Tema: difesa dell’ospedale di Castelvetrano. Chi siamo? Cosa possiamo ancora fare? È stata la riunione della verifica quella che questo pomeriggio si è svolta presso il Circolo della gioventù di Castelvetrano. Stesso posto (ma con meno persone, purtroppo) dove mesi addietro si svolse l’assemblea cittadina: allora si sperava di salvare il salvabile. Ma, intanto, l’ex direttore Asp Trapani Fabio Damiani e l’assessore regionale Ruggero Razza hanno fatto la loro strada. E oggi il destino del “Vittorio Emanuele II” di Castelvetrano è segnato: sarà un semplice ospedale di base, con nove unità complesse declassate a semplici.
Questo pomeriggio è stato il tempo del «che fare»: «O siamo nelle condizioni di portare avanti ancora la protesta, oppure alziamo bandiera bianca», ha detto Francesco Saverio Calcara, pronto a consegnare il certificato elettorale se ve ne fosse bisogno. Sullo sfondo c’è un banner in pvc dove c’è scritto “Castelvetrano città cancellata”: «la nostra città è stata dimenticata anche dallo Stato», ha detto con amarezza l’avvocato Franco Messina.
Un piano aziendale (quello che declassa l’ospedale di Castelvetrano e promuovere quelli di Mazara, Marsala e Trapani) che l’avvocato Messina ha definito «scellerato», avverso il quale – ha confermato il legale – il Comitato “Orgoglio castelvetranese” proporrà ricorso al Tar. Per Messina «se ad approvare un atto aziendale fu una persona che era sotto indagine, secondo me c’è una responsabile politica precisa. Quale politica ha messo quelle persone in quei posti?».
La stessa sorte di Castelvetrano è quella che è toccata all’ospedale di Mussomeli. «Ma lì la protesta s’è fatta sentire», ha detto Lina Stabile. Il Comitato “Orgoglio castelvetranese” ha scelto di condurre la battaglia insieme al Comitato che è nato in provincia di Caltanissetta. «In quell’ospedale l’assessore Razza c’è andato, qui da noi non è mai venuto», ha detto con amarezza la Stabile.
Per l’ospedale di Castelvetrano l’attuale strada resta, comunque, quella del declassamento: «questo depotenziamento non ha una logica», ha detto il sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano. «La Regione è stata sorda alle voci di questo territorio, sia quelle istituzionali che della società civile. Oggi c’è bisogno di alzare la voce», ha affermato il sindaco di Campobello, Giuseppe Castiglione.
«La necessità è quella che il territorio sia unito nella battaglia» ha detto il primo cittadino di Partanna, Nicola Catania. «Ciò che ci siamo detti negli incontri con l’assessore Razza è stato disatteso», ha puntualizzato il collega di Gibellina, Salvatore Sutera. «Quello che mancano sono i politici regionali e nazionali che difendono Castelvetrano», ha accusato Ninni Vaccara.
È il tempo di battaglie più incisive. Di questo ne sono convinti i sindaci, i rappresentanti sindacali della Cgil, quelli di “Orgoglio castelvetranese” e non solo. «Non siamo capaci di protestare», ha ammesso Nicola Santangelo. «Non è più il tempo dell’attesa, l’ospedale non deve morire», ha detto il dottor Bartolo Lupo, ex primario di Ortopedia.
AUTORE. Max Firreri