L’obesità è una condizione patologica che purtroppo appare in costante incremento, soprattutto Paesi occidentali. La diffusione di questo disordine ha ormai raggiunto un carattere epidemico in numerosi paesi occidentali, ma non solo.

Le cause principali di questa diffusione sono da ricercarsi principalmente nelle abitudini alimentari ma non solo, a volte a questo si aggiunge un disagio psicologico che porta all’ingresso di un tunnel da cui una volta entrati non si riesce più ad uscire.

La storia di Piero Zichichi è commovente e ci porta a riflettere su una società malata spesso priva di scrupoli ma con dentro cuori che nonostante tutto decidono di affrontare le proprie bufere interiori.

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Piero è un giovane di Santa Ninfa che ha studiato presso l’istituto tecnico commerciale di Castelvetrano. Oggi ha 33 anni e già in tenera età aveva iniziato a capire che il suo corpo era fuori controllo una situazione talmente invadente che più passava il tempo più si ritrovava a vivere in una dimensione fuori dal  comune. Crescere con un fardello enorme metteva a dura prova l’anima di Piero il quale alla sua situazione fisica doveva aggiungere la sopportazione di una società squallida dove spesso albergano anche le mortificazioni da parte dei coetanei.

Situazione che inizia per lui ad essere davvero troppo e quello che per un bambino era iniziato come un disturbo alimentare è diventato un gravissimo problema che ha condotto Piero  all’età di 27 anni al peso di 198 kg un calvario che dai vent’anni lo tratteneva inchiodato a casa, una vita vissuta a metà, un’esistenza che dipendeva dai suoi cari. Andare in bagno, legare le scarpe, azioni che sembrerebbero banali erano circostanze di disagio prepotente nella vita di un giovane che ha l’animo di un guerriero.

 

Una vita fatta di diete e privazioni di ogni genere e sorta, giunta alla resa dei conti, mette Piero di fronte alla sua cruda verità, ciò che serve è quell’intervento a cui seguirà un lungo processo non solo fisico ma soprattutto psicologico che lo porterà ad una vera e propria rinascita, allontanando da sé tutte le conseguenze che fino a quel momento l’obesità aveva portato, conseguenze che con il passare del tempo avrebbero potute essergli fatali.

Il 29 maggio 2010 giorno del suo 27esimo compleanno Piero subirà il suo primo intervento chirurgico presso l’Ospedale statale Gaslini di Genova, per mano del dott. Marinari, un intervento durato 9 ore che gli ha permesso una riduzione di 2/3 dell’intestino. Nella decisione di procedere all’intervento chirurgico decisiva è stata Vittoria, una cugina di Piero che ha alzato la cornetta per prenotare la visita.

La vita di Piero cambia di botto ma al contrario di quanto si possa pensare la sua perdita di peso è stata di appena 18 kg in tre mesi. I sei anni successivi all’intervento, sono decisivi per il paziente e non seguire alla lettera i consigli medici potrebbe portare all’osteoporosi o addirittura alla cecità.

Siamo esseri umani, e nonostante la famiglia e gli amici per Piero erano alla base della sua ripresa, da quel tunnel non riusciva ad uscirne perchè proprio dopo l’intervento ha iniziato ad avere paura, paura di non farcela di non riuscire a risalire, paura che solo chi vive un dramma può conoscere.

I mesi successivi hanno messo a dura prova quel giovane con tanta voglia di vivere, hanno messo a dura prova una famiglia che ha fatto di tutto per il bene di un figlio e un fratello. La volontà di Piero era agli sgoccioli e nonostante volesse più di ogni altra cosa uscire da quel maledetto corpo la sua testa era stanca e demoralizzata.

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E’ proprio lì che una sua cugina, Patrizia, decide di provare una strada completamente diversa, quasi fosse un angelo gli consiglia Gallinaro vicino Roma, luogo meta di pellegrinaggio cattolico, e nonostante Piero non sia un Credente accetta con le dovute distanze.

Questa sarà l’esperienza che gli cambierà veramente la vita, non stiamo parlando di nessun miracolo, ma soltanto di una rinascita interiore che ha portato Piero vuoi per le persone incontrate lì, vuoi per la voglia di stare bene, ad iniziare un percorso interiore volto ad accettarsi e cominciare a vivere come fosse il primo giorno di respiro. I successivi sei mesi dopo quel maledetto blocco psicologico, perde 60 kg attenendosi sempre a diete e controlli medici.

Nel 2013 si sottopone per motivi estetici ad un’addominoplastica a Bergamo e ad oggi ha perso 104kg.

Quest’anno ha compiuto 33 anni ma più che il suo compleanno lui ha festeggiato la sua vita perchè questo è stato il sesto anno dopo il suo intervento, quegli anni necessari che gli servivano per essere “fuori pericolo”.

E’ una forza della natura lui, lavora presso l’azienda di famiglia e da circa 3 anni è presidente della Real Santa Ninfa, gioca a calcio e fa attività sociale ma anche palestra posturale insomma non si ferma un attimo.

Il suo obiettivo è perdere altri 6 kg e alla nostra domanda molto schietta e cruda, se avesse mai pensato al suicidio lui con tutta l’ironia che lo caratterizza ci ha risposto così come rispose al suo psicologo che gli fece la stessa domanda: “Cordi di navi a Santa Ninfa un ci ‘nnè” come a voler dire che non avrebbe avuto i mezzi; i mezzi invece li ha avuti per riprendersi la sua vita, la sua dignità, la sua esuberanza e tutto ciò che un giovane dovrebbe avere, lui l’ha fatto e adesso pian piano dovrà iniziare a tirar fuori ciò che prima teneva dentro e non continuare a ripetersi dove ha sbagliato per essere felice, dovrà ripercorrere tanti ricordi sepolti in fondo alla sua anima.

OGNI GIORNO MI ALZO E MI DICO, MI SERVE UNA MOTIVAZIONE E LA MOTIVAZIONE PIÙ FORTE PER ME E’ VIVERE. UN GRAZIE VÀ A MIA CUGINA VITTORIA CHE MI HA APERTO GLI OCCHI.

MA IL GRAZIE PIÙ IMPORTANTI VÀ ALLA MIA FAMIGLIA CHE MI HA APPOGGIATO IN TUTTE LE MIE SCELTE GRAZIE DI ESISTERE.

Così vuole salutarci Piero e noi conoscendo la sua travolgente vivacità e il suo animo buono, vogliamo che sia un esempio di forza per tutti coloro che vivono in un corpo tanto largo ma allo stesso tempo tanto stretto da non far nemmeno respirare la propria anima che ha bisogno di una vita intera e non di vivere a metà.

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