In seguito all’interrogazione, con risposta scritta, dell’europarlamentare Andrea Zanoni (trevigiano), sullo stato di degrado del Pantano Leone di Campobello di Mazara (ZPS e Zona Ramsar), delle Sciare di Mazara del Vallo (SIC e ZPS) e dell’omessa proposizione della “Lagunadi Tonnarella” di Mazara del Vallo, per l’inclusione nella Rete Natura 2000, qualcuno ha continuato a sollevare dubbi sulla valenza ecologica di questo tratto di mare chiuso, compreso tra la nota spiaggia di Tonnarella e la foce (adibita a porto) del fiume Mazzaro.
In verità, in una nota del mese di novembre 2011, l’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale, alle dipendenze del Ministero dell’Ambiente) ha dato, al Comune di Mazara del Vallo, ampi ragguagli circa l’importanza della zona umida ai fini della conservazione naturale. Ciò nonostante, lo stesso Comune ha ritenuto opportuno stoccare i fanghi della pulizia (2012) dei fondali del porto, sulla sponda occidentale del bacino idrico. Un’offesa arrecata non solo all’ecosistema lacustre, ma a tutto il litorale di Tonnarella, se è vero, come è vero che in seguito all’abusivismo edilizio degli anni 70-80, in seguito all’erosione costiera, quasi al limite ovest del bacino idrico, resiste la spiaggia di Tonnarella che potrebbe, però, soccombere definitivamente all’eventuale ampliamento del porto, nella direzione ovest.
Il Mazzaro non è il Tamigi, nè Tonnarella è una spiaggia dell’Atlantico, non si comprende, pertanto, come mai il Comune di Mazara del Vallo (riconosciuto Capo fila dei Borghi marinari siciliani) si ostini a pensare di allargare il porto nella detta direzione. A pensare di cancellare un biotopo, come il bacino idrico di Tonnarella, che nei soborghi di Londra, od anche in altre Città d’Europoa sono creati a bella posta. Proprio a Londra, davanti alla foce del Tamigi, nell’area di Wallasea,come è riportato sulla rivista “Focus, novembre 2012, n.241”, stanno procedendo a ricavare la più grande riserva naturale costiera, realizzata dall’“uomo in Europa”.
Il bacino idrico di Tonnarella, non è esteso, ma come ha stigmatizzato più di un competente (come il consulente ministeriale che ha progettato le zone ramsar del mazarese), è uno “scrigno di biodiversità” che può essere offerto al godimento di tutti, a cominciare dai turisti (dopo che hanno concluso la visita al museo del Satiro) che solo qua possono osservare e fotografare gli uccelli acquatici a distanza ravvicinata, mentre i cefali di tutte le taglie guizzano e saltano tra l’acqua. E’ assolutamente vero che il bacino idrico è stato accorpato all’area portuale mentre le Capitanerie di porto gestivano il Demanio marittimo, ma è altrettanto vero che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Comando delle Capitanerie di Porto, si è dichiarato incompetente in materia di salvaguardia ambientale (invitando a contattare il Ministero dell’Ambiente), nel momento in cui è stato informato dell’inconcruenza.
A Mazara del Vallo, invece, c’è chi sogna opere faraoniche, se non irrealizabili (non importa se in aree sensibili o meno) che, come ha detto il noto Avv. Alfonso Bonafede (mazarese, trapiantato in Toscana), andrebbero evitate, per condurre la “spesa pubblica” sul giusto binario e per garantire il “reddito di cittadinaza” a chi non può trovare lavoro.
Enzo Sciabica, naturalista
Grazie ad Antonino (complimenti per la ripresa a volo delle pivieresse e del voltapietre in primo piano tra i piovanelli pancianera e i tridattili) , a Flavio Leone e all’indimenticabile On. Andrea Zanoni.
Nessuno sogna opere faraoniche. Qualcuno invece sogna bacini lacustri. Non fosse stato per l’opera dell’uomo, che ha costrutito una scogliera di delimitazione per un ambito da colmare, non ci sarebbe nulla che oggi assomigli ad un pantano ( altro che “ecosistema lacustre”!) accanto al porto di Mazara. Volerlo definire lago, od addirittura laguna, é lo stesso che definire ‘pesca’ quella che si effettua in stagni realizzati a bella posta per la pesca delle trote a pagamento in Alta Italia. A Mazara forse li conoscono in pochi. Di sicuro li conosce l’ottimo Andrea Zanoni, che prima ha pubblicato nella rassegna stampa del suo sito l’interrogazione all’euro parlamento sulla colmata ‘B’, poi a seguito di un mio commento, in cui spiegavo come stanno esattamente le cose, l’ha rimossa ( io, almeno, non la trovo più ) Evidentemente era stato male informato. Comprensibile per un trevigiano. Meno comprensibile definire ‘oniriche’ opere portuali previste negli strumenti regolatori, e pazialmente realizzate, a differenza di quel che altri vi vede in quel punto. Ricordo, anche se non ce ne sarebbe bisogno, che la città di MAzara già dispone in gran numero di pregiati siti naturalistici. Tra Capo Feto, Gorghi tondi e Preola siamo a 3, ed i Margi Spanò e nespolilla sono vicinissimi. Forse non c’é città in Europa che ne vanti altrettanto.Per non parlare del Pantano Leone, su cui però non scommetterie, dal momento che bisogna irrigarlo artificialmente. Non lo dico io, l’ha detto su questo portale l’autore dell articolo. Ad ogni modo, questi sì che sono posti dove condurre giovani, turisti ed appassionati ad ammirare gli uccelli in un ambiente veramente naturale. MA come ho già detto altrove, altri preferiscono, evidentemente, non scomodarsi, e limitarsi ad abbassare il finestrino da qialche auto parcheggiata sul lungomare Fata Morgana. Tra un passaggio di un auto-cistrna o di un TIR diretti al porto per carivarvi pesce o cemento, o imbarcarvi vino e mosto . Chissà che ne pensa il socio WWF Andrea Zanoni.
Valenziano è sicuramente disattento visto che nel sito dell’On Zanoni continuerà a trovare l’interrogazione sulla Laguna, con la risposta relativa. Nella ricerca bisogna perdere solo un po’ di tempo, visto che l’interrogazione è stata posta nel mese di novembre del 2012 e, quindi, ora risulta in coda ad altre. Ho spiegato a Valenziano o Fiorentino che cosa si intende per laguna, arrivando a citare la definizione accolta nella Convenzione Ramsar e la definizione del Ministero, ex Agricoltura e Foreste. Definizioni semplici ed inequivocabili, ma che Fiorentino o Valenziano, ossessionato dalla carriera che probabilmente vorrebbe concludere a Mazara del Vallo (in seguito all’ampliamento del porto), non riesce a digerire. A volere mettere da parte le definizioni dei massimi organismi che soprintendono alle zone umide, laguna, sfogliando il primo vocabolario della lingua italiana che mi passa per le mani (mi trovo ancora lontano da Mazara)”Lo Zingarelli minore – edizione Terzo millennio – Zanichelli”, è: “Specchio d’acqua litoraneo, comunicante col mare, dal quale è separato mediante strisce di terra”. Se dovessero permanere ancora dubbi, si tenga conto che sono disponibile ad effettuare qualsiasi verifica in merito sul campo. Non fate come Fiorentino o Valenziano che, più volte invitato a confrontarsi sul posto, si è sempre dileguato.
Diversamente da quel che il mio interlocutore probabilmente ritiene, ogni volta che leggo illazioni, considerazioni sgradevoli quanto gratuite, o veri e propri insulti diretti alla mia persona, non mi arrabbio, anzi provo soddisfazione nel constatare l’evidente esaurimento di ogni argomento da parte sua. L’ho ritrovata l’interrogazione di Zanone, ( non più in evidenza ) non a novembre, ma a febbraio, quando é arrivata la risposta che, per me, taglia la testa al toro. Essendo già stata pubblicata su Mazara On line, non mi ci dilungo. Tornando brevemente all’area di colmata, parte di essa, ancora sotto il livello del mare, é inondata da acqua dolce, o forse salmastra, dato che non comunica con il mare. Ed é artificiale, e di certo non realizzata per ospitarvi uno zoo per uccelli. Questi sono i fatti. Una parte, sugli altri mi sono dilungato nel precedente commento ed in altri. P.S.: è perfettamente inutile che si tenti di trascinarmi in una questione di carattere personale, perché i miei argomenti non lo sono, essendo consultabili sulle Gazzette Ufficiali. Questo a proposito della ‘compiuta ed esauriente’ informazione.
Valenziano, si occupi dei fatti personali suoi e lasci perdere il patrimonio naturale, in particolare le zone umide che sconosce. Prima di parlare di Capo Feto, di Margi Nispolelle e… bisogna, intanto, sapere in quali Comuni ricadono, poi bisogna conoscere l’estensione dei territori comunali, l’ampiezza delle aree naturali sottoposte a tutela, ricadenti nei vari Comuni, il reale stato di conservazione, quindi, trarre i dati (di base) per iniziare a studiare e capire determinate cose che sfuggono e non interesseranno mai Valenziano, vista la sua avversione per gli ambienti naturali. Il sottoscritto, per carattere, per educazione…, non si permetterebbe mai di offendere Velenziano (che tra l’altro scrive sotto pseudonino), ma i suoi commenti (relativi ai temi ambientali), oltre ad essere privi di qualsiasi fondamento, sono provocatori. Esprimere il proprio pensiero, le proprie opinioni, è sicuramente legittimo, ma scrivere a casaccio, tanto per contraddire qualcuno o per fare valere interessi di parte (può darsi che non sia il caso di Velenziano), tra persone che si ritengono civili, è sicuramente offensivo. Come ho detto, a Velenziano, ho dato tutta la mia disponibilità per incontrarci sul posto e dicutere serenamente, ma ha sempre declinato gli inviti. E’ bene che il pubblico sappia che l’On. Zanoni è uno tra i più competenti (e presenti) parlamentari europei in materia di conservazione e tutela del patrimonio naturale e quando nutre qualche dubbio sulle qualità biotiche ed abiotiche di un ecosistema, a prescindere che quasi sempre si rivolge agli Uffici competenti del Ministero dell’Ambiente, personalmente, a differenza di Velenziano, sa come e dove documentarsi senza lasciarsi influenzare da nessuno. Solo Velenziano si è permesso (non solo con l’On. Zanoni) di scrivere il contrario.
Ribadisco che io mi limito ad illustrare le questioni per come emergono dalle normative e dai provvedimenti discendenti. Non si tratta di una posizione personale, come quella del mio interlocutore. Quanto alla mia sfera personale, sistematicamente oggetto di appunti poco gradevoli da parte del mio interlocutore, dubito che ai lettori interessi, ma sono costretto a dichiarare la mia passione sia per la natura in generale, che per la fauna selvatica e le zone umide in particolare. Quelle naturali, però. Ho sempre aborrito gli zoo… Quanto all’ on.le Zanoni, io non lo so dove si é informato né ho avanzato ipotesi in tal senso ( non m’interessa!). Mi é bastato leggere la risposta alla sua interrogazione per constatare che, a mio modestissimo parere, o era stato informato male, o non ha ben compreso.
P.S.: per quanto riguarda dislocazione ed estensione delle aree naturali basta consultare il sito ufficiale del Comune di Mazara del Vallo e, ritengo, di Marsala e Castelvetrano ( ma questi non gli ho consultati ).
Non prendetevi per i capelli…mi raccomando. Mi sembrate due che litigano per lo stesso fidanzato… ahahah
Velenziano, la smetta perchè sul sito del comune di Mazara del Vallo, potrà rilevare che il territorio comunale si estende per circa 270 Kmq., ma sulle aree naturali, più o meno protette, è lei che deve trarre la percentuale di territorio coperto. Io le faccio rilevare che la palude di Capo Feto (Margi Spanò e Nispolelle, cioè ex Ittica Mediterranea e caseifici in corso di costruzione, sono nel comune di Petrosino) copre appena 1,5 Kmq. e la RNI Lago Preola e Gorghi Tondi occupa appena 3,5 Kmq. del territorio complessivo comunale (esteso, come detto 270 Kmq.). Peppe, tenga conto che io sono nonno e se non rispondessi (dall’età di 13 anni) alle INSINUAZIONI (ambientali) di personaggi (tanti a cominciare dai dirigenti regionali ARTA) del calibro di Velenziano o Fiorentino, avrei già smesso da tempo di fare battaglie per la conservazione dei resti del nostro patrimonio naturale. Ho scritto sulla Laguna di Tonnarella affinchè tutti possano verificare la sua straordinaria valenza ecologica. Da Peppe, pertanto, mi aspetto un commento spassionato.
Invece io mi scuso con peppe, verosimilmente castelvetranese, per questa invasione mazarese del portale palmoso. Detto questo, “la smetta” a chi? La palude di Capo Feto é nel comune di Mazara, anche se si tratta dello stesso contesto naturalistico dei margi spanò-nespolilla, in agro petrosileno. Sulla percentuale di territorio protetto nel comune di Mazara, il mio interlocutore dimentica, stranamente, la vasta estensione delle sciare di San Nicola e di Marsala, quest’ultime, in parte in agro di Mazara. Ricordo, inoltre, che quello di Mazara è uno dei comuni più vasti della Sicilia. Allora che facciamo, per dire che ne risulta tutelato, mettiamo, almeno il 10%, mettiamo sotto una campana di vetro, senza motivo, 27 kmq di territorio? Ma che argomenti sono? Oggi la tutela dell’ambiente é affidata a normative e strumenti regolatori molto rigorosi. Di cui io mi limito ad attenderne la piena attuazione. P.S.: Immagino che anche il bioparco di Roma abbia una notevole valenza faunistica. Ma quello, a differenza della c.d. ‘laguna di tonnarella’, esiste per davvero.
Velen-ziano, INTANTO 270 Kmq. (Mazara del Vallo, Comune più esteso della Provincia e non 27 Kmq., come da lei mistificato nel commento precedente). La volevo proprio sulle “Sciare” che ho trattato in un covegno organizzato a Mazara del Vallo. Quando ho posto in evidenza il loro stato di trasformazione e degrado (dei pochi mosaici seminaturali che permangono, non più di 5 – 6 Kmq, il resto dovrebbe essere lasciato ad altra programmazione e regolamentazione territoriale), mi sono sentito rispondere (proprio da uno degli attuali dirigienti di Legambiente di Mazara del Vallo): “I SCIARI E TEMPI DI ME NONNU”. Le sciare sulla carta! Nella realtà sembrano una mistificazione dell’ARTA, probabilmente, per dimostrare all’Europa (che investe capitali per la tutela ambientale) che abbiamo tutelato il nostro patrimonio naturale. Speriamo che una nuova ventata politica (con il normale funzionamento delle Procure e dei Tribunali) possa spazzare anche i mistificatori. In riferimento al D. 152/2006 (codice dell’Ambiente come lo chiama qualcuno) per capirci qualcosa bisogna avere letto e capito tutti gli oltre 300 articoli (compresi gli Allegati) che lo compongono. Se Velen-ziano, a proposito della Laguna o altro bacino idrico costiero che sia, salta (probabilmente a bella posta) gli Articoli successivi al novantesimo (aree sensibili) evidentemente continua a prendere i lettori per i fondelli. Cosa che non può essere consentita.
Valenziano, l’aspettavo proprio sulle sciare che sono state ridotte al lumicino. Nel corso di un convegno, organizzato presso la sala Sicilia del comune di Mazara del Vallo, ho posto in risalto la dissennata trasformazione delle creste affioranti di roccia (territorio a sciara per intenderci), con la gariga e gli arbusteti termo-mediterranei e lo stato di degrado in cui versano gli ultimi mosaici delle sciare di Mazara e di Marsala (in minima parte ricadenti anche questi nel territorio di Mazara del Vallo). Nel disinteresse più assoluto, solo uno degli attuali rappresentanti mazaresi di Legambiente, ha avuto una battuta di spirito: “I sciari a li tempi di me’ nonnu”. Morale della favola, le sciare a cui lei fa riferimento, nella realtà, coprono ancora 5 – 6 Kmq.
(-2 Kmq. circa della zona asciutta della RNI lago Preola e g. Tondi che è compresa nelle sciare di Mazara). Sulla carta, la regione Siciliana, probabilmente per assolvere all’impegno relativo alla percentuale di territorio da tutelare, ha incluso tra le sciare: i vigneti, gli agrumeti, le coltivazioni coperte dalle serre, le cave spesso colme di rifiuti, caseggiati più o meno abusivi, vivai di piante e fruttiferi. Una vera mistificazione, come mistificazione potrebbe essere la sua che, nonostante la mia chiara indicazione, HA PORTATO LA SUPERFICIE DEL COMUNE DI MAZARA DEL VALLO DA 270 Kmq. CIRCA A 27 kmq.. Se deve ricavare la percentuale di territorio sottoposto a tutela ambientale, partendo dalla superficie totale di un determinato Comune, come può confondere i territori, con le aree naturali di Mazara (Capo Feto – L.Preola e G. Tondi) con quelli di Petrosino (Margi Spanò e Margi Nispolelle). Altro che “campana di vetro”! LA SUA PERCENTUALE DEL 10% SCENDE EFFETTIVAMENTE A CIRCA l’1%.
cosa me ne puo’ fregare di mazara,se castelvetrano ha un territorio devastato da edilizia abusiva,case su litorali e riserve che vanno a fuoco ogni tanto…fra i nostri paesi, e tutta la provincia c’è un odio campanilistico che neanche le disgrazie comuni riescono a smorzare e io come castelvetranese sono la prima a vergognarmene..è inutile lottare per i beni comuni x non ci credo più…
Il mondo ci invidia perchè la nostra Italia è la nazione tra le più ricche di biodiversità, dalla pesaggistica straordinaria, tra le più dotate di storia e cultura in genere. Tra gli anni 50 e 70 del Secolo scorso, grazie ad una Costituzione modello, siamo cresciuti, cominciando a prendere coscienza delle peculiarità della nostra Terra. Poi è arrivata l’epoca degli “individualisti”, degli assetati di potere, dei forchettoni, dei separatisti che hanno riacceso l’ “odio campanilistico” (sinonimo anche di ignoranza, di oscurantisno) e siamo ritornati nel baratro. Oggi a temere per il destino dell’Italia (basta parlare con qualche funzionario dell’UNESCO o con qualche melomane) sono più i popoli del nord Europa (non sembrerebbe, distolti come siamo dalla questione economica) che non gli italiani, educati, da un trentennio a questa parte, ad occuparci degli affari di casa nostra.
Solo una precisazione: io ho solo detto che se si dovesse, per ragioni ideologiche, porre sotto tutela integrale il 10% di ogni territorio comunale, essendo quello mazarese esteso 270 kmq ne risulterebbero interessati 27. Sull’interpretazione della legge accetto lezioni solo da docenti universitari, peraltro già seguite con profitto a suo tempo. Non credo che il mio interlocutore possa dire altrettanto, altrimenti si firmerebbe ‘dr.’ e non ‘rag.’ Su chi prende chi per i fondelli, natualemente, io ho le mie idee. Anche sulla tutela degli animali ho le mie idee. Che però qualcuno sa illustrare meglio, come Federico Rampini, ieri, su Repubblica donna, in un pezzo intitolato ‘la metropoli degli animali’, che si conclude con queste parole: “Gli ambientalisti che si mobilitano per la difesa di tutte le specie animali lo fanno con le migliori intenzioni…ma in molti casi gli animali hanno imparato a difendersi da soli. Hanno imparato anche un’altra cosa. che noi siamo delle tigri di carta’- Leggetelo. Apprenderete di come negli USA, che ci precede in tante cose, il regno animale si stia riprendendo il territorio, cingendo d’assedio le metropoli. E’ per questo che, quando si fa la contemperazione dei pubblici interessi, occorre considerarli tutti, e nella giusta percentuale, e non considerare esclusivamente il punto di vista degli animalisti, in nome di una pretesa prevalenza assoluta dello stesso, come qualcuno pretende.
Se siamo il Bel Paese lo siamo, innzitutto, per l’inarrivabile patrimonio artistico-architettonico ( opera dell’uomo ). Poi c’é il paesaggio certo… Mentre, per quanto concerne la fauna, direi che stiamo nella media di un qualunque paese civilizzato del vecchio mondo. Irlanda compresa, ove nessuno si sognerebbe di definire ‘area sensibile’ la via principale di un qualunque villaggio solo perché attaversata, abitualmente, da germani, aironi e miriadi di altre specie avicole.
Velenziano veda che io non ho complessi come quelli suoi o di Oscar Giannino, visto che mi vanto di essere ragioniere, titolo conseguito nel 1967, quando i ragionieri potevano iscriversi (cosa che ho fatto con risultati deludenti visto che mi appassionano le Scienze naturali) esclusivamente in “Economia e Commercio” o in “Scienze Statistiche”. Da amatore ed estimatore del nostro patrimonio naturale (costituito non solo dalle specie animali) mi confronto con “i professori universitari” (come li chiama lei) che mi lasciano scrivere su riviste scientifiche come la R.I.O. (Rivista Italiana di Ornitologia – edita dal Museo di Scienze naturali di Milano), Il Naturalista Siciliano (Università di Palermo) e tante altre edizioni più o meno specializzate. A differenza di Vittorio Feltri, ex direttore di “Libero” (dichiarazione del 21/3/2013 a proposito di Giannino), mi sono trattenuto sempre dal dire: “Delle sue lauree proprio non mi importa: non mi interessa se uno ha UNA o DUE PERGAMENE ATTACCATE IN TINELLO O IN BAGNO, M’IMPORTA SE UNO E’ BRAVO OPPURE NO: e OSCAR è bravo”. Le garantisco che se non fossi bravo (sia nella teoria che nella pratica, anche gli attestati parlano chiaro), nella mia materia, non mi permetterei d’imbrattare pagine di riviste e giornali, non mi permetterei di depositare all’ARTA progetti (anche in nome e per conto di altri) che arrivano ad aggiudicarsi la gestione di R.N.I., come quella del Lago Preola e Gorghi Tondi (primo bando pubblico regionale, agosto 2005, in cui il progetto della Provincia di Trapani, redatto da un dottore in Scienze Forestali, è stato addirittura giudicato “scarso”). Lasci perdere Rampini e i tuttologi perche la realtà, sui rischi che corre la biodiversità, senza ombra di smentita è la seguente: 1 mammifero su 4, 1 uccello su 8, un terzo di tutti gli anfibi, il 70% di tutte le piante conosciute sono in perciolo. “Se come dimostrano i fossili, in assenza dell’uomo le specie vivono mediamente per un milione di anni (May e altri – 1995), l’impatto antropico ha innalzato il loro tasso naturale medio di estinzione di almeno un migliaio di volte (Pimm et al. 1995). Mi fa piacere che abbia preso atto del fatto che il territorio di Mazara è di circa 270 Kmq. e che la famosa Laguna di Tonnarella ospiti “una miriade di specie avicole”. Tenga ora conto che il patrimonio naturale è molto più antico, significativo ed irripetibile, del patrimonio storico-culturale e ringrazi il cielo che a questo dibattito non partecipi l’amico Davide Castelli.
Contrariamente a quanto affermato dal solito personaggio invadente, per dovere di cronaca, mi corre l’obbligo d’informare i lettori che in Italia la “ricchezza floristica e faunistica” è maggiore di quella degli altri paesi europei. La ricchezza di specie diminuisce, infatti, con l’aumentare della latitudine. La posizione dell’Italia nel Mediterraneo ed una serie di vicissitudini geologica fanno registrare, infatti, la presenza di circa 55.600 specie animali (Minelli, 1996) e circa 6.700 piante vascolari (la metà circa delle 12.500 specie stimate per tutta l’Europa), non mettendo nel conto Procarioti, Protisti, Alghe, Funghi, Briofite.
E’ capitato, talvolta, in vita mia, che qualcuno mi abbia detto ‘bravo’. Non é mi è mai capitato di essermelo detto da solo… P.S.: la ‘laguna di tonnarella’ non esiste. E’la palude di Capo Feto con gli ambienti lacustri del lego Preola e gorghi tondi, ad ospitare ‘miriadi’ di specie avicole..che svolazzando su Mazara, ogni tanto si posano su qualche pozzanghera..
Velenziano, è come la volpe che non può arrivare all’uva e, comunque, meglio una pozzanghera che un centro raccolta rifiuti presidiato come vorrebbe la Capitaneria di Porto.
Uvaaa?????
Non credo che Valenziano non conosca le favole di Fedro, tra le quali “La volpe e l’uva”. Nell’eventualità gli consiglio di leggerla.
Sì come no. L’ho letta da bambino. La volpe fa finta di disprezzare l’uva peché, trovandosi troppo in alto, non riesce a raggiungerla. Metafora assolutamente irriferibile al sottoscritto. P.S.: per quanto ne so, non é vero che la Capitaneria di Porto ‘vuole’ ‘un centro di rifiuti al posto della pozzanghera’. Non rientra nei compiti istituzionali di quell’Ente articolare certi desideri. Fermo restando che la pozzanghera é bene che sia al più presto prosciugata prima che si trasformi nella stagionale, formidabile, fabbrica di zanzare in pieno centro abitato.
Le zanzare più che l’acqua di mare preferiscono le acque dolci stagnanti, in particolare i pozzetti fognari o tombini. Personalmente ho eseguito una ricerca per appurare i siti riproduttivi (fuori dagli ambienti naturali) di questi Culicidi ed ho rilevato che una delle più importanti nursery è proprio nel centro urbano di Mazara del Vallo, in un pozzetto al limite nord del strada ferrata, passaggio a livello tra la Piazza Matteotti e la Via Salemi. Altro che Laguna di Tonnarella che è sotto gli occhi di tutti ed è definita pozzanghera solo Valenziano o Fiorentino. Le zanzare, come dicono gli scienziati, sono alla base della catena biologica e trofica per cui se, per esempio, va in estinzione il famoso panda, piangeremo, ma la vita sulla Terra continuerà, mentre se dovessero estingursi i Ditteri (tra questi le zanzare), tante altre forme di vita seguirebbero la stessa sorte. Se poi si vuole contenere il proliferare di questi insetti, naturalmente c’è un buon rimedio: il Bacillus thurigiensis, varietà israelensis. Evocare le zanzare perchè si riproducono nell’acqua, comunque, non mi sembra una trovata che possa indurre al tombamento del lago Preola o della Laguna di Tonnarella.
Per riscontri sulla discarica presidiata basta leggere un verbale redatto presso la Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo del mese di febbraio del 2008.
Non v’è motivo alcuno per tombare il lago Preola. Un lago é tale se allagato. Può darsi che, prima o poi, si prosciugherà naturalmente, come avvenuto altre volte, ma la natura, probabilmente, rimetterà le cose a posto. Parimenti, non v’é motivo alcuno per non tombare la colmata ‘B’. Una colmata va colmata. La laguna di tonnarella non so cosa sia, nessuno rilievo topografico della zona di tonnarella ha mai riportato, né riporta attualmente, niente che possa definirsi ‘laguna’ in località tonnarella. Vengono invece sempre riportate le paludi di capo Feto, a circa 3 chilometri di distanza. Nel verbale cui allude il mio interlocutore non può esserci scritto: “la Capitaneria di porto vuole una discarica presidiata al posto della pozzanghera”. E’ vero, invece, che le zanzare disdegnano l’acqua di mare. Così come gran parte degli uccelli. Difatti, prima che si chiudesse la scogliera realizzata a protezione della colmata, nessun uccello, salvo i gabbiani e qualche cormorano, vi si posava. Oggi, invece, essendosi il sito ridotto ad uno stagno di acqua piovana, nelle more del completamento dei lavori, càpita che vi si avvisti qualche trampoliere. Distolto dalle aree faunistiche che con tanto impegno ( anche del mio ipercritico interlocutore, non mancherò mai di riconoscerlo )e tanto impiego di pubblico denaro sono state da tempo istituite là dove la natura ha stabilito da millenni.
P.S.: il lago Preola si trova ad una decina di chilometri dal centro urbano, ( é quasi più vicino Campobello )mentre la colmata ‘B’ fronteggia un quartiere classificato, urbanisticamente, come zona ‘B’ ( cioè immediatamente adiacente al centro storico ). Com’è che diceva quel tale? ‘Per la precisione.’