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Per la condanna in terzo grado di Silvio Berlusconi c’è solo una cosa da fare: «va rispettata».

E sarebbe «aberrante» cercare contro di essa una «soluzione politica». Inoltre il Paese, sulla via di trovare una sua uscita alla crisi economica, non può rimanere appeso alla vicenda Berlusconi: una crisi di governo sarebbe «ingiustificabile» e non si deve «abortire» una strada che è stata intrapresa e che comincia a dare risultati. Sono le opinioni, in un colloquio con l’ANSA, di un vescovo da sempre molto attento alle vicende della politica italiana, mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, che premette comunque di parlare a titolo personale e senza coinvolgere in alcun modo le posizioni della Cei.

La giustizia degli uomini è fallibile, e nessun magistrato può ritenersi possessore assoluto della verità – concede mons. Mogavero, giurista di formazione -. Però con le garanzie che l’ordinamento giudiziario si dà, con i tre gradi di giudizio, con la presunzione di innocenza, con tutto l’iter probatorio e con l’ascolto dei testi, se non abbiamo un esito definitivo neanche dopo il pronunciamento della Cassazione non ci resta che il giudizio tribale: cioè ognuno si fa giustizia da sè».

Il vescovo dice di non voler entrare «nel merito» delle accuse all’ex premier, ma sottolinea che «se in tre gradi di giudizio si è addivenuti a un verdetto, allora basta, non c’è altro da dire». «Se non vogliamo trasformare ogni volta le vicende italiane in una situazione referendaria – avverte – in cui ci si divide tra colpevolisti e innocentisti e in cui si deve ricorrere alla volontà popolare, allora bisogna rispettare il sistema cos’ com’è: c’è un verdetto, lo si deve rispettare».

Per Mogavero, tra l’altro, «se miniamo il sistema giudiziario, allora miniamo i rapporti civili». Quindi i casi sono due: «se vale quello che viene dimostrato in giudizio, non ci si può sottrarre alla sentenza. Se invece parliamo di un errore giudiziario, Berlusconi non sarebbe l’ultimo. Ma in ogni caso, quali che siano i giudizi su di essa, la sentenza va rispettata». Pertanto, secondo il vescovo, Berlusconi e il sistema politico «devono adeguarsi al pronunciamento della giustizia italiana, sia per il verdetto di merito, sia per le previsioni accessorie». E «andare a cercare una soluzione politica sarebbe aberrante».

Mons. Mogavero non si sottrae una valutazione sul dibattito che coinvolge il futuro dell’esecutivo Letta nel caso si voti la decadenza di Berlusconi da senatore. «In questo momento in Italia l’attenzione è troppo concentrata sulla vicenda di Berlusconi, condizionando il futuro del Paese: tutto questo non può trovare giustificazione», osserva. «Il Paese è in crisi ed è sul punto di trovare una via d’uscita – aggiunge -. Sarebbe inaccettabile darci ora una ‘mazzatà con una crisi di governo perchè non vengono riconosciute esigenze che non si sa bene che fondamento abbiano». «Si parla anche del ricorso a un giudizio di costituzionalità sulla legge Severino – sottolinea ancora Mogavero -, ma come mai ci si è accorti solo ora che la cosa riguarda Berlusconi e non prima, quando la legge era al voto del Parlamento?».

Il vescovo, inoltre, non vede alcuna motivazione possibile alle minacce di una eventuale crisi il governo nel caso non venga ‘salvatò l’ex premier. «L’interesse collettivo – scandisce – oggi va nella direzione del proseguimento del cammino del Paese per superare la crisi. Non facciamo abortire la strada che è stata intrapresa e che pare stia cominciando a dare risultati».

di Fausto Gasparroni (ANSA)

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