Nel momento in cui in Sicilia si vivono settimane di campagna elettorale, con sparute assemblee per i media, in genere organizzate dai singoli candidati e si leva forte la voce della Conferenza episcopale, forse mai così coraggiosa e provocatrice verso i candidati ed i partiti, tornano i temi della società complessa dell’Isola, tra disperazione e speranze, amplificati da sporadici slogan dei candidati, piu’ che dai partiti, ci fa comodo ripercorrere le riflessioni di un politico intellettuale del Sud, Ciriaco De Mita, quasi a confortarci con “La storia d’Italia non è finita” (1).
Ma in Sicilia la storia dell’Autonomia speciale corre notevoli rischi ed i figli sembrano avere dimenticati la memoria dei padri. .
Il Governo dei tecnici propone modifiche costituzionali allo Statuto Speciale e tra queste la cancellazione del Commissario dello Stato.
Ci appare infatti la realtà di una Regione, di antiche culture, dalle intuizioni autonomiste di Sturzo, di Alessi, di Scelba, di Aldisio, di Ambrosini, di Milazzo, di Corrao, di Pignatone, ricca di rivolte e di contributi generosi, sempre convinti della unità del Paese e della prospettiva sopranazionale , per il lavoro dai suoi emigrati, offerto in tutte le parti del mondo, per le testimonianze civiche per la legalità e la giustizia, per la pace e la cooperazione internazionale.
Eppure, i suoi disoccupati, uomini e donne, giovani e anziani, i suoi intellettuali tormentati, e spesso rinunciatari di una proposta innovativa, i suoi pensionati sull’orlo della povertà, i suoi cittadini con servizi poco efficienti, e dieci aspiranti governatori con quasi mille candidati per gestire l’Isola, richiamati aspramente dal Presidente della CEsi cardinale Romeo,(3) non sembrano appassionarsi molto alla competizione elettorale, nei contenuti spesso assenti, nelle proposte poco appetibili rivolte ad un elettorato disaffezionato e distratto, a volte disperato per mancanza di lavoro e talvolta di un tetto per la famiglia(4),
Ancora una volta è la voce generosa di un pastore della Chiesa Siciliana ,il Cardinale Paolo Romeo a far sentire la sua coraggiosa disamina sulla corruzione, l’inaffidabilità di molta parte della classe dirigente, la scarsa attenzione ai contenuti ed ai bisogni della popolazione da parte dei candidati e dei dieci concorrenti per fare i Governatori.
Lo dichiara, grata, il presidente provinciale dell’UDC-Italia di Palermo, Antonella Russo (5),in una nota di condivisione per i mass media, presente nel sito del dipartimento provinciale pari opportunità .
Non mancano, in verità, i temi per richiamare alla politica, attraverso le denuncie come quelle dei Vescovi del Sud e della Sicilia, ma è come se stentano a diventare coscienza diffusa.
Ed ecco i primi gruppi o movimenti, innovativi , a dichiarare la loro condivisione alla denuncia del primate della Chiesa di Sicilia, come il Forum delle Persone e delle Associazioni del mondo del lavoro di ispirazione cattolica, che parla per mezzo di Bernava e Ribisi, nel quotidiano www.vivienna.it del 13 ottobre.
Avvertiamo , infatti, anche in Sicilia, come scrive De Mita, di trovarci a vivere in :”Una società senza rappresentanza, in cui, scomparsi i partiti storici, non solo non si riesce a rispondere alle diverse spinte e articolazioni, alle sollecitazioni di spazi di autonomia, di partecipazione, in una parola di libertà, ma si fatica a tracciare i quadri interpretativi entro cui la trasformazione va pensata, perché possa essere superata” (1)
E vengono fuori, come i funghi le retoriche aspirazioni, scimmiottate dall’attore noto, che attraversa lo stretto di Messina a nuoto, non sappiamo se per rivendicare il Ponte, che nello stesso giorno viene eliminato dai finanziamenti, o per demonizzarlo in piena sintonia con il governo dei tecnici.
L’agitatore da stadio del momento corre in Sicilia per raccogliere il fuoco dell’Etna e incendiare se non i boschi,(a questi ci hanno pensato altri), gli animi esacerbati dei disoccupati o dei cassaintegrati o dei precari o dei giovani laureati senza immediato futuro, in una gara scontata al bersaglio contro la “casta”.
Ma questo è “ uno degli inganni della fase in cui viviamo, scrive su la Repubblica del 12 ottobre, Ezio Mauro, “perché annulla questa capacità di distinguere e di discernere, crea il fascio che tutto accomuna,disarmando il cittadino quando lo indigna a vuoto, perché gli fa credere che il cambiamento sia impossibile o peggio inutile, mentre lo rassicura facendolo sentire diverso e migliore” ( 6).
I nuovi ideatori che cercano “energie fuori dei partiti”, scrive l’editorialista Nino Alongi su “la Repubblica” di Palermo (7), raccolgono riscontri e adesioni, ma c’è un concerto di voci che gettano fango sui politici, le istituzioni, le differenze salariali, i costi della politica, il lavoro che manca, le colpe delle istituzioni sopranazionali, i fondi del FSE non utilizzati dalla Regione, la corruzione che non risparmia Regioni e partiti, il perdurare dei condizionamenti della criminalità.
E per restare in Sicilia ecco i Forconi, i Grillini, i neo-separatisti o sicilianisti, gli uomini puri e illibati, i fustigatori degli eletti, demonizzati in toto.
Un neo partito innovativo aveva dettato l’ostruzionismo ed il veto nelle liste dei candidati provenienti dalle istituzioni. Poi ha dirottato il suo segretario generale nella lista di Musumeci. Pace alla coerenza.
In questo clima è solo la Chiesa di Sicilia, che non perde la fiducia nella politica buona.
Il cardinale Romeo con una forte denuncia, mai prima forse pronunciata dai Vescovi della Sicilia, nella spietata filippica svolta alla Conferenza episcopale siciliana sulla classe dirigente, invita gli elettori a votare, a superare la protesta dell’irresponsabilità politica delle astensioni, a provare a scegliere i migliori candidati
Gli fanno eco, come prima citati, Bernava e Ribisi del Forum delle Associazioni del mondo del lavoro .
E la speranza non muore. La storia della Sicilia, come quella d’Italia non può finire.
La notte della politica (8) di Adornato del suo SOS ITALIA, ha da passare, anche se occorre riportare alla memoria gli anni in cui i politici cattolici, da De Gasperi a Moro, a D’Angelo, a Nicolosi, a Mattarella, offrirono al paese ed all’Isola un contributo di pensiero e di proposte per lo sviluppo, la crescita, la sicurezza sociale, la dimensione sopranazionale dello Stato nella ferma difesa delle autonomie come occasioni decentrate e diffuse di partecipazione al bene comune.
Ed in virtu’ di quella memoria, il richiamo della CEI, di Benedetto XVI, di Bagnasco, del Cardinale Romeo, per formare una nuova classe dirigente e ritornare alla politica, ritrova Gruppi e Centri culturali in Sicilia, animati di nuovi propositi intellettuali, come lo storico Istituto di Formazione politica Pedro Arrupe dei Gesuiti, che chiama, con P.Gianfranco Matarazzo S.J ed Emanuele Iula, con gli uffici per i problemi del lavoro della pastorale della cultura, con l’Unione Cristiana degli Imprenditori ,con
Savagnone, Alongi, Verde, Notarstefano, Di Pisa, Taormina, Hoffmann, Paino e tanti altri docenti, studiosi ed operatori sociali per riprendere,con “Otto conversazioni in Sicilia” il cammino interrotto di approfondimenti politici e di proposte, che in altre stagioni hanno portato alla Rete, alla Primavera di Palermo, alla Città per l’Uomo, alla apparizione di Orlando ,oggi di nuovo sindaco a furor di popolo.
E nelle Parrocchie di periferia si allenano alla comunicazione i laici di CNTN attorno a padre Ribaudo, a Teleregina ,alle riviste di ispirazione cristiana. (9) CNTN con il sito www.cntn.it e con Teleregina.
Ferdinando Russo
onnandorusso@alice.it
1) C.De Mita ,La storia d’Italia non è finita,Alfredo Guida editore,Napoli 2012
2) A.Turrisi, Il degrado della politica ha oltrepassato ogni limite. Contro il decadimento,duro monito della Chiesa siciliana a pochi giorni dalle Regionali,in Avvenire ,11 ottobre,2012
3) G.Spica ,Il cardinale Romeo torna all’attacco,”Andate a votare ma non scegliete i corrotti”in la Repubblica Palermo,Giovedì 11 ottobre.
4)Il suicidio di un padre di famiglia in Il Giornale di Sicilia del 8 ottobre
5) A.Russo ,il Grazie al Cardinale Romeo dell’UDC-Italia di Palermo
in www.google.it alla voce Antonella Russo e l’UDC Italia e in www.vivienna.it alla voce Sicilia del 13 ottobre casella ARS-Governo,Politica.
6) E.Mauro,Come difendere la democrazia malata in la Repubblica del 12 ottobre
7) N.Alongi ,in Cercansi energie fuori dei partiti in la Repubblica di palermo del
2 settembre.
8) P.Battista ,Il montismo come uscita dal ventennio bruciato dal libro di Ferdinando Adornato,” SOS Italia”.editore Rubbettino,2012. nel Corriere della Sera del 7 Ottobre
9) F.Russo, I cattolici in uscita dalla pre-politica in www.vivienna.it alla voce Sicilia o in www.google.it alla voce Ferdinando Russo ed il laicato,o in www.facebook.com alla voce Ferdinando Russo
10) CNTN ,cieli novi terra nuova , nel sito www.cntn.it, Periodico di ispirazione cristiana o in www.teleregina.it
AUTORE. Altre Fonti
Si ribadisce un concetto espresso in altre circostanze: l’autonomia siciliana come era stata concepita non è meritata dai siciliani, incapaci di esprimere una rappresentanza politica degna di un paese civile. Il nostro è un popolo incapace di governarsi e di essere governato, meriterebbe (scusate l’eccesso) un commissariamento costante, una sorta di prefettura di ferro. I vari Cammarata, Miccichè, D’Alì, Mineo, Lombardo, Cracolici e a seguire rappresentano una classe politica indegna di questo nome, da destra a sinistra, senza differenze. Sono stati incapaci di determinare un percorso di risanamento finanziario, sociale, culturale. L’Italia è un paese alla deriva, ma la Sicilia ha da tempo che è affondata… si aspetta solo che non si paghino gli stipendi agli statali, seguirà la rivoluzione. Che serva per forza un piazzale Loreto perché questo popolo voti con forza il cambiamento, invece di cercare sempre l’inciucio, il posto di lavoro, la promessa?!
Mi scusi sig. Francesco ma se Lei stesso dice che c’è una classe politica indegna e questa è quella che si presenta per l’ennesima volta al giudizio degli elettori, per chi dovrebbe votare il povero Cristo nel segreto dell’urna?
Ci illumini sig. Francesco, perchè la Sua disamina è perfetta ma soluzioni “democratiche” all’orizzonte non se ne intravedono…..
Carissimo Francesco, se quello che ha scritto corrisponde davvero a quello che pensa ed opera, tanto di cappello