[di Daniela Ursini] Erano anni che mancavo dall’area archeologica di Selinunte. Durante gli anni compresi fra il 2014 e il 2015 ho avuto il privilegio di prendere parte alla sistemazione museale dell’area di Malophoros e del quartiere FF1Nord. Il progetto “Case e dimore di dei ed eroi” prevedeva, fra i tanti interventi di musealizzazione, fruizione e valorizzazione, il restauro della pavimentazione e delle strutture murarie del Quartiere FF1Nord e l’anastilosi dei Propilei nell’area di Demetra Malophoros. In tal occasione furono recuperate alcune strutture rurali adiacenti l’area Malophoros al fine di trasformarle in strutture ricettive per il turismo, come le case Triolo Nord e le case De Sabato per la vinicultura sperimentale (una convenzione fu fatta con la cantina Settesoli).
Lo scopo era di attivare la seconda entrata al Parco presso il lato Triscina; infatti, un ulteriore progetto in quegli anni, ha consentito il recupero di infrastrutture preesistenti (biglietteria, servizi aggiuntivi, bookshops) e un percorso pedonale che dal lato Triscina giungesse fino all’area sacra di Malophoros, congiungendosi con l’Antiquarium e le preesistenti strade interne per il collegamento con l’Acropoli e Porta Nord.
In questi giorni con estrema amarezza mi sono imbattuta in una passeggiata archeologica, certa di ritrovare le suindicate aree, così come erano state sistemate sul finire del 2014. Mi è apparso uno scenario di completo abbandono con vegetazione selvaggia e secca che impervia ovunque. Mi sono accorta che, addirittura, sull’altare di Zeus Meilichios cresce con vigore una pianta di fico selvaggio, notoriamente infestante vista la resistenza delle sue radici. Le rovine greche sono quasi completamente invisibili, avviluppate, risucchiate e inglobate dalla strerpaglia. Nessun mezzo turistico giunge fino all’area in questione.
Anche nel quartiere FF1Nord mesi di lavoro di restauro sono stati completamente buttati, soldi pubblici spesi inutilmente. Il quartiere residenziale di epoca arcaico- classica è pressoché invisibile e verte, al pari di Malophoros, nelle stesse condizioni di abbandono. Anche il Battistero Paleocristiano, con il suo fonte battesimale fra i più antichi del territorio italiano, è praticamente irriconoscibile, abbandonato all’incuria e al menefreghismo. Da napoletana che ha vissuto e lavorato in Sicilia, e oggi a Londra per lavoro, ho provato pena per la mia terra.
Daniela Ursini
CastelvetranoSelinunte.it ha avuto modo di verificare quanto ha scritto la signora Ursini. L’area sacra di Malophoros è al momento interdetta alle visite: nessun turista può raggiungerla a piedi e nemmeno con i trenini turistici. Il Parco, in queste settimane, ha predisposto la pulizia della zona e, attualmente, gli operai sono al lavoro. Rimane il fatto che, in pieno periodo di affluenza turistica, un’ampia zona del Parco rimane chiusa ai visitatori.
AUTORE. Altre Fonti
Signora ha perfettamente ragione, ma non è solo la zona della Malophoros ad essere trascurata. Non vado pìù all’interno del Parco per non vedere le scene che ha descritto Lei. Non la riconosco più. L’ultima volta che l’ho visitato ho costatato che nel Tempio G la vegetazione sta prendendo il sopravvento, addirittura vi sono creciuti gli alberi che non si vedevano da secoli. Ricordo la bella vista del lungo muro est dell’all’Acropoli, per una fascia di 50 metri non si vedeva un filo d’erba. Adesso è pieno di erbacce. Nei decenni passati non ricordo alcun incendio. Adesso in questi ulti anni c’è ne sono stati diversi. I direttori attuali non sembrano molto interessati alla pulizia ed alla manutenzione, sono interessati ai convegni (parecchi inutili) ed agli spettacoli. Si figuri che il direttore precedente Caruso organizzava spettacoli per 20 spettatori.
Enzo Napoli
Se l’attuale direttore vuole dimostrato con le foto quanto Selinunte era pulita negli anni passati, sono disposto ad incontrarlo.
La signora non ha aggiunto nulla di nuovo di quanto è notorio già da decenni . Colpisce invece l’amarezza di una persona innamorata della sua terra impossibilitata di godere e difendere così tanta cultura,storia,bellezza. Cara signora la capisco da persona che ha vissuto al nord e ogni volta che ritorna a Castelvetrano non vede l’ora di scappare. Il Castelvetranese per natura vive di accattonaggio, di assebenerica, di magnacceria . E non solo nel popolo ma anche nei palazzi del potere,popolati di zecche e a nulla vale se si alternano al seggio Castrum Veteranomun. Dottori , Avvocati, qualche sforatico Professore, ma poi torna Avvocati e Professori. Di qualsiasi colore loro dicano di tingere la loro politica, sempre di parassiti questa città è stata ed è amministrata, e solo per spartirsi il bottino anche per lo stupro del Parco Archeologico più grande d’Europa, ma in verità il più derubato è svenduto al Mondo. Buona giornata popolo.
Il Direttore del parco ne è a conoscenza? E come sono finite le dette ricerche del teatro sommerso?