Lo Zio Sam vuole sempre di più dalle sue colonie. I suoi forzieri semi-vuoti richiedono nuove guerre e fervono i preparativi per le prossime predazioni da affidare alla servile manovalanza a libro paga.

E poco importa se i servigi prestati dovessero costare tanto ai paesi di provenienza dei braccianti di morte. L’industria della guerra non ammette deroghe.

La fila agli sportelli dell’Impero è lunga, ma con una bella asta al ribasso la partita può essere chiusa in tempi rapidi, a scavalco, come fa da tempo il nostro paese con i suoi ministri della Difesa e degli Esteri in conto terzi… La questione MUOS, occultata dai media di regime, ne è un esempio emblematico.

Il MUOS (Mobile User Objective System) è un sistema di comunicazioni satellitari (SATCOM) ad altissima frequenza (UHF) e a banda stretta, composto da quattro satelliti e quattro stazioni di terra in primo luogo al servizio del DoD (Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti).

Sostituirà il sistema UHF Follow-On (UFO) prima che questo sia dismesso per fornire agli “utenti” nuove funzionalità e maggiore mobilità, accesso, capacità e qualità del servizio.

Integrerà forze navali, aeree e terrestri in movimento in qualsiasi parte del mondo. Una delle basi, neanche a dirlo, sorgerà nel nostro paese, a Niscemi, in quella che il grande Omero definì “la verde isola Trinacria, dove pasce il gregge del sole”.
Quella Sicilia svenduta agli atlantici, sul cui territorio c’è di tutto: basi, centrali di telecomunicazioni, depositi, stazioni…
La mappa delle occupazioni dell’ingombrante padrone è molto estesa: Sigonella, Motta S. Anastasia, Caltagirone, Vizzini, Palermo Punta Raisi, Isola delle Femmine, Comiso, Marina di Marza Augusta, Monte Lauro, Centuripe, Trapani, Isola di Pantelleria e Isola di Lampedusa.

E la già citata Niscemi, proprio nel cuore della riserva naturale “Sugherata”.
Il grande occhio verrà edificato nell’antico feudo “Ulmo” dove, da circa trent’anni, è operativa una delle più grandi centrali di telecomunicazioni della marina Usa esistente nel Mediterraneo che, con le sue 41 antenne, collega il nostro mare con l’Asia sud-occidentale, l’Oceano Indiano e l’Oceano Atlantico.

L’impianto è composto da due torri radio e tre antenne del diametro di 18,4 metri e dell’altezza pari a 149 metri e per la prima volta verrà allocato vicino ai centri abitati, a dimostrazione della considerazione che gli States hanno della colonia italiana. L’operazione MUOS ha avuto il via nel 2001 con la firma di un accordo bilaterale tra gli Usa e il nostro paese.

Aeronautica italiana e Regione Sicilia si sono occupate di dare i via libera necessari all’avanzamento del progetto, con le consuete relazioni paesaggistiche e conferenze dei servizi imbevute nella camomilla. L’unico parere istituzionale contrario alla realizzazione della struttura militare, è arrivato dai tecnici del comune interessato, ma non è servito a niente.

Anche i tentativi dell’ex sindaco di Niscemi, Giovanni Di Martino, e dei Comuni del Nisseno, sono andati a vuoto. L’ex governatore Lombardo e l’ex ministro della Difesa La Russa, hanno eseguito gli ordini e il 28 giugno 2011 dagli uffici del Territorio e Ambiente della Regione siciliana è arrivato il “sì” definitivo.
I mesi successivi sono stati caratterizzati dalla battaglia a colpi a salve di relazioni relazioni, tra Arpa Sicilia e Politecnico di Torino.
Il coordinamento “No Muos”, nelle scorse settimane, ha preso parte a due audizioni alla Commissione Difesa della Camera e alla Commissione d’Inchiesta sull’uranio impoverito del Senato, fornendo una vasta documentazione che sconsiglierebbe la costruzione della stazione di terra all’interno della Riserva Naturale Sughereta di Niscemi.

Nel 1817 Goethe scriveva della terra sicula: “L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto” […] “La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra… chi li ha visti una sola volta, li possede…rà per tutta la vita”.
Non avrebbe mai osato immaginare che la musa vulcanica dei suoi versi, sarebbe stata ridotta a pattumiera dei padroni del mondo con il sostegno di una masnada di servi…

di Ernesto Ferrante
per stampalibera.com

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