Fedelissimi al boss. Non solo il padre Giovanni Luppino ma anche i figli Vincenzo e Antonino si sarebbero messi a disposizione di Matteo Messina Denaro. È quello che emerge dal seguito dell’indagine sull’arresto di Messina Denaro che oggi ha portato in carcere i figli dell’autista del boss. Il figlio Vincenzo, quando la Polizia perquisì il suo magazzino, davanti i giornalisti ebbe a difendere il padre ad alta voce. Le risultanze investigative della DDA di Palermo hanno dimostrato, invece, che ad aiutare il boss latitante c’erano pure loro, i figli Vincenzo e Antonino che col padre avevano aperto da alcuni anni un centro per l’ammasso delle olive da mensa. In più occasioni si sarebbero messi a disposizioni del boss castelvetranese che a Campobello di Mazara ha trovato “coperture” e aiuto. Per almeno 4 anni – dal 2018 al 2022 – i Luppino sono stati vicini di casa del boss in via San Giovanni, quando Andrea Bonafede favorì il boss affittando un appartamento.

Poi si sarebbero presi cura dell’Alfa Giulietta del boss e nel 2021, in occasione dell’intervento che Messina Denaro subì alla clinica “La Maddalena” di Palermo, il padre Giovanni Luppino attivò una sim per il boss che avrebbe potuto comunicare con lui e i suoi figli per i bisogni post-operatori. Ma c’è un ulteriore elemento investigativo non di poco conto: Vincenzo Luppino il 4 maggio 2021 quando venne operato Messina Denaro si recò alla clinica “La Maddalena” per provvedere a eventuali bisogni del latitante. L’11 maggio, Giovanni e Antonino Luppino hanno prelevato e scortato Messina Denaro dimesso da “La Maddalena” per fare rientro a Campobello. Il boss, dal canto suo, porgeva soldi alla famiglia Luppino per cene e regali, annotando tutto.

Poi c’è l’aspetto delle relazioni che i Luppino avevano. Laura Bonafede, anche lei in carcere, ha battezzato Vincenzo e Antonino Luppino. E da un’informativa della Guardia di finanza dell’ottobre scorso è pure emerso che negli anni 2017 e 2018, sui conti correnti di Antonino Luppino, sono stati effettuati in favore di Laura Bonafede bonifici per un importo complessivo di 81.623 euro, non giustificati da fattura.

Antonino, Vincenzo e Giovanni Luppino (foto tratta da Facebook di Giovanni Luppino)

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