Un invito che ha spiazzato la platea: «Ragazzi, invitate il superlatitante Matteo Messina Denaro a costituirsi. Scrivetegli delle lettere e ditegli che si consegni alla giustizia venendo a scuola, sarebbe un segnale dirompente». Francesco Mongiovì, poliziotto in pensione e per tre anni componente della scorta al giudice Giovanni Falcone, non ha avuto mezzi termini davanti la platea di 200 studenti della scuola media dell’Istituto “Radice-Pappalardo”, incontrandoli nella chiesa madre di Castelvetrano. In città l’ex poliziotto è arrivato su invito dell’Istituto e di Francesco Bongiorno. A fianco del giudice Falcone Francesco Mongiovì ci ha lavorato dall’89 al dicembre ’91. «Vivevamo con la paura di non fare più ritorno a casa – ha detto l’ex poliziotto agli studenti – in quegli anni io ho dedicato poco tempo alla mia famiglia, non c’erano festivi e ricorrenze». Nelle due ore di testimonianza, incalzato dalle domande degli studenti, Mongiovì ha anche tratteggiato il lato umano del giudice Falcone: «Durante la giornata soltanto la mattina, quando l’accompagnavamo in piscina, era il momento in cui capitava di scherzare, poi il rapporto era molto professionale». In prima fila il vice sindaco Filippo Foscari (in rappresentanza dell’Amministrazione comunale) e il dirigente scolastico Maria Rosa Barone.
Nel gruppo scorta del giudice Giovanni Falcone l’ex sbirro Francesco Mongiovì è entrato dopo il fallito attentato alla villa del magistrato all’Addaura. «Tutto quello che ho fatto lo rifarei senza se e senza ma – ha detto ancora agli studenti – oggi, a trent’anni dalle stragi, quello che mi aspetto è ancora verità e giustizia. Chi ha voluto queste stragi?».
Poi ancora un passaggio su Matteo Messina Denaro, nato a Castelvetrano e dal ’93 latitante: «Se si costituisse darebbe più onore a questo territorio» ha ribadito Mongiovì che, poi da componente della squadra ‘Catturandi’, ha contributo alla cattura di Giovanni Brusca e Bernardo Provenzano. «Francesco è un vero uomo d’onore perché ha servito lo Stato – ha ribadito Francesco Bongiorno – spero che quest’incontro possa servire per sollecitare l’Amministrazione comunale e il Consiglio a conferire la cittadinanza onoraria a quest’uomo».
Intanto Francesco Mongiovì continua a portare la sua testimonianza in giro per le scuole: «Siete voi giovani che dovete evitare di dare consenso alla mafia – ha detto l’ex poliziotto – solo così, con un impegno corale in questa direzione, possiamo dire di averla sconfitta». Mongiovì, insieme ad altri colleghi in pensione, sino a prima che scoppiasse la pandemia, portavano gli studenti in giro nei luoghi della memoria, a bordo di un pullman della Polizia di Stato. Da due anni il progetto è fermo: «la speranza è che presto possiamo continuare a raccontare il nostro impegno e di chi non c’è più». Un’esperienza testimoniale che, per i giovani, vale più di mille parole.