Continuano le indagini sul terribile omicidio della donna trapanese, Maria Anastasi, 39 anni, al nono mese di gravidanza che, secondo la Procura, sarebbe stata uccisa dal marito a colpi di vanga.
Come scrive la giornalista Laura Spanò su Repubblica, “C’è il forte sospetto che la donna potesse essere ancora viva mentre il suo corpo veniva cosparso di benzina e bruciato. Sarà comunque l’autopsia, in programma per domani pomeriggio, a chiarire questo particolare atroce. Maria Anastasi avrebbe partorito tra circa 12 giorni”
I pm Sara Morri e Andrea Tarondo sono convinti che Salvatore Savalli aveva premeditato l’uccisione della moglie e avrebbe anche pensato di fare sparire il corpo.
Decisiva la testimonianza resa dall’amante dell’uomo. La stessa donna che Savalli avrebbe presentato alla famiglia come persona da aiutare, ma tutti, compresa Maria, avevano capito che era la sua amante.
Il Comune di Trapani sosterrà le spese per i funerali di Maria Anastasi oltre ad aver annunciato supporto sociale ed economico ai figli della donna uccisa.
AUTORE. Redazione
E’ un delitto atroce. Ha ucciso una moglie e un pargolo. Mi auguro vivamente che in galera gli facciano la pelliccia, merita di soffrire e di crepare. Poche storie.
Nel corso della 20° Sessione del Consiglio dei Diritti Umani, presso la sede delle Nazioni Unite di Ginevra, Rashida Manjoo -Special Rapporteur delle Nazioni Unite per il contrasto della violenza sulle donne- presenta il Rapporto tematico annuale sugli omicidi basati sul genere, ed il Rapporto sulla violenza sulla scorta delle sua missione in Italia lo scorso gennaio.
Afferma la Special Rapporteur dell’ONU Rashida Manjoo nel suo discorso per il panel della società civile:
“Il femmicidio è l’estrema conseguenza delle forme di violenza esistenti contro le donne. Queste morti non sono isolati incidenti che arrivano in maniera inaspettata e immediata, ma sono l’ultimo efferato atto di violenza che pone fine ad una serie di violenze continuative nel tempo.” Prosegue Manjoo “La mia missione e rapporto sull’Italia ha evinto questa continuatività”. In particolar modo Manjoo sottolinea la violenza in casa come forma più ampia che affligge le donne nel Paese e riflette un crescente numero di vittime di femicidio da parte di partner, mariti, ex fidanzati.
Prosegue Manjoo “Purtroppo, la maggioranza delle manifestazioni di violenza non sono denunciate perché vivono in una contesto culturale maschilista dove la violenza in casa non è sempre percepita come un crimine; dove le vittime sono economicamente dipendenti dai responsabili della violenza; e persiste la percezione che le risposte fornite dallo Stato non sono appropriate e di protezione”.
“Inoltre il mio report sottolinea la questione della responsabilità dello Stato nella risposta data al contrasto della violenza, si analizza l’impunità e l’aspetto della violenza istituzionale in merito agli omicidi di donne (femicidio) causati da azioni o omissioni dello Stato”.
Conclude Manjoo “Femmicidio e femminicidio sono crimini di Stato tollerati dalle pubbliche istituzioni per incapacità di prevenire, proteggere e tutelare la vita delle donne, che vivono diverse forme di discriminazioni e di violenza durante la loro vita. In Italia, sono stati fatti sforzi da parte del Governo, attraverso l’adozione di leggi e politiche, incluso il Piano di Azione Nazionale contro la violenza, questi risultati non hanno però portato ad una diminuzione di femicidi o sono stati tradotti in un miglioramento della condizione di vita delle donne e delle bambine.”
Durante la ventesima sessione viene presentato anche il Rapporto tematico sugli omicidi basati sul genere, femicidi e femminicidi.
“Per la prima volta è stato presentato alle Nazioni Unite un rapporto tematico sul femminicidio, o meglio sugli omicidi basati sul genere, femmicidi e femminicidi. Si tratta di un evento epocale, che costringe i Governi di tutto il mondo a confrontarsi con la propria responsabilità per quello che Amartya Sen ha definito ‘il genocidio nascosto’”.
Nel Rapporto la Relatrice Speciale ONU afferma che “culturalmente e socialmente occultate, queste diverse manifestazioni degli omicidi basati sul genere continuano a essere accettate, tollerate o giustificate, e l’impunità è la regola. Con riguardo agli omicidi basati sul genere, è veramente carente l’assunzione di responsabilità da parte degli Stati nell’agire con la dovuta diligenza per la promozione e protezione dei diritti delle donne”.
Rapporto sulla missione in Italia.
Questo rapporto è il risultato di 10 giorni di investigazione e analisi condotta in Italia personalmente da Rashida Manjoo a gennaio 2012, al termine del quale sono state rilasciate solo brevi dichiarazioni stampa.
Il Rapporto contiene dati, osservazioni e raccomandazioni alle istituzioni in materia di violenza sulle donne.
Le donne vittime di violenza non partecipano alla costruzione del reddito nazionale, e ricadono sui costi della sanità pubblica, del sistema giudiziario, dell’assistenza sociale, per non parlare del problema che si presenta nei casi di figli che assistono alla violenza a cui viene rubato anche il futuro e alle difficoltà di reinserimento lavorativo, quasi sempre nel mercato nero.
“La mancanza di dati certi e aggiornati non permette a chi governa di rendersi conto della gravità della situazione e dei loro costi sociali. Basti pensare che l’unica raccolta di dati ISTAT risale al 2006 e che la società civile conta solo nel 2012 in 6 mesi già 63 omicidi di donne uccise da uomini violenti.”
Il Rapporto contiene anche dati sul femminicidio in Italia e in Europa.
25 giugno 2012
Rashida Manjoo è docente al Dipartimento di Legislazione Pubblica dell’Università di Cape Town, è stata nominata Relatore speciale sulla violenza contro le donne nel giugno 2009 dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite. Essendo relatore speciale è indipendente da qualsiasi governo o organizzazione.