“Sono felice di annunciare la sponsorizzazione Settesoli-Selinunte. Credo nello sviluppo agricolo e turistico del territorio, una grande opportunità di ricchezza per le nuove generazioni”.
Con queste parole Vito Varvaro, presidente di Cantine Settesoli, annuncia il contratto di sponsorizzazione del Parco Archeologico di Selinunte
“Abbiamo anche battuto difficoltà burocratiche – aggiunge Varvaro – e dopo più di un anno di lavoro siamo riusciti a firmare un contratto in cui un privato aiuta lo Stato ed i Beni Culturali. Spero questo apra le porte ad altri accordi che aiutino la manutenzione dei tanti beni culturali della Sicilia e lo sviluppo turistico”.
Il progetto a sostegno di uno dei Parchi Archeologici più belli del mondo partirà immediatamente con i lavori di illuminazione della fortificazione est dell’Acropoli di Selinunte.
Tramite la pagina facebook ufficiale, l’Azienda ringrazia tutti quelli che hanno sostenuto l’iniziativa anche attraverso una petizione online su Change.org e annuncia che l’obiettivo è quello di raggiungere quota 500.000 euro da devolvere al sito archeologico
AUTORE. Redazione
Lodevole iniziativa di un imprenditore moderno ed ispirato alla concreta valorizzazione del territorio che gli appartiene.
Sarebbe auspicabile un’iniziativa del genere per il risanamento del Centro Storico di Castelvetrano, ricco di un patrimonio immobiliare tra i più significativi della Sicilia Occidentale ma anche tra i più degradati. Se si abbattessero tanti fabbricati irrecuperabili si scoprirebbero spazi e giardini che, ripuliti e sanati, potrebbero cambiare il volto di una città in cui troppo spesso il diritto di proprietà (male interpretato e gestito) prevale rispetto agli interessi della comunità.
Con un po’ di senso civico molte deprecabili situazioni di degrado potrebbero essere sanate; con qualche autorevole delibera si potrebbe imporre maggiore cura delle proprietà abbandonate a chi quel senso civico non ce l’ha.
Con un’iniziativa come quella di Settesoli ed una sottoscrizione pubblica si potrebbe sopperire alla “cronica mancanza di risorse” che a volte fa nascere il dubbio che sia la solita scusa per giustificare la mancanza di idee o di volontà del “fare”.