Mandi aveva gli occhi grandi, ogni giorno il suo amore riempiva il cuore di chi lo amava e aveva condiviso con lui i suoi 12 anni. Adorava giocare, andare al mare, essere coccolato dormire a pancia in sù, adorava vivere con la sua famiglia, Mandi, e lo dimostrava dandoti tutto ciò che un uomo possa desiderare, serenità gioia e voglia di vivere, ciò che spesso nessun essere umano riesce a trasmettere senza avere nulla in cambio.
Era testardo Mandi, lui decideva le regole del gioco non si arrendeva mai e ed era sempre lui il vincitore di tutte le partite; eppure me lo hanno portato via, nel modo più assurdo, più stupido e più inaccettabile per qualsiasi compagno di vita. le lacrime che ormai scendono dal mio volto non trovano una spiegazione e nulla potrà riportare mandi dalla sua famiglia.
Da dodici anni, ogni mattina, Mandi veniva accompagnato fuori casa per i fare i bisogni, ma quel maledetto 6 settembre è stata l’ultima volta… un branco di cani randagi lo ha aggredito davanti casa, ha provato a vivere, la corsa in clinica e l’intervento chirurgico uniti alla sua grande forza e il nostro immenso amore però nn sono serviti e all’indomani dovevamo già ricordare il suo dolce sorriso e le sue feste e stringerlo a se ormai non era più possibile.
A te mandi che mi hai reso una persona migliore e che sei stato il più fedele degli amici dedico queste righe affinchè piangendo per un lutto che non per colpa di altri non viene spesso capito, tutti possano sapere che spesso un menefreghismo umano può portare a tanta sofferenza, a tanto dolore. Quei cani sono ancora lì e mentre tutto per noi ora ha un senso diverso nessuno di competenza ha avuto il rispetto di compiere la semplice azione di prendere e portare in un posto diverso coloro che potrebbero far male anche a qualcun altro.
Mio piccolo angelo non ti dimenticheremo mai
AUTORE. Patrizia Vivona
Salve Patrizia, ho letto la sua lettera e visto il suo dignitoso dolore. Non ci sono parole per esprimere o descrivere quello che si prova. E a dispetto di coloro che non hanno assolutamente idea di cos’è che stiamo parlando e possibilmente sminuiscono i sentimenti che si vivono (pensando “sono solo animali” ma chissà chi sono le vere bestie ), sottolineo quanto grande sia il vuoto che lasciano i nostri amici pelosi, già in circostanze naturali, figurarsi in tal modo. Questa storia continua da troppo tempo ormai, non è la prima volta che accade un episodio del genere. Ma il Comune se ne frega, il canile è chiuso da non so più quanto tempo, i poveri cani in strada che aumentano sempre più e non appena formano un gruppo, si comportano da branco, come da loro atavica natura e spinti anche dalla fame, fanno questi gesti inconsulti. Ma poi il Sindaco e la giunta comunale, si vantano del progresso di Castelvetrano/Selinunte, danno solidarietà a chiunque mostrandosi sensibili alle problematiche altrui, e così via. Ma in una città che si rispetti e che si ritiene “civile”, DEVE esserci un canile! Una campagna di cura e sterilizzazione, la promozione e incentivazione delle adozioni, e invece si pensa ad Arte e Spettacolo, opere pubbliche anche inutili, alle case abusive che non si demoliranno mai. E per carità, è giusto che ci siano queste iniziative, anzi. Ma , tanto quanto, URGE l’apertura di un canile,perché non è meno importante di altro: Triscina è diventata la Colonia dei cani reietti e affamati. Da quando si è svuotata, con il silenzio che ormai regna, in qualsiasi punto ci si trovi, se ne sentono abbaiare decine e decine. Ma come è risaputo, ci deve scappare il morto (“umano”) per mobilitare (ne sono costretti) le coscienze della classe politica. E nel frattempo c’è chi, vergognosamente e vigliaccamente, si dedica alla cucina venefica…
P. S. Abbiate la decenza di scusarvi con le persone che hanno subito tale torto, di questa violenza istintuale ma indirettamente e irresponsabilmente indotta.
T. P.