Quote pagate si, quote pagate no. Ha i contorni tutti da chiarire la questione della sospensione del Presìdio Slow Food del pane nero di Castelvetrano resa pubblica stamattina dal nostro giornale. A parlare è Tommaso Rizzo, l’unico panificatore che in questi anni ha utilizzato il prestigioso marchio di Slow Food. Rizzo afferma di aver pagato due quote: «A marzo scorso ho pagato le quote del 2017 e del 2018 – ha spiegato stamattina al telefono – manca la terza quota per l’anno in corso da pagare». Rizzo è pronto a spedire alla Fondazione Slow Food le copie dei bonifici, proprio a testimonianza del suo impegno per il Presìdio: «Non posso vedere vanificato così il lavoro svolto da me in 20 anni»dice. Per Slow Food, invece, non sarebbero state pagate le ultime tre quote, per un ammontare di 1.050 euro. E Rizzo spiega pure che negli anni non gli è stato consentito di allargare la platea di panificatori («Da Slow Food mi hanno detto che era un lavoro che dovevano fare loro…») e così si è rimasto solo.

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