare tutti!!!!
Cosi’ vediamo chi si comporta bene!!!!
Smascherando il disonesto …
Scusi gli errori di grammatica…Sig.Giuseppe!!!
Sono dispiaciuto per il suo malessere… che è di molti. Poi appena ha tempo mi spieghi il significato di questa affermazione a me rivolta che lei ha scritto: “Quindi la prego di essere onesto nel giudicare !!!!!!” …non mi risulta che io abbia giudicato nessuno ..ehehehe…ma ci rido su come faccio per tutte le espressioni che ha usato nei suoi interventi contro la categoria degli impiegati. Ribadisce che la pulizia dovrebbe farla il comune e da questo mi accorgo che non ha sicuramente le conoscenze tecniche per capire come si regolano questi interventi o di chi sono le responsabilità relative e…per sua informazione…io, che sono un impiegato che lei tanto odia, per la mia concessione edilizia ho aspettato 10 mesi e con questo sono incazzato quanto lei.
Sig. barbera, più dialoghiamo più concordiamo. Su tutto ovviamente no, non potremo. Ma guai se la pensassimo tutti allo stesso modo. Non la conosco, ma credo che Lei non abbia responsabilità o ruolo alcuno nella gestione di riserve naturali e questo, ritengo, facilita un fertile scambio di opinioni. Altrimenti, preferirei comunque che fosse lei a ricoprire certi incarichi rispetto ad altri intervenuti nella questione. Tornando a strade & porti io credo che siano necessari agli uomini, così come gli specchi acquei sono necessari agli uccelli acquatici. In fondo siamo animali pure noi. La vita è fatta di scelte, e non penso che riservare alla fauna avicola selvatica delle aree idonee come Capo Feto o Gorghi tondi piuttosto che qualunque specchio d’acqua dolce comunque formatosi sia una scelta sbagliata. Nè da parte degli uomini, né da parte degli uccelli, se solo potessero esprimersi. Anche perchè, sì, ancora molto c’è da fare per Capo Feto. A cominciare da un serio regolamento di fruizione. Cominciamo da lì, è meglio, molto meglio.
Cordialmente
P.S.: sulla gestione delle riserve mazaresi ho letto un interessante articolo del ‘corriere della sera’ pubblicato nel 2008: vi si accenna ad una specie di ‘guerra’ tra associazioni ambientaliste. Sono parole dell’articolista, lungi da me qualunque allusione.. per trovarlo basta googlare ‘girolamo palermo acli’..è il 4° o 5° risultato..
Sono riuscito a copiare l’articolo sulla ‘Guerra dell’anatra’. Con il permesso del Direttore ( spero ) eccolo.
La magistratura indaga sulla gestione delle riserve naturali in Sicilia
Tra gli ambientalisti scoppia la guerra dell’ anatra
Nel gioco dell’ oca della lottizzazione delle 76 riserve naturali siciliane, in cui gira e gira a vincere son sempre gli stessi e sempre nelle stesse caselle, chi perde è l’ anatra. Un’ anatra selvatica e rarissima, l’ Anatra marmorizzata (Marmaronetta angustirostris), meglio nota come Marmaronetta. Una specie, dice l’ Iwrb (International waterfowl research bureau, il massimo organismo internazionale per lo studio delle zone umide e degli uccelli acquatici), che già negli anni Novanta contava appena 2.500 esemplari in tutta l’ Europa occidentale e il Nord Africa. Un numero oggi quasi dimezzato. L’ ultima volta che la Marmaronetta si affacciò in Italia fu nel 1892, sul lago di Massaciuccoli, in Toscana. È tornata dopo un secolo, in Sicilia, nel «Pantano Leone» di Campobello di Mazara. Qui, si è riprodotta fino al 2005 e poi, per le mutate condizioni di umidità, si è trasferita nella riserva naturale di Lago Preola e Gorghi Tondi, a due passi da Mazara del Vallo. Ma gli ultimi anni sono stati un inferno per la Marmaronetta. A causa delle continue e abusive bonifiche con finalità agricole (dagli scarsissimi risultati produttivi), dei cani sguinzagliati nella riserva a caccia di nidi e della approssimativa vigilanza, sono due anni che la Marmaronetta non nidifica più. E con lei rischia grosso anche la Moretta tabaccata, un’ altra anatra rara e protetta, almeno sulla carta. Per scongiurare il pericolo, e anche in seguito alle polemiche suscitate da una discussa gestione della riserva da parte del Wwf, tre anni fa l’ ex assessore regionale al Territorio, Francesco Cascio, decide di finirla con le convenzioni tacitamente rinnovate e sceglie i bandi pubblici, «per avviare una stagione di trasparenza, legalità ed economicità». Con il bando pubblico, ad aggiudicarsi la gestione della riserva di Lago Preola e Gorghi Tondi, nel 2006, non è più il Wwf, ma un’ altra associazione ambientalista, Acli Anni Verdi. Da questo momento però comincia il gioco dell’ oca, per salvaguardare «un equilibrio da non turbare», e cioè le «regole» sulle quali si fondano i conflitti d’ interesse che governano la spartizione della gestione delle 76 riserve naturali siciliane. Delle quali, 32 sono appannaggio dell’ Azienda foreste demaniali, 12 delle Province siciliane e 32 di associazioni private. A decidere chi deve gestire cosa, partecipa, anche se formalmente solo con funzione consultiva, il Consiglio regionale per la protezione del patrimonio naturale, in cui siedono proprio i rappresentanti dei soggetti ai quali viene assegnata la gestione delle riserve. Le convenzioni durano sette anni e tra i privati fanno la parte del leone Wwf, Lipu, Legambiente e Cutgana (università di Catania). Per la riserva in cui si è rifugiata la Marmaronetta, per esempio, il Wwf percepisce ogni anno circa 70 mila euro, oltre ai 35 mila per il suo direttore e ai 25 mila pro capite per i tre operatori. «Il Wwf, anche con il suo presidente nazionale, Fulco Pratesi, si era subito opposto ai bandi pubblici, per timore che “altri con minore esperienza potessero gestire la riserva”», dicono l’ ornitologo Enzo Sciabica e Girolamo Palermo, presidente di Acli Anni Verdi. Pratesi però sostiene che «lì il Wwf ha lavorato benissimo» e quanto alla scelta dello strumento del bando pubblico si limita a dire: «Non sono né favorevole, né contrario». Sarà stato anche un caso, ma quando al posto di Cascio diventa assessore Rossana Interlandi, che era vicepresidente regionale del Wwf, il bando pubblico vinto da Acli Anni Verdi viene improvvisamente bloccato. Mentre il portavoce del nuovo assessore, Mauro Mannino, ex presidente regionale della Lipu, avrebbe persino proposto a quelli di di Acli Anni Verdi, vincitori del bando, uno strano «scambio»: tre riserve al posto di una, per farli tacere. La vicenda, più che una «guerra» tra ambientalisti, come si voleva farla passare, ha messo a nudo un sistema di spartizione di fondi pubblici sul quale ora indaga la procura di Palermo. Che dovrà anche accertare se è vero che dall’ acquisizione delle aree destinate a riserva naturale integrale (finanziata con un milione di euro, fondi europei) siano stati tenuti fuori – per non inimicarsi i proprietari – proprio quei terreni che danneggiano l’ insediamento della Marmaronetta. Sarà l’ ultima casella del gioco dell’ oca. Anche se l’ anatra è già in fuga.
[corriere della sera]
Be le dico che lei puo’ ridere quanto vuole….tanto un impiegato non capisce un lavoratore autonomo mai!!! x la sua concessione se la prenda con i suoi colleghi stanchi e stressati da tanto lavoro d’ufficio..!!!!!x la competenza della pulizia della riserva …no so di chi sia…ma penso che il comune e certamente responsabile di rendere un posto come la riserva DECENTE !!!!! poi io non ho nessun malessere ma tanta rabbia….Comunque le ripeto…. non ce lo con gli impiegati…. leggo il suo disagio nel rispondere…quindi rispetto la sua difesa nella categoria…ma spero che la gente cominci a denunciare la piu’ piccola cosa malfatta da qualsiasi impiegato fannullone-tranquillo…tanto il 27 arriva sempre puntuale….
Sig. Fiorentino, le confermo che in effetti non ho alcun ruolo nella gestione delle riserve naturali, se non quello di volontario. Ma non le nascondo che, sarei felice di poter partecipare alle gestione di aree protette come Capo Feto, Pantano Leone. Sono aree dall’inestimabile valore naturalistico, che per colpa del dio denaro, vengono abbandonate al loro triste destino. Infatti Capo Feto è diventata una discarica e il Pantano Leone si sta prosciugando. Sono lusingato dalle Sue parole, e la ringrazio. A tal proposito, senza voler essere l’avvocato difensore di nessuno, vorrei anche riconoscere il merito al Sig. Enzo Sciabica e al Sig. Girolamo Palermo che tanto hanno fatto e continuano a fare in difesa delle aree umide del nostro territorio. Nell’occasione invito tutti gli utenti ad interventi civili e costruttivi, infatti, e grazie al nostro scambio di opinioni che si sta discutendo molto sulla gestione del nostro territorio. Tornando all’area protetta di Capo Feto, spero vivamente che possa diventare il fiore all’occhiello di Mazara del Vallo al pari delle Valli di Comacchio o la Foce del Po. Le potenzialità del resto ci sono, mancano soltanto una gestione competente e la collaborazione dei cittadini che sono i veri custodi delle aree protette, come il Sig. Sciabica mi ha insegnato.
PS: conosco molto bene l’articolo del Corriere della Cera che Lei ha riportato. Credo si commenti da solo.
Cordiali Saluti
vabbè…raggiuni ha…
Caro Barbera, la sua competenza mi sprona a ritornare su questa pagina e confrontarmi in maniera seria con chi, come lei, dimostra di avere passione, competenza e rispetto del patrimonio naturale della nostra Provincia. E’ assolutamente vero che il denaro e una politica distorta offuscano il valore delle nostre riserve e delle nostre aree naturali protette più in generale. Ci sono Enti come il CNR che, nel prospettare l’istituzione di una riserva marina (la gestione a prescindere dalla qualità porta soldi) nelle acque antistanti Capo Feto, non esitano a proporre di alterare ancora la palude. Il Pantano Leone si sta prosciugando e l’ARTA non sembra che si impegni a trovare i 585mila Euro per rifornirlo d’acqua (da uttilizzare anche per usi irrigui), così come si era stabilito nel corso della riunione del mese di giugno dello scorso anno. Si trovano, però, i soldi per rimpiazzare, per esempio, le passerelle (inutili, buone per alimentare i roghi) nella martoriata riserva del Belice o per acquistare terreni e realizzare discutibili sentieri natura nella RNI Lago Preola e Gorghi Tondi, attaccata dai vignaroli, dai gabbiani e dal gambero della Louisiana (ma chi l’ha immesso?). La gestione delle riserve in Sicilia ad oggi sembra solo “business ecologico” che affligge i naturalisti (cosa assai diversa dagli ambientalisti, l’ho sempre sostenuto)come me e lei.
@antonino barbera: sì, quell’articolo si commenta da solo. A proposito, ha notizie di eventuali sviluppi? Su MazaraOnline qualcuno lo lascia intendere. Com’è finita con Capo Feto? Cos’hanno affidato, se hanno affidato qualcosa, ad ACLI Anni verdi? Sono stati stanziati ulteriori fondi regionali? A beneficio di chi?
@ nino fiorentino: purtroppo non ho notizie in merito ad eventuali sviluppi…ho letto i post su MazaraOnline. Per quanto riguarda ACLI Anni Verdi e Capo Feto, non so che dire. Sono semplicemente un biologo, appassionato di ornitologia, ma non sono socio di nessuna associazione ambientalista. Di fondi regionali, non ne ho idea, la mia passione di naturalista la finanzio da me (purtroppo). A presto
Cordialmente
@antonino barbera. Grazie lo stesso. In ogni caso, il dibattito è servito per approfondire la normativa sull’argomento. Alle prossime, e ricambio cordialità!
Gentile Antonino Barbera, ritengo, intanto, che il tu sia d’obbligo tra naturalisti, poi, se non sono indiscreto, desidererei conoscere la risposta del vero Fiorentino, Roberto per intenderci, l’ispettore delle riserve naturali gestite dalla Provincia, alla tua disponibilità di discutere della riserva del Belice attorno ad un tavolo tecnico. Nell’attesa, gradita è l’occasione per salutarti. Enzo Sciabica.
Gentile Enzo Sciabica,
ti ringrazio per aver sollevato la questione. Infatti in data 08/04/12 ho provato a contattare il Dott. Roberto Fiorentino ma ad oggi, con grande delusione, non ho ricevuto risposta. Non pretendo chissà cosa, ma mi piacerebbe poter collaborare a rendere migliore la RNO Foce del Fiume Belice. Ricambio i saluti.
P.S. che vuol dire “…la risposta del vero Fiorentino…” ce n’è uno falso?!Ho le idee un po’ confuse!!
Caro Barbera, per quanto mi consta, Roberto Fiorentino è una degnissima persona, ma prima di dire “incontriamoci e parliamone” avrebbe fatto bene a riflettere. A me non risulta, infatti, che ci siano amministratori provinciali che lo abbiano autorizzato ad organizzare incontri per la Foce del Belice o per altre riserve, mentre gli stessi amministratori non mi hanno mai dimostrato un particolare interesse per la fattiva salvaguardia del nostro patrimonio naturale. Considerato il “business” che ruota attorno alla “tutela della bidiversità”, tutti,prima o poi, ne debbono parlare, ma una cosa è il dire ben altra cosa è il fare. Noi, pertanto, abbiamo il dovere morale di continuare la nostra battaglia affinchè la foce e il sistema dunale del Belice, del Modione, il sistema retrodunale di Triscina-Manicalunga, il Pantano Leone, la riserva Lago Preola e Gorghi Tondi (se la Provincia gestisce male gli altri il più delle volte si adeguano), le Sciare di Mazara, la palude di Capo Feto con la vicina Laguna di Tonnarella, siano rese davvero riserve naturali, siano rese davvero zone Ramsar, siano rese vere aree SIC e ZPS. Dobbiamo insistere, pertanto, affinchè Ministero dell’Ambiente, Direzione Protezione della Natura e, se non dovesse bastare, “Commissione Europea per la Tutela dell’Ambiente e della Biodiversità”, accertino, attraverso loro ispettori, lo stato reale di gestione e conservazione del nostro patrimonio naturale, inserito nella “Rete Ecologica Europea Natura 2000” che, per chi non lo sapesse, comporta, come ho già detto, investimenti non indifferenti di denaro pubblico. P.s. Quando ho inziato a scrivere su questa pagina, per argomenti che avevano poco a che vedere con la riserva del Belice, sono stato rintuzzato da tale Valenziano che successivamente si è presentato come Nino Fiorentino. Mi sembra che abbia avuto anche qualche scambio di battuta con te.
Considerato che non tutti i castelvetranesi sono tenuti a conoscere il litorale di Mazara del Vallo ci tengo a precisare che, diversamente da quanto ritenuto dal sig. Sciabica, la spiaggia di tonnarella, chiusa ad ovest dalla palude di capo Feto ed est dal porto artificiale di Mazara, non presenta caratteristiche paludose né comprende alcuna laguna, ed è oggi vocata ad uso balneare, ospitando una quindicina di stabilimenti. Quel che, a quanto pare, il sig. Sciabica chiama ‘laguna’ altro non è che un bacino artificiale in gran parte asciutto destinato ad uso portuale una volta che sarà tombato a piano stradale. Ma posso sbagliarmi, dato che Sciabica accenna ad una “laguna vicino Capo Feto” mentre qui ci troviamo a più di 3 chilometri da quel sito, in pieno ambito urbano, essendo classificata zona ‘B’ dal vigente p.r.g., immediatamente adiacente al centro storico.
Lettori attenzione perchè Valenziano è semplice fumo di paglia che vi passa le notizie che potrebbero tornare utili solo alla sua carriera. Per capire che cosa è oggi il litorale di Tonnarella (ammesso che possa interessare ai castelvetranesi) basta portarsi alla I pagina di Trapani del quotidiano “La Sicilia” (del 26/4/2012) dove l’articolo “Tonnarella, salvate zona umida e spiaggia” (a firma Margherita Leggio)e il relativo Fg. 265 chiariscono qualsiasi equivoco innescato da Valenziano o Nino Fiorentino. E. Sciabica.
Ho appena scritto un post su mazaraonline invitando tutti a leggere l’articolo della vostra concittadina Margherita Leggio, professionista di comprovata esperienza e serietà. Il rag. Sciabica non me ne vorrà se, per facilitare, aggiungo pure il link http://www.lasicilia.it suggerendo, altresì, di cliccare sulla pagina del quotidiano sotto ‘leggi il giornale in pdf’, aspettare la nuova schermata, cliccare su ‘trapani’ e scorrere le notizie sulla destra. Dovrebbe rimanere fino a domani. Peccato che la piantina è vecchia, risale a più di dieci anni fa, quando l’imboccatura era ancora aperta e c’era molta più acqua nel bacino. Inoltre qualcuno ci ha aggiunto a penna, in corrispondenza, la scritta ‘laguna’. mah.. Premesso questo, chiunque, leggendo, sarà in grado di farsi un’idea confidando esclusivamente nella sua intelligenza. P.S.: essendo appassionato di modi di dire, conoscevo già le espressioni “fumo negli occhi” e “fuoco di paglia”. Ma “fumo di paglia” mi giunge nuova…è proprio vero..non si finisce mai d’imparare!
Basta andare su http://www.mazaraonline.it/?p=35437 per trovare la mia risposta a Nino Fiorentino o Valenziano o…
Come il fuoco di paglia esiste anche il fumo che a differenza del fuoco è più persistente, come Nino Fiorentino o Valenziano o…
Antonino Barbera, ci sono nuove circa la buona intenzione di Roberto Fiorentino di indire una tavola rotanda sulla riserva del Belice? E.Sciabica.
Enzo Sciabica,
purtroppo ancora nessuna notizia. Fin ora, quella del Dott. Fiorentino, rimane soltanto una buona intenzione. Io non perdo la speranza, risponderà!O no?!
Cordiali Saluti
Se aspetti la risposta di Roberto Fiorentino o della Provincia: “Campa cavallo…”. E’ più facile che risponda il solito Nino Fiorentino o Valenziano che, tra l’altro, non si attiene mai all’oggetto da trattare. E. Sciabica.
@enzo sciabica: andando a ritroso sul Suo primo commento, che considereva scandalosa la permanenza di una struttura di ristoro presente ai margini della foce del Belice da molto tempo prima che fosse istituita la R.N.O. ed in possesso di tutte le possibili autorizzazioni, mi sono limitato a farlo notare. A me l’argomento sembra calzante almeno quanto il suo commento.Se poi da lì ne è nata una discussione rimbalzata addirittura in altri siti, virtuali e reali con allargamento della tematica, penso che in nome della libertà, e soprattutto, completezza dell’informazione a beneficio della collettività, si possa solo essere contenti…
Valenziano o…., l’articolo “La riserva della vergogna” faceva riferimento alla foce del fiume Belice e al sistema dunale circostante. La sua intrusione, però, ha spostato le attenzioni su altro argomento che attiene alla pulizia dei fondali del porto di Mazara e allo scarico dei fanghi nel litorale di Tonnarella. Lei ha fatto, quindi, una cortesia alla Provincia e a Roberto Fiorentino (onnipossente ispettore delle riserve naturali affidate alla Provincia) che si sono potuti defilare dal dibattito.
Caro Sciabica, che ci vuol fare, per uno come Lei, che mi considera ‘intruso’ solo perchè la penso diversamente ( senza considerare che qui non siamo a casa sua, ma a casa del sig. Leone ), c’è un Antonino Barbera che, addirittura, mi ‘ringrazia’ per aver ‘tirato in ballo la colmata ‘B’ ‘… E’ proprio vero, la vita è bella perché é varia…
Fiorentino, lei non è un intruso perchè la pensa diversamente (mi guardo bene dal fare simile valutazione), ma perchè le capita spesso di divagare.
In questa sede avremmo dovuto affrontare e approfondire le problematiche che attengono esclusivamente alla bellissima, ma martoriata, riserva del “Belice”. La questione dei fanghi del Mazaro è trattata su Mazaraonline, ma anche quà lei ha commesso un altro svarione, visto che ha spostando l’argomento dalla pagina “Quale la destinazione dei fanghi?” alla pagina “Riunione dei titolari degli stabilimenti balneari” che, evidentemente, non meritano nessuna attenzione da parte mia (non perchè siano rimasti alla finestra) che, tra l’altro, prediligo le spiagge libere.
Caro Sciabica, pur nella consapevolezza che l’argomento interessa poco o nulla i lettori di questo portale, devo precisare che a ‘divagare’ o, se preferisce a commettere ‘uno svarione’ su MazaraOnLine non sono stato io, bensì girolamo palermo che, già dal secondo commento ( su più di un centinaio fin qui postati ) ad una notiziola su una riunione dei titolari degli stabilimenti balneari, li invitava ad ‘occuparsi dello smaltimento dei fanghi a tonnarella’. Lo svarione sta proprio nell’assimilare, o meglio, a sovrapporre, ‘Tonnarella’, cioè il sito dove d’estate vengono montate le strutture balneari, con la ‘colmata portuale B’, cioè il sito di destinazione dei fanghi di risulta dal dragaggio portuale. E non l’ho commesso io…. Non è un caso se nemmeno uno dei ( presunti ) diretti interessati, cioé i titolari dei chioschi, se n’è preoccupato….
Caro Fiorentino, sotto il profilo biogeografico tutto il litorale mazarese risente dello sbocco a mare dei fiumi Delia o Arena e Mazaro. Se sono esistite le bellissime spiagge di Tonnarella e di S. Vito ciò è stato dovuto anche allo sbocco a mare di questi due corsi d’acqua. Tra l’estuario del Mazaro e la spiaggia di Tonnarella c’era e c’è (nonostante lo scarico di fanghi ed altro del 2002-2004) l’insenatura naturale marina che nel 1985 è stata delimitata da una diga foranea, formando una laguna (basta rimuovere l’immane pontone arrugginito e quattro pietre e sarà ripristinata). Non v’è dubbio che il sistema fluviale a flusso intermittente (cod. 3290 D.92/43/Cee)e il sistema dunale e marino (codici 1150, 1240, 2120 e 2133 D.92/43CEE) ad occidente di Mazara del Vallo, sono strettamente interconnessi. E’ inutile, quindi, fare distinzioni tra prima, seconda e terza Tonnarella. E’ vero che questo ambiente naturale è stato profondamente alterato, ma è altrettanto vero che i resti dovrebbero essere preservati anche per le future generazioni. Gli attuali primi fruitori di detti resti sono i titolari degli stabilimenti balneari e Girolamo Palermo, consapevole del fatto che il lungomare Fata Morgana potrebbe subire ancora alterazioni e inquinamenti, ha pensato bene di avvisarli. Nella sua onestà intellettuale, evidentemente non ha tenuto conto che questi signori hanno degli obblighi verso chi concede loro di montare ancora baracconi sin sulle battigie.
Caro Sciabica, quasi mi dispiace continuare a confrontarci in territorio selinuntino per una vicenda che riguarda solo la nostra Mazara. Per quanto se oggi la spiaggia di san Vito non è più quella di una volta molto dipende, verosimilmente, dallo sbarramento della diga Delia in territorio di Castelvetrano. Mentre per quanto riguarda Tonnarella io qualche dubbio ce l’avrei. Ma né io né lei siamo geologi, quindi lascerei perdere. L’unico studio attendibile sul litorale di tonnarella è stato effettuato, sull’arco temporale di un secolo, dal CNR e fu presentato attorno al 2002 o 2003. Dimostra che il profilo costiero, tutto sommato, si è alterato di poco. Dove si alterato parecchio è stato alle Hawaii. Lo dico perché giusto oggi laRepubblica.it riporta un articolo sull’argomento, dove il fenomeno viene imputato alla proliferazione dei grattacieli in prossimità della costa. Qualcosa di molto simile, anche se su scala gigante, a quel che è accaduto a Tonnarella a causa dell’edilizia privata abusiva, ma anche a Triscina e Selinunte che, quest’inverno, ne hanno pianto le conseguenze. Non così a 3 fontane. In ogni caso,ritengo che il porto non c’entri, anzi, probabilmente, in qualche modo fa da argine. Il sistema dunale risente dei fabbricati in elevazione. E di certo non c’entrano quel che lei definisce ‘baracconi’ ma che in realtà sono strutture balneari all’avanguardia proprio sotto il profilo del rispetto ambientale. Si faccia un pò in giro delle altre spiagge siciliane o si rechi in continente e mi dica dove altrove si smonta rigorosamente tutto a fine stagione. A Mazara, ma anche a Selinunte, sì. Altrove si ammettono ancora strutture in muratura. Qui quelle che c’erano sono state fatte demolire. Ed i loro titolari hanno obblighi solo verso la legge e devono ringraziare solo sé stessi per aver creduto nelle loro attività nonostante il particolare contesto socio-economico, poco incoraggiante. Siamo in uno stato di diritto. Sì anche a Mazara e Castelvetrano, finalmente ci siamo arrivati, non siamo più al tempo dei Sovrani borbonici governanti a colpi di ‘graziose concessioni’. Queste attività stanno tagliando il traguardo del ventennio. Quali altri imprese possono dire altrettanto, di questi tempi? Lo so che Ella preferisce la spiaggia libera. Un tempo, e talvolta, anch’io. Ma perchè vietarsi qualche confort ove possibile, nel rispetto delle norme? Guardi che non è vero che i turisti,anche i civilissimi nordici, vadano solo in cerca della natura ‘incontaminata’. E se lo fanno, si dirigono direttamente nell’Africa nera. Da noi cercano altro. Tornando a tonnarella, la distinzione in 1^ 2^ e 3^ (?) risale agli anni ’50-’60. In realtà, a partire dalla riva del mazaro, verso ovest, oggi si riscontra un primo tratto, di quasi due chilometri, completamente urbanizzato ( e qui si trova la colmata ‘B’). Poi inizia l’arenile di tonnarella. Indi la palude di Capo Feto. qui finisce il territorio di Mazara. Lei insiste con ‘un’insenatura naturale marina’ che, semplicemente, non esiste. Non è mai esistita. Dicesi insenatura un tratto di litorale rientrante nell’entroterra. Ma si può sapere dov’è, dov’era? E’ stato proprio lei a pubblicare lo stralcio planimetrico della zona. Vi si vede la linea di battigia descrivere un leggera, leggerissima falce.. Inizia dal porto e termina in corrispondenza dell’oasi naturalistica di Capo Feto. Di cui possiamo vantarci. Voglio dire del porto,anche se dovrebbe essere adeguatamente potenziato e valorizzato, e dell’oasi di Capo feto, che dovrebbe essere adeguatamente attrezzata e valorizzata..
Caro Fiorentino, la scarpa è la parte della spiaggia gradita dai bagnanti per prendere il sole. Nel 1968 proprio sulla scarpa del litorale di Tonnarella è stata costruita una strada. Lo zoccolo duro stradale, oltre a sottrarre spazi agli scanni (banchi di sabbia che difendono le spiagge dai marosi, in estate per effetto del moto ondoso ricostituiscono le spiagge, in autunno-inverno ritornano nel mare antistante alle spiagge), provoca un maggiore attrito tra le mareggiate e la costa invasa dall’asfalto e dal cemento (stradale). L’accresciuto attrito, giocoforza, è causa di più erosione. Subito dopo la strada, come dice lei, c’è il caseggiato che completa l’opera e non lascia, comunque, spazi alla sabbia che dovrebbe ricostituire la spiaggia e le dune. Il porto ed il metanodotto che ha formato la poco nota “Secca” (luogo di primaria importanza per l’avifauna)non sembrano avere influenza sull’erosione, anzi sembra che mitighino l’effetto delle onde e delle correnti. Conosco lo studio del CNR e lo accosto a quello che ha portato all’istituzione del SIC “Sistema dunale di Capo Granitola” che in pratica, in buona parte, ricade sul caseggiato di Triscina, mentre esclude la parte di grande valenza ecologica che ricade alle spalle delle stesse case. L’istituzione è il frutto di studi eseguiti sulle carte, stando davanti al computer e tralasciando i sopralluoghi. Chieda al geologo Giuseppe Marino (ha eseguito uno studio mirato sul posto)quanta sabbia disperdono le sole ruspe nel corso delle pulizie della spiaggia di Tonnarella e come modificano la battigia nel lasso di breve tempo. Da naturalista posse dirle che se gli studi non sono condotti con passione, possono rivelarsi anche semplici specchietti per le allodole.
che ne dite di darvi un appuntamento “fisico” per discutere la cosa…
Caro Sciabica, non è vero che la strada è stata costruita nel 1968. Risulta già dalla planimetria catastale del 1931 ( strada comunale Capo Feto-Margi Spanò ) e verosimilmente veniva già battuta dai cavalieri che vigilavano sulle incursioni dei pirati nel XV e XVI secolo..In ogni caso, l’esistenza della strada ha fatto sì, quanto meno, che le costruzioni a monte si distanziassero dalla battigia, così come a 3 fontane, preservando di fatto l’arenile, diversamente da quel che accade oggi a Triscina e Selinunte, che prive di lungomare, subiscono più pesantemente gli effetti delle mareggiate invernali. Sì, lo so che gli ambientalisti le avversano, ma l’esperienza suggerisce altre considerazioni. Naturalmente non mi aspetterei mai che venga asfaltato il tratto che corre lungo la palude di Capo Feto, né che venga realizzata nemmeno una trazzera sull’arenile della foce del Belice. Diciamo che non mancano i modi per contemperare le diverse esigenze nel rispetto dell’identità dei luoghi. Fermo restando che siamo in Europa, non nell’Africa Nera od in Alaska, e qui l’identità dei luoghi è molto cambiata da quando è comparsa la civiltà qualche millennio addietro. Un giorno, seduto con un amico ai tavolini del lido ‘zabbara’, ammirando le rovine del tempio ‘C’ che si staglia all’orizzonte ergendosi sull’Acropoli di Selinunte, gli chiesi, scherzando: “Ma secondo te, se a quei tempi ci fosse stata la Soprintendenza, glielo avrebbero fatto fare?”
Fiorentino, veda che nel 1968, cioè quando sono stati avviati i lavori per la realizzazione della strada comunale asfaltata (sulla scarpa, ciò sul demanio), a Tonnarella c’era una semplice trazzera. Per trazzera testualmente si intende: “pista tracciata attraverso i campi per il passaggio di greggi e mandrie”. Senza la strada asfaltata le automobili difficilmente avrebbero potuto avere accesso a Tonnarella. La strada asfaltata per allontanare, come dice lei, le case dalla battigia, ma allora a che cosa servono le Capitanerie di Porto? La trazzera, a differenza dello zoccolo duro della massicciata di cemento e asfalto, comunque, non interferiva con i fenomeni naturali che regolano il restringimento delle spiagge in inverno e il ripascimento in primavera-estate. Con la strada asfaltata, negli anni Settanta sono iniziati a proliferare i caseggiati che non hanno più lasciato spazi all’accumulo di sabbia. Chi conosce il nostro territorio non commetterebbe mai l’errore di accostare la spiaggia di Tonnarella alle spiagge di Selinunte e Triscina, sormontate da rupi. Come la spiaggia di Tonnarella anche quella di Tre Fontane è sotto l’effetto dell’erosione, solo che Fiorentino non ricorda com’era fino agli anni Settanta. A differenza di Tonnarella, con la rimozione dell’asfalto, sembra che l’erosione sia stata mitigata lungo il litotale est di Tre Fontane. La sabbia, infatti, è ritornata a depositarsi lungo il tracciato, peccato che con la stagione estiva subisca l’azione delle ruspe.