Troppo spesso si parla di una società che non contiene le nostre vite e molto spesso quelle vite sono in bilico e l’unica salvezza è quella della forza che ognuno possiede e non sa nemmeno di avere. Fedele  è un castelvetranese, classe 1983, che viveva la sua vita come qualsiasi altro giovane della sua età con una sola differenza, lui si portava dietro oltre 200kg di una vita che iniziava a pesargli troppo.

Se in un primo momento la sua situazione lo costringeva a rinunciare a qualsiasi lavoro, via via la sua condizione diventava talmente inabilitante che qualsiasi dieta e qualsiasi limitazione non era abbastanza per considerare la sua una vita normale.

Nonostante la sua famiglia e i suoi amici non hanno mai permesso che la sua condizione lo esiliasse dal mondo esterno, facendolo isolare o pensare al suicidio, Fedele però si scontrava con una realtà che piano piano gli presentava un conto troppo alto per la sua sopravvivenza.

Tutti i medici gli continuavano a dire che senza intervento chirurgico sarebbe morto e nonostante la sua condizione non ha mai sfociato in patologie associate come il diabete, la sua era una malattia a tutti gli effetti, l’obesità, quel peso tanto grande da non potere più controllare.

I suoi momenti peggiori li ha vissuti proprio scontrandosi con una società bigotta e inconsapevole; a 28 anni infatti alla richiesta della pensione sentirsi dire che l’unico obiettivo era accaparrarsi i soldi, o ancora vedersi rifiutare qualsiasi lavoro per l’aspetto fisico, è il risultato che la società presenta, quel conto che devi pagare al prezzo della tua vita.La prima visita Fedele la fa a Genova nel 2006 presso l’ospedale San Martino accompagnato dal fratello che gli è sempre stato vicino, in quel momento pesava circa 170kg. Ovviamente le percentuali di rischio di quell’intervento erano davvero alte, ma sicuramente più basse di quella sopravvivenza davvero di vita al limite. I due anni che hanno preceduto l’intervento, hanno dimostrato a Fedele come si riesce a toccare il fondo, infatti lui stesso indebolito da una vita a metà si è lasciato andare arrivando a pesare addirittura 207 kg tanto che i sanitari stessi dell’ospedale lo apostrofarono il “grande obesone”.

La svolta fu il 10 marzo del 2008 anno in cui grazie all’intervento del dott. Giuseppe Marinari avrebbe avuto inizio la sua risalita, fatta di sacrifici e rinunce di delusioni e piccole conquiste, una rinascita che piano piano gli avrebbe nuovamente insegnato a vivere e a riconquistare una dignità perduta nonostante la grande forza interiore.

Quell’anno inizia a frequentare l’università di Milano, cosa impensabile fino a qualche tempo prima visto le sue dimensioni, e nel 2013 riesce a conseguire la laurea in infermieristica. Adesso lavora presso l’istituto Sacra Famiglia di Lecco, e nonostante i suoi iniziali controlli prima ogni tre mesi poi ogni sei e per tutta la vita ogni anno, adesso pesa dai 67 ai 70 kg e pratica solo fisioterapia.

Nel 2016, sposando Jessica, anche lei di Castelvetrano, ha finalmente tolto le vergogne di una vita e ricominciato a “vivere” e se prima si vergognava per la massa adesso vuole solo rimuovere quella pelle in eccesso che gli ricorda un’esistenza troppo stretta per una vita piena di sogni.

La prossima estate si sottoporrà ad un intervento per rimuovere appunto la pelle in eccesso e lo farà proprio a Castelvetrano, dove spera di tornare un giorno per vivere nella sua terra, quella terra che tanto ama e che adesso riuscirà a contenere un animo nobile in un corpo che ha sofferto tanto ma che adesso ha la grandezza solo dell’uomo che è diventato.

 

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