[di Max Firreri] Il fuoco per riscaldarsi e le tende come simbolo di presidio. Forse mai nella storia di Selinunte si era assistito a una scena simile: i pescatori a terra arrabbiati con lo sguardo rivolto al porto intasato di posidonia e sabbia e le imbarcazioni ingabbiate senza via d’uscita. La notte appena trascorsa è stata la più lunga mai vissuta dai pescatori di Selinunte. Neanche quando vanno per mare a pesca di sarde gli scarioti vivono tante ore così senza prendere sonno. Ieri notte la protesta per il porto non ancora dragato è continuata così, tra racconti, fuoco e qualche pennichella per la stanchezza. I pescatori lo avevano promesso e lo hanno fatto: «Andremo avanti ad oltranza sino a quando il problema non verrà risolto» avevano detto nella mattinata di ieri. Non è stato solo un annuncio ma una promessa mantenuta.
E la notte è diventata il momento dei cunti e della speranza che, prima o poi, il porto venga ripulito. Chissà quando, nonostante ieri, alla notizia della protesta, sono scesi allo scaro il sindaco della città Enzo Alfano e il collega di Partanna Nicola Catania: «In questa vicenda non ci può essere campanilismo, è una questione di territorio», ha detto Catania ai pescatori. Telefonate ai politici che comandano e sollecitazioni per incontri risolutivi che hanno acceso per un attimo gli occhi di speranza dei pescatori. Come fu quando al porto arrivarono gli assessori regionali Marco Falcone e Tony Scilla annunciando gli interventi che avrebbero risolto la problematica della posidonia. Poi, settimane dopo settimane, i pescatori hanno visto morire sempre più il porto della borgata, affogato tra posidonia e sabbia e loro contaminati dalla rabbia.
Ieri la voce l’hanno fatta grossa e la notte appena trascorsa è stata quella della protesta: «Solo così forse qualcuno potrà raccogliere il nostro grido d’aiuto», hanno detto i pescatori. Operai del mare col fuoco acceso per riscaldarsi e le loro barche ferme che aspettano di essere liberate dalla posidonia che, forse, non si sa dove portarla. È stata una lunga notte quella appena trascorsa dai pescatori allo scaro. Oggi, in segno di solidarietà, le attività commerciali di Marinella di Selinunte rimarranno chiuse. È un piccolo-grande segno di vicinanza che rincuora gli scarioti. Il destino dei pescatori e il loro futuro lavorativo sta a cuore ai selinuntini: «Vogliamo risposte» c’è scritto in uno striscione comparso all’ingresso della borgata. E questo, oltre il fuoco e le tende che sbarrano la strada, è un buon segno di speranza. Almeno per sostenere insieme la causa dei pescatori.
AUTORE. Max Firreri